LUTTO A CASALUCE. Muore la mamma del sindaco. Il dolore di Antonio Tatone: “Ho paura di non farcela”
21 Novembre 2020 - 15:58
CASALUCE – “Sono letteralmente a pezzi e, ancora, mi rendo conto di aver perso il bene più grande che esista al mondo… – con queste parole inizia il lungo post scritto dal sindaco di Casaluce Antonio Tatone dove esprime tutto il suo dolore per la perdita della sua cara mamma a causa del Covid -. Ho paura di non farcela. Ma per fortuna, la vita ti toglie ma ti da anche. Sono circondato da tantissimi affetti, da tantissimo amore ma anche da tante responsabilità. Ho fatto da padre al mio “fratellino” ed ora mi tocca sostituire la mamma anche se mi rendo conto che sarà una missione impossibile. É stata una grande tragedia che segnerà per sempre la mia vita. Niente sarà più come prima. Ma questo ciclone che ha investito la mia vita, mi ha fatto capire di amare tantissimo la mia famiglia e di non poter fare a meno del loro amore. Ho la grande fortuna di avere due figlie meravigliose G
E poi ci siete stati tutti voi. Non sono in grado di leggere niente ma mi hanno riferito di migliaia di messaggi arrivati tramite i social. Questo maledetto virus che ha strappato la vita alla mia mamma, ci ha impedito il calore di un abbraccio, una stretta di mano di condivisione per quelli che sanno che una mamma va conservata in una scatola segreta. Una tragedia nella tragedia aver visto intervenire la forza pubblica per evitare assembramenti nei pressi del cimitero. Avrebbe fatto tanto bene al mio cuore lacerato, abbracciare i tantissimi amici che hanno sostato li fuori per testimoniare la loro vicinanza.
Ho intravisto, ma non ne sono certo visto che mi sentivo in una bolla, anche presenze inaspettate visto i brutti momenti che stiamo attraversando. Mi hanno riferito di una marea di manifesti. Al momento non posso che ringraziare tutti quelli che hanno avuto questo pensiero per la mia mamma. Conto di farlo personalmente appena sarò in condizioni di farlo. Vorrei ringraziare tutti, uno per uno se mi fosse possibile. Ma non posso evitare di essere grato a tutti quelli che hanno avuto modo di lavorare con lei e che mi hanno fatto sentire ancora di più quello che ho perso ma, nello stesso tempo, mi hanno reso orgoglioso di aver avuto una mamma amata non solo da noi familiari ma anche da chi l’ha frequentata. So che la sua generosità, se potesse, suggerirebbe a tutti di essere vigili e di pensare che il mostro può essere presente in tutti i momenti della giornata. Lei, era una donna precisa, attenta e scrupolosa… già prima di uscire di casa, indossava la mascherina. Per eccesso di zelo, si era isolata da diversi giorni, eppure…è successo l’irreparabile! – e ancora -. È la morte più atroce per un essere umano andarsene per sempre senza uno sguardo amorevole, senza una ultima immagine di un figlio o di una nipote che lei tanto amava, da portare con sé. Parlo della mia mamma ma non posso dimenticare di essere il capo di una comunità per cui non auguro a nessuno di soffrire i nostri momenti di totale smarrimento per la nostra impotenza nel non poter far niente per cercare almeno di alleviare le sue sofferenze.