Il giornalista Mario De Michele si racconta: “Ecco come mi sono organizzato per simulare gli attentati”

27 Maggio 2020 - 15:13

CESA – Le Iene sono tornate a intervistare Mario De Michele. Lo hanno fatto pochi giorni fa, dopo la rivelazione del giornalista di aver inscenato un attentato con colpi di pistola indirizzati alla sua abitazione.Silvio Schembri, la iena che ha seguito il suo caso, è ritornato a Cesa, in provincia di Caserta, dove De Michele risiede insieme alla sua famiglia.Il giornalista – o ex giornalista, stando a quello che afferma sul suo futuro – appare notevolmente dimagrito e provato, ma molto lucido nell’ammettere la responsabilità del gesto compiuto: “Ho fatto una cosa gravissima, non posso fare finta di nulla”.

L’artefice degli spari contro la mia abitazione sono stato io racconta, sostenendo però l’autenticità dell’agguato di cui era stato vittima lo scorso 14 novembre (colpi di pistola contro la sua auto): “Dopo esser stato vittima di un attentato così pericoloso ho svalvolato”.

Perché ha sparato contro casa sua? “Dal momento del lockdown ho percepito, in un modo distorto dalla realtà, un maggiore isolamento. Avevo bisogno di attenzione, ma non per rafforzare il mio ruolo di giornalista anticamorra ma per avere una maggiore protezione per me e per la mia famiglia”.

De Michele confessa di aver inscenato anche un’altra intimazione, non emersa pubblicamente, risalente allo scorso mese di gennaio, quando si era auto-indirizzato una busta anonima contenente proiettili.

“Erano quelli di un’arma regolarmente detenuta da mio padre”.

Poi mostra alle telecamere come ha inscenato il falso attentato contro casa sua, sparando tre colpi di pistola contro il muro. Dell’avvocato Pasquale Ragozzino, indagato come presunto complice dei finti agguati, dice che è “un fratello” e che “non c’entra nulla”.

“Ho capito che da persona sono diventato inconsciamente personaggio, e mi piaceva. Cioè sono diventato quel personaggio che ho sempre odiatoconclude De Michele.

“Sono arrivato al compiacimento patologico che mi ha portato dopo il 14 novembre a perdere la testa e se non mi avessero fermato i carabinieri avrei potuto pure fare un gesto autolesionistico”.