LE FOTO CASERTA. Sul “ponte” sventola bandiera bianca: la città finita, distrutta tra ingorghi, cantieri infiniti, gente esasperata. Carlo Marino, secondo noi, tu non sei all’altezza di fare il sindaco

7 Ottobre 2020 - 12:32

Abbiamo selezionato solo qualche immagine. Molte famiglie non sono riuscite nemmeno ad accompagnare i figli a scuola. Due sottopassi chiusi in una città da cui si entra solo da due parti. Il tutto nel disinteresse totale del consolato Marino-Biondi che lavora h24 sulla gestione del potere

 

CASERTA(Gianluigi Guarino) Questa cosa che raccontiamo stamattina è simile a quella che abbiamo raccontato ieri (CLICCA QUI PER LEGGERE) sulle carenze mastodontiche della sanità locale sfociate nella morte di una donna di San Marcellino, residente nell’area di via Frosinone, colpita da una crisi cardiaca e soccorsa dopo molto tempo (ritorneremo più tardi sulla vicenda, ospitando una lettera del dirigente del 118 Roberto Mannella) dall’ambulanza targata Misericordia.

E’ simile perchè un’analisi superficiale dei fatti ti induce a trovare molte argomentazioni, molte cause di forza maggiore che sembrano deresponsabilizzare i titolari di alte, medie e basse funzioni istituzionali. Ma si tratta solo di un’apparenza, perchè casi come quello di San Marcellino rappresentano la proverbiale punta di un iceberg, dunque la conseguenza logica di una crisi cronica del sistema dei servizi nella sanità campana, del quale sono responsabili tutti coloro che hanno ricoperto, dal 1970 ad oggi, cioè dal primo vagito della Regione Campania, cariche istituzionali e che oltre a creare il disastro dei conti culminato in un commissariamento, superato da De Luca come saprebbe fare anche un bambino, cioè tagliando di tutto e di più, hanno anche fatto incancrenire il problema della efficienza dei servizi che avrebbero, se fossero appena diligentemente amministrati, una configurazione tale da garantire buoni standard e, semplicemente utilizzando le risorse messe a disposizione dal servizio sanitario nazionale, attraverso la Regione Campania, ad appannaggio dei cittadini che usufruiscono, a caro prezzo, sborsando tonnellate di quattrini, quando c’è da pagare le tasse.

Quel ritardo dell’ambulanza è dunque, solo apparentemente frutto di una contingenza sfavorevole, di una concentrazione numericamente stressante di chiamate legate più o meno direttamente al pesante ritorno di fiamma del covid. Il problema è che un uomo di governo che vive tra i privilegi e introitando stipendi sontuosi, dovrebbe, pardon, deve avere la capacità, utilizzando anche le strutture burocratiche che a Napoli, in quegli uffici di tutte le nefandezze umane e subumane, costano un botto, di prevedere e di prevenire, perchè già un mese fa si era compreso che questa seconda ondata, se non avesse avuto la densità degli eventi infausti della prima, avrebbe sciorinato sicuramente numeri molto più alti, legati alla necessità, comunque non eludibile, di tenere aperto il paese e conseguentemente la nostra regione e la nostra provincia, per evitare l’esito fatale per i tanti che, soprattutto per i piccoli imprenditori, magari scampando il covid, sarebbero stati accoppati, ammazzati, sarebbero morti per una crisi economica, senza precedenti negli ultimi 5 secoli.

Il tratto di similitudine rispetto a quello che è successo anche stamattina nella città di Caserta, è, almeno davanti ai nostri occhi, palmare: se tu sindaco Carlo Marino asfalti il sottopasso che da via Roma conduce a Viale Ellittico oppure all’imbocco dell’Appia e fai lavorare gli operai alle 8 del mattino mentre contemporaneamente tieni chiuso anche il sottopasso di Viale Lincoln e infliggi alla città una serie di sfibranti disagi per dei mini cantieri che non ne cambieranno certo la qualità della vita, significa che non sai fare il sindaco.

Sei simpatico, c’hai quel sorrisetto, come dice De Luca, sei intelligente, sei furbino, sai gestire le gare d’appalto, da vero gatto, insieme alla volpe Franco Biondi, ma il sindaco non lo sai fare. Perchè se hai anche ricevuto ieri l’avviso di allerta meteo non puoi comportarti come un normale cittadino, come un pensionato, il quale risolve la sua visione di una rubrica di previsioni del tempo erogata in tv dalla Giuliacci dinasty, con l’illuminante commento “azz, domani piove!“.

Si diceva, un tempo, piove, governo ladro. Noi che siamo garantisti ci limitiamo a dire per Caserta, piove, governo latitante. Piove e tu che cavolo fai? Blocchi la città con dei cantieri assurdi, non definendo magari un sistema di rotazione degli stessi presidiando la tempistica della realizzazione dei lavori e spedendo a controllare mister Biondi o qualcuno dei suoi allievi in modo che per una volta facciano veramente il lavoro per il quale sontuosamente pagati, almeno per quanto riguarda il super dirigente. No, non lo fai. Perchè i pensieri tuoi e di Biondi, scusa sindaco Marino se lo ripeto per l’ennesima volta, sono orientati, mentalizzati, concentrati solo ed esclusivamente sulla gestione.

E guarda, mi fermo qui, nel senso che non mi metto a ripetere la tiritera dei quasi 3 anni di proroghe garantiti ad Ecocar, della immonda vicenda di un soggetto giuridico che si chiama consorzio Ecocar, unico titolare legittimo del servizio di raccolta rifiuti e dunque anche delle proroghe a questo agganciate in maniera ombelicale e che invece viene sostituito con atto monocratico e onestamente senza precedenti di Biondi da un altro soggetto che di nome fa Ecocar srl, con un altro tratto identificativo, con un’altra carta d’identità imprenditoriale con un’altra partita Iva, non mi metto a dilungarmi ancora su tutte le cose che si stanno consumando nel settore degli affidamenti relativi al trattamento delle frazioni umide, alle incredibili composizioni delle commissioni aggiudicatrici di quella che per noi è diventata la famigerata Asmel (in verità, famigerata lo era anche per l’allora presidente dell’Anac Raffaele Cantone, oggi procuratore della repubblica di Perugia). E ancora, non mi metto a dettagliare le tante azioni che riempiono totalmente la giornata tua e quella dello “specialista” e amico di sempre che hai al tuo fianco e a cui hai attribuito un numero di deleghe da vero e proprio guinness dei primati.

Non mi dilungo perchè è sufficiente solamente far cenno, come ho fatto, a questo modus operandi per dire perchè non hai tempo (ma al di la di questo è la tua forma mentis che te lo impedisce, per pensare alla vita reale, alla giornata “in carne ed ossa” dei tuoi concittadini che stamattina non sono riusciti neppure ad accompagnare i propri figli a scuola, aggiungendo questo disagio a quelli già materialmente ed emotivamente catastrofici, inflitti dal covid.

Se poi qualcuno c’è riuscito, magari nel momento in cui si è liberato dall’ingorgo, ha pigiato un attimo sull’acceleratore spaccandosi il sedere e magari anche un braccetto della sua auto, in una delle diecimila buche che Caserta sfoggia, inerme e rassegnata, da tempo o annegando in quella che è diventata una sorta di attrazione da luna park, cioè il pozzangherone in cui le auto si immergono letteralmente, all’ingresso della Variante Anas-zona industriale e potrebbe tranquillamente ospitare una riproposizione, il sequel della famosa partita tra impiegati scapoli e impiegati ammogliati, assistita dalla simpaticamente famigerata “nuvoletta dell’impiegato” di fantozziana memoria.

Per cui, non c’entra nulla la pioggia o c’entra allo stesso modo per il quale c’entrano le difficoltà contingenti che hanno prodotto il ritardo, forse fatale, di quell’ambulanza a San Marcellino. Se uno non ha un piano, se uno non dedica tempo alla pianificazione e alla prevenzione, se uno non inquadra correttamente lo stato delle cose in modo da capire prima quali potrebbero essere le conseguenze di una precipitazione temporalesca, se uno nomina la giunta che ha nominato, fatta apposta per evitare che l’unica attività che conta, cioè quella della gestione del potere non venga disturbata o turbata da voci di dissenso o anche solamente dialettiche, significa che tutto sta facendo, ma proprio tutto, fuorchè il sindaco. 

 

QUI SOTTO UN’ALTRA SERIE DI IMMAGINI DELLA FOLLE MATTINATA CASERTANA, PARTENDO DA QUELLE DEI SOTTOPASSI CHIUDI DI VIA FERRARECCE E DI VIA ROMA