TUTTI I NOMI. SCANDALO RIFIUTI. Scarti delle Ferrovie nascosti nel terreno. In “esilio” fuori regione gli imprenditore Oliviero e Fontana

20 Dicembre 2023 - 14:15

VILLA LITERNO – Torniamo a parlare dell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, condotta dai carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Napoli, che ha portato al sequestro della piattaforma di stoccaggio rifiuti Bema di Villa Literno.

Secondo le accuse della procura, le società gestite da Michele Fontana, ovvero la Fontedil, 55 anni, e da Michele Oliviero, cioè Bema, 41 anni, figlio di Francesco Oliviero, avrebbero falsificato i formulari di identificazione sia per il sito di smaltimento dei rifiuti, sia per la tipologia di questi, in buona parte pietre per massicciate ferroviarie e provenienti dai cantieri di RFI, nonché imballaggi di plastica, carta e cartone.

Per la procura, questi rifiuti venivano poi illegalmente smaltiti e abbandonati in alcuni terreni tra Gricignano di Aversa, Villa Literno, ma anche in Molise.

La Fontedil avrebbe, quindi, gestito illecitamente i rifiuti di RFI, mentre la Bema quelli speciali provenienti da impianti di recupero della provincia di Latina e dal Cis di Nola. Secondo l’accusa, le due società sono riuscite a introitare un guadagno illecito di circa 4 milioni di euro.

Il gip del tribunale di Napoli Federica De Bellis ha firmato l’ordinanza che ha provocato il divieto di dimora in Campania per Michele Fontana e Michele Oliviero.

Indagati a piede libero sono anche Rosario Morelli, amministratore della società Armafer, che avrebbe stipulato un falso accordo con Fontedil sulla destinazione di questi rifiuti ferroviari, Nicola Oliviero, direttore tecnico dell’impianto della Bema, Nicola Ucciero, Antonio Di Dona, Nicola Tullio, Francesco Coppola, Giuseppe Ciccarelli, Salvatore turco, Nicola Biagio Iorio, Elia Vincenza, si tratta di dipendenti a vario titolo delle società di Oliviero e Fontana, autisti, operai anche dipendenti del Cis di Nola.

Giovanni Fontana, fratello di Michele, è l’imprenditore arrestato nel inchiesta sullo spaccio di droga internazionale del narcotrafficante Raffaele Imperiale.

Nel mese di febbraio, tra l’altro, i due fratelli hanno subito un sequestro preventivo dal valore di 50 milioni di euro nei loro confronti.