CASERTA. ORMAI E’ AVANSPETTACOLO. Il “dream team” di Carlo Marino nota la mancanza del parere dei revisori dopo 10 giorni. Il Bilancio di Previsione rischia di finire a gambe all’aria per l’emendamento Boccagna

7 Ottobre 2020 - 17:14

Una modifica al Bilancio già votato per mettere una pezza. Ma dell’assenza del verdetto del collegio lo sanno dal principio. Lo diciamo noi di CasertaCe e anche buona parte dell’opposizione in consiglio comunale

CASERTA – Sono passati alcuni giorni da quando su Casertace avete potuto leggere della discutibile decisione presa da Carlo Marino e dalla sua amministrazione, avallata dal voto del Consiglio comunale, di votare un bilancio di previsione che aveva ricevuto il parere negativo formale del presidente del collegio dei revisori, caso unico nella storia di questa città. E poi, come se non bastasse, una variazione a questo bilancio, il cosiddetto emendamento

Boccagna, che andava modificare il bilancio stesso. Per concludere il quadro non certo positivo della situazione, la variazione di bilancio non aveva ricevuto il visto dei revisori, passaggio obbligatorio.

Dicevamo, il tempo va e passano le ore dal momento del voto in consiglio comunale. E potete immaginare la nostra sorpresa quando abbiamo visto che dopo una decina di giorni dall’approvazione del bilancio e dell’emendamento, al comune di Caserta si sono resi conto che avevano fatto un vero e proprio guaio. In pratica, secondo quanto scritto nella delibera di giunta comunale del 30 settembre scorso, è stato l’ufficio Economico, guidato dal dirigente Franco Biondi, a notare la mancanza del parere del collegio dei Revisori dei Conti nella variazione al Bilancio presentata dal mariniano Andrea Boccagna. E, continuando a leggere tra le righe di questo atto, la variazione sarebbe stata inviata ai revisori il giorno 4 settembre, data in cui Boccagna avrebbe presentato l’emendamento. Quindi, per dirla in soldoni, secondo Biondi e Marino, la colpa di tutta questa situazione è dovuta al fatto che il collegio che si occupa di controllare i conti del comune non sarebbe riuscito in tempo (una settimana, il consiglio si è riunito l’11 settembre) a dare il suo responso su quanto inviatogli dal consigliere di maggioranza.

Ovviamente, cercheremo di capire se i revisori abbiano effettivamente ricevuto l’emendamento nei tempi che l’amministrazione comunale dichiara perché, anche se nel collegio non ci saranno i nipoti del minatore sovietico Aleksej Stachanov, crediamo che in 7 giorni sarebbero stati capaci di dare un giudizio su quel documento. Volendo fidarci della parola di Biondi, compiendo un esercizio dogmatico mai esplorato nella redazione di CasertaCe, restano ancora enormi dubbi su questa rivelazione di ufficio compiuta, cioè l’aver notato l’assenza del parere dei revisori sull’emendamento Boccagna.

Andando a cercare nel rapporto stenografico del consiglio comunale del 11 settembre scorso, quello in cui si è votato il bilancio di Previsione 2020-2022 e la variazione al bilancio stesso, più di qualche consigliere ha reso nota la notizia dell’assenza del parere dei revisori molto prima della delibera di giunta, oltre ai lettori del nostro giornale, che hanno potuto seguire i lavori dell’assemblea (LEGGI QUI PER L’ARTICOLO

). Nei banchi dell’opposizione, la prima a notare questa macroscopica mancanza prevista dal regolamento è la speranzina Norma Naim. La consigliera, oltre a sottolineare che la minoranza non ha avuto il testo dell’emendamento, denuncia il fatto che il parere dei revisori sulla variazione di Bilancio non c’è. Stessa cosa capita quando a parlare è il compagno di “partito”, Francesco Apperti, il quale, sollevando dubbi sulla trasmissione degli atti, si prende anche una cazziata dal sindaco Marino. Roberto Desiderio pone, anche lui, perplessità sulla possibilità di votare una variazione al bilancio senza sapere cosa abbiano detto al riguardo i revisori dei conti. A mettere i puntini sulle i ci pensa poi Antonio Ciontoli che dichiara chiaramente “se manca il parere dei revisori, questo emendamento non si può votare“.

E dalla maggioranza? Oltre allo scatto d’orgoglio di Marino, sentitosi accusato da Apperti di aver fatto girare il testo Boccagna solo tra i consiglieri pro-amministrazione, è Michele De Florio, presidente del consiglio comunale a spiegare che non c’è l’obbligo di invio del documento, ma solo il deposito in segreteria. Ed è proprio il segretario comunale Massi ad aggiungere che la notizia dell’emendamento va inserita semplicemente nella convocazione (nella convocazione del consiglio comunale del 10/11 settembre manca, non sappiamo se c’è un’integrazione). Alla fine, nonostante le parole e l’allarme lanciato dai consiglieri di opposizione, l’assemblea comunale ha approvato la variazione di bilancio.

Perché vi abbiamo fatto tutta la cronistoria? Perché la “rilevazione d’ufficio” che il sindaco Marino e Franco Biondi mettono nero su bianco nella delibera del 30 settembre è poco credibile, per non dire che pare una vera e propria panzana. La rilevazione è stata fatta dai consiglieri di opposizione, da CasertaCe e soprattutto dagli stessi revisori dei conti che mai hanno dato la loro approvazione o la loro bocciatura a un documento sul quale il collegio emette un parere esattamente come l’ha emesso sulla struttura generale del bilancio, così come questo gli è stato trasmesso all’indomani dell’approvazione da parte della giunta.

Ora, proprio la giunta comunale vota e richiede la ratifica al consiglio comunale, per eliminare proprio l’emendamento votato e difeso dal sindaco e da tutti i consiglieri che l’hanno votato. Perché questo? Probabilmente la paura di subire una sentenza del Tar su un’eventuale ricorso dei consiglieri di minoranza, ad esempio, che ufficializzasse l’illegittimità della delibera di consiglio comunale sull’approvazione del bilancio di Previsione, poiché mancante nella variazione del parere obbligatorio (ma non vincolante) del collegio dei revisori, ha fatto muovere qualcosa negli uffici di palazzo Castropignano.

A questo punto, pare un marchiano espediente per portare a casa il voto sul bilancio di Previsione quello utilizzato lo scorso 11 settembre. Un via libera all’emendamento, alla variazione sul bilancio patentemente illegittima, in quanto senza il parere obbligatorio dei revisori. Se questa non possiamo definirla una figuraccia, non sappiamo proprio quando usare questo termine, se si pensa che queste procedure sono le basi della gestione dell’amministrazione comunale che, a Caserta pare siano state dimenticate. Una pezza messa in un stile da dilettanti allo sbaraglio, nonostante i grandi esperti nel team del sindaco Marino, come il gerontico professor Federico Pica, l’alta professionalità di Girolamo Santonastaso e il factotum della città, Franco Biondi. E’ possibile che questo dream team non sia stato capace di alzare un dito e far notare a qualcuno che senza il parere die revisori non si può votare nessuna modifica il bilancio? Ci vogliono più di due settimane? Un ennesima prova di sciatteria amministrativa compiuta da questi uomini di potere casertani.

 

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LE DICHIARAZIONI DURANTE IL CONSIGLIO COMUNALE DELL’11 SETTEMBRE