CASERTA. Ecco perché Marino cazzeggiava sull’inventario: ha fatto altri 6 MILIONI DI DISAVANZO e ora il pre-dissesto è una prospettiva reale. Fattopace, che stai a fa’?

26 Giugno 2020 - 17:46

Abbiamo dato una prima occhiata, dato che il sindaco si è ben guardato dal fornire i numeri che contano. Siccome con i residui attivi siamo arrivati a circa 70 milioni, sarà opportuno nei prossimi giorni, da parte nostra, capire se i sei milioni sono veramente 6 o molti di più

CASERTA (g.g.) – Come volevasi dimostrare: il sindaco di Caserta Carlo Marino, per commentare l’approvazione da parte della giunta del conto Consuntivo relativo all’anno 2019, ha scelto dell’inventario. Sostanzialmente, una supercazzola certificata. Ora, siccome a Marino non gliel’aveva ordinato il medico di scrivere un comunicato stampa, avrebbe potuto anche stare zitto, così noi dimenticavamo di ricordargli che nell’ultimo bilancio di previsione triennale, ha formulato un piano di rientro vincolante rispetto agli 8

milioni di euro di disavanzo già accumulati nel primo anno del suo effettivo esercizio finanziario, visto e considerato che il Consuntivo 2017 è ancora ascrivibile tecnicamente alla gestione commissariale. Ora, non ricordiamo benissimo le cifre, ma queste erano spalmate così come la norma richiede. Siccome al comune di Caserta abitano tutti gli uomini e le donne della filibusta, quel piano di rientro è stato scritto a dicembre, perché si dà il caso che al comune di Caserta il Bilancio di Previsione, cioè quello che dovrebbe contenere tutto il piano di entrata e di spesa, una sorta di Finanziaria comunale dell’anno che verrà o dell’anno appena iniziato, è stato approvato ad anno appena finito.

E a dicembre, sia il sindaco, sia i revisori dei conti, mi sa che il presidente Fattopace ha vissuto troppi mesi in tranquillità immeritata, sapevano già benissimo che almeno il primo segmento del piano di rientro dagli otto milioni di disavanzo era impossibile da ottenere, perché a dicembre scorso la frittata era già stata fatta. E invece, i filibustieri, siccome è obbligatorio per legge, hanno messo insieme tre numeri, giusto per coglionare le norme e l’etica di uno straccio di buona amministrazione. Risultato del conto Consuntivo approvato dalla giunta: altri 6 milioni di disavanzo, che aggiungendosi agli 8 dell’anno precedente, fanno già 14. Esponendo il comune di Caserta, tenendo conto dei circa 50 milioni di deficit già in zavorra, per circa 64/65 milioni di euro.

Ora, che cosa dice la legge. Ma la citiamo giusto per sport, tanto i filibustieri sanno di poterla eludere e anche violare facilmente perché la corte dei Conti, se arriverà, lo farà tra anni e anni, e la magistratura ordinaria, vabbé, l’ultima inchiesta seria sui conti del capoluogo la impostò il compianto pm Antonella Cantiello. Dunque, non ne parliamo proprio. I filibustieri, che sono anche impuniti, dovrebbero adesso riformulare, in sede di Bilancio di Previsione pluriennale, il cui termine di scadenza è fissato per il prossimo 31 luglio, ma di cui non si intravede ancora traccia, un piano di rientro che in 3 anni copra l’intero disavanzo, non di 8 milioni, bensì di 14 milioni.

Non conosciamo il grado di compromissione da parte dei revisori dei conti, ma siamo curiosi di vedere (quando sarà) come valuteranno l’ennesima barzelletta, allorquando Carlo Marino dichiarerà solennemente che i 14 milioni di euro saranno, magari, recuperati con il celeberrimo “metodo della televisione” da acquistare come regalo alla mamma, proposto da Massimo Troisi alla sua sorella squattrinata ma soprattutto a suo fratello, che, invece, aveva fatto soldi e fortuna: 5 mila lire io (Massimo), 5 mila lire nostra sorella e 1 milione e 2 tu“.

Quindi, siccome ci sono le elezioni, Marino dirà che in questo bilancio di previsione recupererà mille euro, nel prossimo, sempre appesantito da tornate elettorale, mille euro e, nel 2022, 13 milioni e 998 mila euro.

Battute a parte, se l’anno scorso i revisori dei conti hanno potuto dire che era la prima volta, ora non possono più dirlo. Anche perché, se l’anno prossimo dovesse registrarsi un nuovo disavanzo e dunque se i conti del comune di Caserta dovessero deragliare dal piano di rientro obbligatorio per legge, succede una cosa che non potrà essere evitata: il comune in bolletta dichiarerà la sua incapacità di sanare i debiti, accedendo ad un piano di riequilibrio decennale il cui nome, non a caso, viene semplificato come pre-dissesto.

Scellerati.