Casertani fregati ancora una volta dalla Publiservizi e dal Comune. Cartelle Tari con importi maggiorati per errore del 4%

16 Maggio 2018 - 17:33

CASERTA – Un  vero e proprio pasticcio che sta già materialmente costando alle tasche di molti cittadini casertani. Recentemente il consiglio comunale ha modificato in sede di approvazione del piano dei tributi, pregiudiziale a quella del bilancio di previsione, una modifica del regime vigente riguardante il pagamento della Tari, cioè della tassa rifiuti: dalla possibilità di pagare fino a 3 soluzioni, si è passati alle 4 possibili rate. Apparentemente un vantaggio per i casertani, letteralmente scuoiati con il massimo delle aliquote, a causa del dissesto del 2011 a cui è seguito il dissesto del 2018. A quanto pare, stando al contenuto dalle rimostranze, espresse da alcuni cittadini, non esiste alcuna comunicazione del Comune che informi sulle modalità di rimborso di quanto pagato in eccesso.

Alcuni di questi contribuenti hanno fatto visita, nei giorni scorsi, agli sportelli della Publiservizi, eterno esattore a condizioni favorevolissime, del Comune di Caserta. La risposta incassa dai cittadini sarebbe stata la seguente: al 14 maggio scorso la Publiservizi non avrebbe alcuna ufficiale conferma di aver emesso bollette per importo errato, in quanto, la relativa delibera correttiva comunale sarebbe stata approvata solo a livello di consiglio comunale e non di giunta. Qualora poi, spiega ancora Publiservizi, dovesse essere confermato l’errore , il contribuente potrà fare ricorso per comunicare di aver pagato un importo superiore al dovuto. Successivamente chiedere il rimborso immediato o, in alternativa, l’accreditamento, cioè lo sconto, sulla prossima cartella esattoriale.

Rispetto a questi responsi ovvi, banali espressi dalla Publiservizi, c’è qualcuno che attraverso i social ha giustamente obiettato che non tutti i contribuenti, raggiunti già dalla cartella esattoriale errata, potrebbero essere informati dell’errore. Non si capisce neppure per quale motivo dovrebbero essere i contribuenti tartassati, a farsi carico delle spese e del fastidio di un ricorso per un errore non compiuto certo da loro. A questo punto la Publiservizi può fare solo una cosa: accedere alla sua banca data, alla sua anagrafe, e informare a sue spese i contribuenti dell’errore compiuto indicando già a monte la modalità del recupero della cifra erratamente versata.