“Un paese devastato dalla corruzione morale”. Le mani della camorra del clan dei casalesi sugli appalti pubblici a CALVI RISORTA

13 Novembre 2023 - 11:07

“Da consigliere chiedo le loro immediate dimissioni”, così Vito Taffuri

CALVI RISORTA – “È un paese devastato anche dalla corruzione morale che gli amministratori hanno utilizzato nell’appaltare le ditte e soprattutto nel dare incarichi attraverso uffici tecnici compiacenti a ditte prive dei requisiti antimafia, questo non accadrà mai con noi, mai, questo lo urleremo fino alla fine”!!!
Queste testuali parole furono pronunciate dal candidato a Sindaco, dott. Giovanni Rosario Lombardi, nella Piazza Giovanni XXIII di Petrulo, durante la campagna elettorale del mese di giugno 2017. Oggi, all’indomani dello scandalo politico-giudiziario che ha colpito pesantemente il comune di Calvi Risorta, sbattuto in prima pagina su tutti gli organi di informazione, le accuse di Lombardi non sono più un teatrino da campagna elettorale, ma si sono concretizzate per davvero e riguardano responsabilità esclusive della sua amministrazione.
Secondo l’impianto accusatorio della Direzione Distrettuale Antimafia, supportato da centinaia di ore di intercettazioni telefoniche, infatti, tra gli attori principali di questa “corruzione morale” che ha “devastato il paese” ci sarebbero anche i nostri amministratori, Giovanni Lombardi e Giuliano Cipro, che “attraverso uffici tecnici compiacenti” avrebbero permesso che gare milionarie venissero aggiudicate a ditte colluse con i clan dei casalesi. Lo stretto rapporto di fiducia tra Lombardi, Cipro e l’ing. Piero Cappello, agli arresti domiciliari dallo scorso 8 novembre per gli appalti pilotati al comune di Calvi Risorta, emerge d’altronde anche dagli atti ufficiali del comune.
Il

tecnico viene assunto il 22 gennaio 2019. Un mese dopo, il 25 febbraio 2019, il consiglio delibera di accantonare la Stazione Appaltante Unica e di aderire alla piattaforma di Asmel per gestire gli appalti pubblici.
Proprio attraverso la manipolazione informatica di questa piattaforma, Cappello riuscirà a pilotare gli appalti in
favore delle ditte legate ai clan dei casalesi.
In violazione del principio di rotazione, vengono addirittura conferiti a Cappello, nel lasso di tempo che va dal
22/01/2019 al 16/01/2020, ben otto incarichi professionali con affidamento diretto, per oltre 73.000,00 €,
quattro dei quali nella stessa giornata. Gli viene quindi conferito dal Sindaco, con decreto del 5 ottobre 2020,
un incarico fiduciario con funzioni dirigenziali ed una indennità ad personam di 7.000,00 € annui, nonostante
lo stesso fosse inconferibile ai sensi dell’art. 4 comma 1 lett. c) del d.lgs. 39/2013, come accertato da Anac
con delibera n. 161 del 30 marzo 2022.
Una fiducia estrema del Sindaco nell’opera di Cappello, dunque, che a sua volta dimostra molta stima professionale anche nei confronti dei parenti del Sindaco, cugine e cognato in particolare, ai quali attribuirà numerosi incarichi tecnici da diverse decine di migliaia di €. È ormai di pubblico dominio anche l’episodio del vice-sindaco ed assessore ai lavori pubblici, dott. Giuliano Cipro, militare di carriera, che compra apparecchiature informatiche su Amazon per bonificare l’ufficio tecnico e neutralizzare così le cimici piazzate dalla DDA. L’ing. Cappello, capendo allora di essere intercettato, cancella dal proprio telefono le conversazioni con gli imprenditori collusi, telefono che gli viene sequestrato il giorno successivo dalla DDA, insieme alla strumentazione elettronica del vice-sindaco presso la propria abitazione.
Ma le conversazioni distrutte, grazie al rinvenimento di quelle cimici da parte di Giuliano Cipro, verranno recuperate solo in minima parte, con evidente intralcio alla giustizia. Non meno scandaloso il ruolo del Sindaco Giovanni Lombardi, che insieme a Cappello incontra imprenditori accusati a più riprese di concorso esterno in associazione mafiosa e le cui ditte hanno ricevuto diverse interdittive antimafia, consegna loro documenti informatici e gli promette che vinceranno le gare al comune di Calvi Risorta.
E quando per dinamiche procedurali l’accordo non riesce, li incontra di nuovo e promette che si farà perdonare, addirittura mostrandogli il “catalogo” delle prossime gare in vendita, fino a che l’imprenditore non si aggiudica effettivamente una gara da 28.000,00 € su un plesso scolastico. Il quadro che emerge dall’inchiesta è davvero
inquietante. Abbiamo infatti un Sindaco – tra l’altro destinatario, insieme all’assessore Rosy Caparco, di un
avviso di garanzia da parte della DDA – per il quale è “normale” assegnare le gare agli “amici” prima che si
svolgano, pilotandole grazie al suo tecnico di fiducia.
Gli fa da contraltare un vice-Sindaco, indagato dalla DDA sin da agosto 2021, che cerca di contrastare le
attività di indagine della Procura, agevolando in tal modo il tecnico nel suo piano criminoso. Eppure i tre membri
della giunta indagati dalla DDA, Giovanni Lombardi, Giuliano Cipro e Rosy Caparco, non hanno mai rimesso
le proprie deleghe. Continuano a stare al proprio posto, cercando anzi di nascondere le loro vicende
giudiziarie. Dapprima evitando, tramite il Presidente del consiglio comunale, il dott. Alessio Salerno, che si
possa discutere in consiglio del loro status di indagati dalla DDA; poi addirittura denunciando il consigliere Vito
Taffuri al Garante della Privacy per le sue dirette sull’argomento.
Oggi siamo per davvero in un “paese devastato dalla corruzione morale”, cioè la Calvi Risorta amministrata dai gemelli politici Lombardi e Cipro. Le promesse di non appaltare gare e incarichi “attraverso uffici tecnici compiacenti a ditte prive dei requisiti antimafia” sono solo un lontano ricordo. Le gare di Calvi Risorta finanziano direttamente le attività illecite e mafiose dei clan dei casalesi. La Stazione Appaltante – che in passato Lombardi e Cipro definivano “un robusto scudo anticorruzione” cui si sarebbero sempre rivolti, perché loro non avevano “alcun interesse a gestire gli appalti pubblici” – è stata evitata come fosse il male assoluto.
Il Sindaco prometteva: “Questo non accadrà mai con noi, mai, questo lo urleremo fino alla fine”! Ma le urla non si sentono più. Regna soltanto l’imbarazzante silenzio di amministratori pluri-indagati, aggrappati al loro orticello di potere, che sperano di passare indenni da questa tempesta giudiziaria. L’assenza del benché minimo senso di vergogna politica, la mancata consapevolezza del danno di immagine che stanno arrecando al nostro comune, li rendono del tutto indegni di ricoprire le loro funzioni pubbliche. Ed è per questo che da consigliere chiedo le loro immediate dimissioni. Così il consigliere comunale Vito Taffuri.