MARCIANISE. Due omicidi nella faida di camorra. Salvatore Belforte chiede i benefici per i collaboratori di giustizia

19 Ottobre 2020 - 18:03

MARCIANISE – Si sta svolgendo in questi giorni il processo per gli omicidi di Giuseppe Farina e Giovanbattista Russo, avvenuti nella faida di camorra tra i clan Belforte e Piccolo. Salvatore Belforte, si autoaccusò di esserne il mandante e per questo motivo, il suo difensore oggi ha chiesto la concessione delle attenuanti generiche e i benefici previsti per i collaboratori di giustizia.

I due omicidi di Farina e Russo, uccisi tra il 1992 ed il 1997, si inseriscono a pieno titolo nella guerra che vide tra gli anni 1986/2007 contrapposti due clan, per l’egemonia territoriale dei traffici illeciti nell’area di Marcianise. In particolare, l’omicidio di Russo, detto ‘o Pechinese, maturò in quanto la vittima era affiliato al clan Piccolo, mentre il figlio Mario, a sua volta elemento di spicco di quel clan divenne poi a sua volta collaboratore di giustizia. Provvidenziali nelle indagini per far luce sul delitto, avvenuto in un’officina a Marcianise, le dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia.

Per i due delitti la Dda ha chiesto l’ergastolo per Domenico Belforte; 30 anni di carcere per Pasquale Cirillo, Felice Napolitano e Gennaro Buonanno, 20 anni per Salvatore Belforte e Luigi Trombetta; 12 anni per Bruno Buttone.

Prossima udienza ad inizio novembre per la sentenza.