22enne e 37enne si infilano cocaina e “fumo” nelle parti intime per portarli in carcere: “Siamo madri, ci servivano soldi”
4 Agosto 2025 - 15:43

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A seguito dell’udienza post fermo, una è finita in carcere, l’altra, in gravidanza, ha subìto il divieto di dimora in provincia di Caserta
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Come raccontato in anteprima da CasertaCe (CLICCA E LEGGI), nella mattinata del primo agosto, durante i consueti controlli all’ingresso del carcere, gli agenti della polizia penitenziaria hanno fermato due donne, Anna Annunziata, 37enne, e sua figlia Lucia Mellone, 22enne, entrambe residenti a Torre Annunziata. Le due si erano presentate per un colloquio con Antonio Monaco Morione, detenuto nell’istituto e rispettivamente marito della Annunziata e patrigno della Mellone.
Quello che sembrava un normale incontro familiare si è trasformato in un’operazione antidroga quando, durante la perquisizione, la Annunziata ha espulso volontariamente un ovulo vaginale contenente 99,22 grammi di hashish. La scoperta ha fatto scattare il campanello d’allarme, portando la Mellone, inizialmente riluttante e dichiaratasi incinta al settimo mese, a confessare di avere altra droga nascosta addosso. Gli agenti hanno così rinvenuto altri due ovuli nelle sue mutande con 48,25 e 45,28 grammi di hashish, più un terzo ovulo vaginale con 98,55 grammi della stessa sostanza.
A completare il quadro, il rinvenimento di 875 euro nella borsa della Annunziata e 250 euro nel portafoglio della Mellone, somme che le indagate non hanno saputo giustificare e che sono state sequestrate come probabile provento di attività illecite. Le due donne, difese dall’avvocato Pasquale Daniele Delle Femmine, sono finite nei guai per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver commesso il fatto all’interno di un istituto penitenziario.
La vicenda ha avuto il suo epilogo giudiziario davanti al G.I.P. del tribunale sammaritano, Marzia Pellegrino, che ha disposo per entrambe, dopo il trasferimento iniziale della Annunziata nel carcere di
Le indagate hanno cercato di giustificare il loro gesto citando difficoltà economiche – la Annunziata ha sei figli, di cui quattro minorenni, mentre la Mellone ne ha due più quello in arrivo – ma questo non è bastato a evitare le misure restrittive.