E’ la nuova pacchia dei comuni casertani, ma l’Asmel è sempre più sotto tiro. Per il Consiglio di Stato è “illegittima”
17 Novembre 2020 - 17:44
Tempo fa c’era stata la dura presa di posizione dell’allora presidente Anac Cantone. Tanti gli articoli di Casertace sul consorzio, l’ultimo sulla strana composizione della commissione di gara per l’appalto sullo smaltimento dei rifiuti per la città di Caserta
CASALUCE – Da quando è nata, non ci ha mai convinto. In una sorta di piano inclinato, si è passati dagli uffici dei dirigenti comunali, alla presunta Stazione unica appaltante, divenuta ormai Stazione della turbativa d’asta, all’Asmel, questo strano consorzio di comuni che costituisce commissioni riempite da soggetti che nei comuni partecipano a gare d’appalto o a loro volta fanno parte di commissioni. E per questo nostro punto di vista c’è qualcuno che all’Asmel, facendo quello che fanno tutti coloro che sperano di tapparci la bocca, ottenendo ovviamente l’effetto contrario, e ha presentato querela. Una querela risibile che sarà sicuramente archiviata.
Per intanto, dopo che Raffaele Cantone, ex presidente Anac, oggi divenuto procuratore della repubblica a Perugia, tuonò proprio contro l’Asmel, sottolineando come esistesse un’illegittimità della Centrale di Committenza Asmel Consortile, contestando una presunta mancata rispondenza del modello organizzativo della Centrale con quello indicato dalla norma sulla centralizzazione degli acquisti per i Comuni non capoluogo, arriva un’altra brutta notizia per il consorzio. E parte dalla provincia di Caserta, precisamente da Casaluce, una lunga querelle giudiziaria che è finita al Consiglio di Stato. La Italimpianti, esclusa dalla Asmel Consortile, presso cui è stata espletata la gara per la progettazione, realizzazione e gestione in project financing di un tempio crematorio a Casaluce, ha presentato ricorso contro la decisione. Un procedimento arrivato al secondo grado di giudizio amministrativo.
Prima di addentrarci sul lato tecnico della sentenza del Consiglio di Stato, è interessante ricordare gli ultimi eventi che noi di CasertaCe abbiamo seguito (uno dei tanti) legati alla Asmel. Fu sorprendente, infatti, vedere la presenza nella commissione di gara per l’appalto sullo smaltimento dei rifiuti umidi urbani della città di Caserta di un operatore del settore che è stato prima scelto da un comune per supportare l’ufficio Rifiuti e poi ha proposto ditte per l’affidamento di servizi, parliamo di Filippo Virno al comune di Casagiove. Ci siamo chiesti, infatti, come fosse possibile che in una commissione appartenente ad una centrale di committenza che deve aggiudicare una gara per lo smaltimento/trattamento dei rifiuti umidi del comune di Caserta, confinante con quella di Casagiove, partecipano due società che hanno ricevuto durante il periodo di lavoro dello stesso Virno, l’identico affidamento. Per completezza, le ditte in questione sono la Sorgeko la Inchem.
I giudici del Consiglio di Stato sottolineano che Asmel non abbia i requisiti per essere considerata una centrale di committenza. “Per l’ordinamento italiano le centrali di committenza sono, invece, in ogni caso enti pubblici (province e città metropolitane), ovvero forme associative di enti locali quali “l’unione di comuni” o anche il consorzio di comuni – proseguono i giudici del Consiglio di Stato – Anche ad ammettere il ricorso a soggetti privati, dovrebbe, comunque, trattarsi di organismi in house, la cui attività sia limitata al territorio dei comuni fondatori, laddove, nel caso di specie, nella previsione di una legittimazione a svolgere funzione di centrale di committenza a livello nazionale mancherebbe sia il profilo del controllo analogo, sia quello dei limiti territoriali“.
Altro profilo censurato dai giudici amministrativi quello relativo alla corresponsione, a carico dell’aggiudicatario, dei costi di gestione della piattaforma Asmecomm, circostanza vietata dal codice dei contratti pubblici che l’Asmel porta avanti per ogni gara e appalto che viene affidato al consorzio.