46 ARRESTI NEL CLAN DEI CASALESI. Gianluca Bidognetti parla dal carcere: “Spendono il nome mio e di mio padre per fare le estorsioni. E su Enrico Martinelli…”
25 Novembre 2022 - 15:24
CASAL DI PRINCIPE (g.v.) – Questa mattina sono stati celebrati i primi interrogatori di garanzia degli arrestati, a seguito dell’indagine condotta dalla Dda di Napoli sulla riorganizzazione del clan dei Casalesi, in particolare delle fazioni Schiavone e Bidognetti.
In video conferenza dal carcere di Terni si è difeso dinanzi al gip Iaselli, il figlio del boss Francesco Bidognetti.
Gianluca Bidognetti (assistito dall’avvocato Domenico Della Gatta) ha detto di essere “recluso da anni“, situazione che lo renderebbe lontano dalle dinamiche attuali del clan.
“Respingo le accuse – dice ancora Gianluca – non mi hanno mai sequestrato un telefono in cella da 15 anni carcerato. Se fuori parlano di me non posso farci niente. Ho letto dall’ordinanza che la gente spende il mio nome a mia insaputa. Non ho mai dato ordini.”
Bidognetti junior ha anche fatto una lunga descrizione del suo “curriculum” carcerario, per dimostrare la sua buona condotta e distanza dai fatti contestatigli.
“Ho subito solo un procedimento disciplinare per una pennetta per guardare film. Mi dispiace che è stato montato un film su un presunto attentato al nipote del mio amico fratello storico Emilio Martinelli. Non potete capire il bene che ci vogliamo da oltre 20 anni. Ci siamo scritti migliaia di lettere che sicuramente conoscete. Non potrebbe mai succedere nulla men che meno per una banale lite tra bimbi“.
Inoltre il figlio del boss ha infine aggiunto: “Sarei il capo dei casalesi e leggo dall’ordinanza e che gli altri indagati ritirano estorsioni spendendo il nome di mio padre, trattenendole per se stessi. Io non so nulla di tutto questo“.