CORONAVIRUS. I soliti casini. I 28 casi del secondo screening sono quelli già contabilizzati l’altro-ieri. Ecco i comuni, da MONDRAGONE in su, in cui si sono verificati. L’AZIENDA FOCOLAIO
1 Luglio 2020 - 10:30
Ovviamente leggendo il comunicato stampa dell’unità di crisi non riuscirete a capire dov’è l’unico caso estraneo alla citata azienda agricola di Falciano del Massico
MONDRAGONE – Istruzioni per l’uso: questi casi che la Regione ha ufficializzato ieri sera sono stati in buona parte già contabilizzati l’altro-ieri quando gli organi di informazione e ovviamente anche noi abbiamo scritto di 23 nuove positività. Il lavoro è stato completato e le positività alla fine del secondo screening che ha seguito il primo riguardante solo i Palazzi Cirio, ha prodotto, rispetto alla prima informazione fornita 48 ore fa, altri 5 casi che aggiunti ai 23, hanno fatto toccare ai nuovi positivi quota 28. Si tratta di un’attività compiuta a Mondragone ma anche nelle aree circostanti. Si è definitivamente certificato che in un’azienda agricola di Falciano del Massico, la Sviluppo Agricolo Bianchino, si sia registrato un importante focolaio di contagio. Sui 28 positivi complessivamente diagnosticato dal secondo screening, sono infatti ben 27 i dipendenti dell’azienda agricola falcianese, colpiti dal virus, così come informa il comunicato della Regione Campania che cita a sua volta il dipartimento di prevenzione dell’asl di Caserta. Il 28esimo uomo o donna, come sempre capita in quell’autentica Armata Brancaleone rappresentata dalla presunta Unità di Crisi, non viene indicato.
I casi dell’azienda agricola vengono attribuiti a residenti a Mondragone (18), Carinola (1), Sessa Aurunca (3), Falciano (4), Recale (1). Onestamente dato che da 4 mesi stiamo appresso a questi incapaci, tecnicamente incapaci beninteso, le persone meritano il massimo rispetto, consigliamo a chi fosse rimasto male per non aver potuto acquisire l’intera notizia sul 28esimo caso, di contattare i numeri del ben noto Verdoliva che nei giorni scorsi ha fatto finta di fare un passo indietro dopo il clamoroso scoop della trasmissione Report e se Verdoliva non risponde, magari chiamate le due teste d’uovo dell’asl di Caserta, cioè il direttore generale Ferdinando “Nando” Russo da Casoria e il celeberrimo mister Tari, curiosamente responsabile del centro elaborazione dati della stessa asl.
QUI SOTTO IL COMUNICATO
Sono 28 i casi di coronavirus emersi dalla seconda attività di screening, con esecuzione di circa 3mila tamponi, attivata dopo la scoperta del focolaio di Covid-19 nella comunità bulgara residente a Mondragone (Caserta). Dal primo screening (circa 750 tamponi) erano risultate positive 43 persone, quasi tutte di nazionalità bulgara e residenti nei cosiddetti Palazzi Cirio. Il nuovo dato è contenuto nell’ordinanza firmata ieri sera dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca con la quale sono state prorogate fino al 7 luglio le misure di contenimento per i cittadini residenti o domiciliati nei cosiddetti Palazzi Cirio. I 28 casi sono così ripartiti: 2 sono stati rilevati il 27 giugno, 13 il 28 giugno e 13 il 29 giugno.Il Dipartimento di prevenzione della Asl di Caserta ha evidenziato che 27 dei 28 casi positivi rilevati sono risultati essere dipendenti di un’azienda agricola sita nel comune di Falciano del Massico, confinante con Mondragone.
L’Unità operativa di prevenzione collettiva della Asl ha proposto la chiusura dell’azienda agricola per la sanificazione degli ambienti, con riapertura subordinata al rispetto delle normative vigenti in materia di contenimento del Covid-19, con la riammissione dei dipendenti non sottoposti a quarantena previa presentazione di documentazione attestante la negatività al test sierologico e senza rischio di contagio.”Tenuto conto dell’andamento epidemiologico descritto – scrive il Dipartimento di prevenzione dell’Asl di Caserta nella nota riportata nell’ordinanza regionale – risulta necessario confermare lo stato di lockdown relativo all’area del condominio dei Palazzi Cirio, dove risiede la maggior parte dei casi positivi di nazionalità bulgara, per un’ulteriore settimana. Si sottolinea inoltre la necessità, al fine di contenere l’espansione del focolaio, del mantenimento della sorveglianza sui soggetti sottoposti ad isolamento con il necessario ausilio delle forze dell’ordine”. L’Unità di crisi regionale ha condiviso l’esigenza di prorogare le misure disposte con l’ordinanza del 22 giugno per ulteriori 7 giorni “al fine di effettuare ulteriori screening, e precisamente il secondo tampone sia ai soggetti risultati positivi sia a coloro che sono attualmente in isolamento e che sono risultati negativi, dopo il periodo di possibile incubazione della malattia, mantenendo, al contempo, elevata la sorveglianza del territorio interessato dal focolaio”.