CAMORRA. L’ex pentito del clan Piccolo si uccide in carcere. Sparò contro la casa di Filippo Fecondo perchè i Quaqquaroni lo accusavano di favorire i Belforte
26 Giugno 2020 - 09:00
Ieri sera abbiamo dato la notizia del fatto senza produrre il nome, così com’era stata comunicata dal sindacato degli agenti di polizia penitenziaria
MARCIANISE – E’ Giuseppe Pettrone, ex collaboratore di giustizia, residente a Pignataro Maggiore, storico affiliato al clan Piccolo, il 54enne che si è tolto la vita nel carcere fiorentino di Sollicciano, impiccandosi, a quanto pare, alla spalliera della sua branda. La notizia già emersa in serata è stata data dal rappresentante della Uilpa Gennarino De Fazio (LEGGI QUI).
Tra le sue rilevazioni più note, quella relativa ai colpi di pistola da lui esplosi contro il portone dell’allora sindaco di Marcianise Filippo Fecondo. Un’azione ordinata da Andrea Letizia e legata al fatto che, sempre secondo quello che fu il racconto di Giuseppe Pettrone, Fecondo favoriva la cosca avversaria dei Mazzacane-Belforte.