UNPLI “ARIDAJE”: standing ovation per Mario Perrotti. Ha utilizzato le stesse fatture per 3 contributi pubblici diversi
15 Febbraio 2019 - 17:24
CASERTA – (g.g.) Quelli dell’Unpli provinciale ritengono, bontà loro, non conoscendo evidentemente la storia del sottoscritto e quello delle battaglie irriducibili di questo giornale, che presentando querele, noi ci impressioniamo. Li dobbiamo deludere anche perchè il lavoro etico di CasertaCe è stato riconosciuto da tante persone anche da tanti avvocati di primissimo ordine che hanno messo a disposizione il loro patrocinio gratuito per tutte le querele intimidatorie che questo giornale riceve da chi non vuol stare al centro delle sua notizie e non ha evidentemente argomenti per replicare, visto e considerato che noi mai abbiamo censurato una lettera o una nota che confutava un nostro scritto.
Per cui, alla signora Maria Grazia Fiore di Caiazzo e al signor Franco Pezone di Sant’Arpino, diciamo forte e chiaro che fermo restando il rispetto nostro dell’ordinamento giuridico che permette loro di presentare querele ritenendo di essere stati diffamati dal nostro giornale, questo non fiaccherà neanche di un decimo di oncia la nostra determinazione finalizzata solo all’accertamento della verità, rispetto alla quale siamo pronti, come abbiamo scritto centinaia di volte negli articoli dedicati all’Unpli casertano, a ospitare ogni valutazione, ogni replica in dissenso, che ovviamente nessuno ha avuto il coraggio di scrivere, ritenendo che la querela potesse dissuaderci dall’andare avanti nella nostra lunga inchiesta giornalistica.
Ripetiamo, i due non sono molto aggiornati sulla storia professionale e sulla storia di vita del sottoscritto e sulle battaglie che CasertaCe combatte ogni giorno in questa provincia logora, malata e percorsa dalla cancrena del malaffare e della diffusa corruzione.
Fatta la premessa e comunicando alla signora Fiore e al signor Pezone che nel momento esatto in cui la mia posizione sarà archiviata o incrocerà una sentenza di assoluzione, com’è peraltro scontato, visto e considerato che noi non abbiamo mai offeso nessuno, men che meno loro, procederemo a querelarli entrambi per calunnia. Questo non perchè siamo percorsi da spirito vendicativo, ma giusto per farvi spendere qualche euro e farvi girare per caserme e tribunali.
Ora, spazio alla cronaca dei fatti. Per chi si fosse perso le trenta puntate precedenti, vi diciamo che Unpli sta per Unione nazionale pro loco d’Italia. Il suo simbolo è contrassegnato proprio dallo stivale, cioè dalla cartina stilizzata di un paese in cui accadono e continuano ad accadere, cose che Beppe Grillo definirebbe “meravigliose” nella loro eccentricità.
Secondo voi, dov’è stata ubicata la sede nazionale dell’Unpli Servizio Civile Nazionale, cioè il luogo in cui tutto quanto il sistema dei corsi, ripetiamo, lautamente finanziati dallo Stato, è stato gestito e coordinato? Erogazioni statali. Soldi che sarebbe giusto fossero gestiti per l’appunto non lontano dal luogo di erogazione. E poi, sto cazzo di paese una capitale pure ce l’ha. E un organismo nazionale è giusto che stia a Roma. Magari, proprio a voler largheggiare se il dirigente ministeriale è un nostalgico monarchico savoiardo, può scegliere le due capitali precedenti, cioè Torino oppure Firenze.
Un direttore generale “bauscia” sceglierebbe Milano.
E invece nulla di tutto ciò. Evidentemente la Campania rappresenta un luogo qualificato, importante. E allora, ok per Napoli. Anche questa città è stata capitale.
Va bè, le pro loco sono un’espressione tipica della provincia italiana. Dunque, si fa uno strappo e si privilegia una localizzazione di questo tipo: Salerno, Caserta (per carità!), Benevento. Magari Avellino. No, neppure questo. Per la sede nazionale dell’Unpli Servizio Civile è stato scelto per molti anni il comune di Contrada, che si trova in provincia di Avellino. 3mila 51 abitanti censiti. Ma tra questi ce n’è uno che ha un peso specifico tale da aver trasformato Contrada in New York. Si chiama Mario Perrotti ed è stato per lungo tempo presidente della sezione Unpli che si occupa dell’addestramento e dei corsi di formazione.
In pratica della sezione largamente più importante, perchè è quella che, attraverso la presentazione di progetti relativi alla valorizzazione del territorio, ai beni culturali locali, viene profumatamente finanziata da fondi ministeriali.
E mica briciole: per ognuno dei partecipanti a un corso di formazione, lo Stato sgancia 90 euro. Siccome la media censita e indiscutibile segnala una cifra di circa mille ragazzi all’anno, coinvolti in questa attività, fanno esattamente 90 mila euro a botta. Per cui, il Perrotti con tutte queste cose da fare, ha realizzato un’operazione simile a quella che Pezone per gli stessi motivi, per questo grande e filantropico impegno da spendere sul terreno del volontariato, fece per la sede dell’Unpli, quella generale, della provincia di Caserta.
Mentre Pezone, come abbiamo scritto in altre occasioni, localizzò la sede provinciale a casa sua, cioè allo stesso civico del comune di Sant’Arpino, dove al tempo risiedeva e forse risiede ancora, Perrotti si è superato e ha addirittura impiantato una sede nazionale nel comune di 3mila 51 abitanti in cui risiede.
Ora Perrotti non è più, anche alla luce delle denunce di CasertaCe, presidente dell’Unpli-Servizio Civile. Però le sue tracce rimangono indelebili. A sostituirlo è stato un commissario. Giusto, occorreva un commissario dopo una gestione così movimentata e stravagante. Però tra tante persone che l’Unpli nazionale, presieduta dal siciliano La Spina, poteva scegliere, l’opzione ha premiato Roberto Prescendi da Rovigo.
Ohhhh, un bel settentrionalone che ti bonifica il sistema iniettandovi un pò di aria pura rodigina!
Se, se…te lo sogni: il Prescendi appartiene alla stessa stagione di gestione di Mario Perrotti. E questo è incontestabilmente vero, in quanto nessuno potrà smentire che Prescendi è stato, per anni, il referente amministrativo, cioè il braccio destro di Perrotti nella gestione economica e finanziaria dei fondi erogati per il Servizio Civile.
Quindi Roberto Prescendi sa bene che tra i docenti di questi corsi di formazione c’erano persone, di cui non discutiamo il valore per carità, ma che certo non erano estranee al mondo Unpli. E siccome si tratta di ragionare su come siano stati spesi i quattrini pubblici, uno può anche legittimamente, con ampia facoltà di replica, porsi qualche dubbio sulla opportunità di scegliere per esempio la già citata Maria Grazia Fiore “bonificata” nel 2014 con due trasferimenti di 500 euro cadauno, a titolo di rimborso spese di progettazione e formazione.
Dunque, la destinazione del danaro pubblico orientata all’ottenimento di un alto standard qualitativo di formazione dei giovani del Servizio Civile, ha finanziato incarichi dati a quello che potremmo definire personale interno. Il che non vuol dire necessariamente che ci troviamo di fronte a un fatto non legittimo. Ma certo, lo standard della qualità della formazione dovrebbe rappresentare un’assoluta priorità a cui collegare responsabilmente, sapendo bene che non si gestiscono soldi propri, ma soldi dei cittadini, anche e soprattutto la scelta di chi dovrà formare questi benedetti ragazzi.
La Fiore probabilmente è il massimo esperto mondiale di beni culturali. E noi non diciamo che non è così. Diciamo un’altra cosa, però: che se esiste una relazione legittima, un’interazione di rapporti, di cariche, all’interno di una stessa organizzazione erogatrice di servizi pubblici, sarebbe opportuno e diciamo solo opportuno, con ampia facoltà di dissenso, che gli incarichi remunerati non rimanessero confinati dentro al recinto stretto dello stesso gruppo di potere.
Questo è. Ora, se qualcuno ritiene che anche questo articolo sia infamante, si può accomodare ancora una volta dai carabinieri, portando con sè, però , la certezza matematica di dover subire tra 6 mesi, un anno, una querela per calunnia. E per corroborare a questa eventuale querela, aggiungiamo un ultimo passaggio, forse il più importante a questo articolo: per rendicontare la formazione del Servizio Civile e i due contributi regionali percepiti da Perrotti è stata utilizzata la stessa documentazione probatoria, cioè le stesse fatture e le stesse ricevute.
Pare una roba molto ortodossa. E questa non è solo una nostra opinione, visto che la stessa Regione Campania che certo si è dimostrata e si dimostra ancora di manica larga rispetto alle tante cose che succedono nel mondo Unpli e nel mondo delle pro loco, ha dovuto ammettere che questa è una procedura scorretta al punto da aver revocato a Mario Perrotti (ma non solo a lui, perchè anche al più volte citato Franco Pezone), sono stati tolti 30 mila euro, i finanziamenti erogati ai sensi della ex Legge Regionale n.7 del 2005 relativamente all’annualità 2009.
Alla prossima puntata.