“Veniamo a Caserta e gli facciamo male”. Tentata estorsione alla ditta di pulizie, la decisione della Cassazione per i due fratelli
14 Gennaio 2020 - 16:12

CASAGIOVE (red.cro.) – I fratelli Ancona sono indagati in relazione ad un tentativo di estorsione ai danni di Francesco Montella, referente aziendale della società La Splendor di Casagiove, e di Giuseppe Palmieri, il titolare. La ditta era uscita vincitrice dalla gara d’appalto per il servizio di pulizia nei locali del Comune di Fasano. I due fratelli avrebbero cercato di costringere i responsabili della ditta ad assumere le mogli presso la società senza alcuna decurtazione di orario e stipendio rispetto al precedente contratto di cui le donne godevano. Il 14 maggio 2019, il Tribunale del riesame di Lecce, in parziale accoglimento dell’impugnazione, ha applicato a Cosimo e Luciano Ancona la misura cautelare degli arresti domiciliari, in sostituzione della custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Brindisi il 6 maggio, pochi giorni prima.
I legali dei fratelli Ancona hanno fatto ricorso in Cassazione contro la decisione del tribunale, lamentando la mancanza dei gravi indizi di colpevolezza e la sussistenza della misura cautelare. Ad esempio, secondo la tesi difensiva, mancherebbe la premeditazione, smentita dal fatto che i fratelli non si sarebbero presentati contemporaneamente di fronte a Montella, nella sala di rappresentanza del Comune di Fasano, ma uno dopo l’altro. I dubbi dei legali dei due indagati vengono sollevati anche sulla questione della pistola, se effettivamente mostrata da Cosimo Ancona al rappresentante della ditta casertana.
Nella decisione, i giudici dell’ultima istanza hanno ritenuto fondata l’ipotesi che si sarebbe trattato di un tentativo estorsivo. Il caso riportato nella sentenza è quello riguardante Luciano Ancona, entrato con la moglie nella sala dove si trovava Montella, manifestava chiaramente il rifiuto a firmare il contratto della moglie, intimando di riferire a Giuseppe Palmieri che “sarebbe andato fino a Caserta per prenderlo e fargli del male“. Il secondo punto del ricorso, invece, è stato ritenuto meritevole d’accoglimento da parte dei giudici.