GARE TRUCCATE. LE PERQUISIZIONI DELLA FINANZA. Il 7 giugno 2019 scrivevamo all’ingegnere di ALVIGNANO e DRAGONI Leonetti di meditare sul fidanzamento della sorella
27 Novembre 2020 - 17:01
Grande amore o meno, o lui faceva venti passi indietro in una procedura di aggiudicazione per lavori da oltre un milione e 700 mila euro o dalla scena doveva scomparire l’imprenditore innamorato. E invece…
ALVIGNANO/DRAGONI (g.g.) – Mannaggia! Noi siamo costruttivi, vogliamo fare in modo che la gente non passi guai e invece niente da fare, non ci vogliono ascoltare. Il 7 giugno del 2019, circa un anno e mezzo fa, scrivemmo della relazione sentimentale tra la sorella dell’ingegnere Fabio Leonetti, dirigente dell’Utc sia del comune di Dragoni che di quello di Alvignano, quindi sia del sindaco Silvio Lavornia sia del suo collega Angelo Marcucci, e un noto imprenditore del beneventano, molto attivo, però, nelle aree del medio Volturno
Siccome questa impresa partecipava a gare d’appalto istruite dai comuni suddetti, attraverso un consorzio che ne coinvolgeva altri della zona e che fungeva da stazione appaltante, ci
Da allora ad oggi abbiamo perso di vista quella notizia, però abbiamo la sensazione l’indagine di cui è titolare uno dei pubblici ministeri più esperti e più preparati della procura di Santa Maria Capua Vetere, Gerardina Cozzolino, abbia a che fare pure con quel lavoro lì, con un appalto da un milione e 7oo mila euro per adeguamento della strada necessaria al collegamento alla rete provinciale e nazionale dei due comuni. Quell’affidamento, tenutosi presso il consorzio dei comuni appaltante, andò ad appannaggio dell’impresa Ceis, di cui è titolare Nello Sauchella, con sede a Vitulano, uno dei comuni che si trova alle pendici del monte Taburno, non dal lato della Valle Caudina, bensì da quello di Benevento.
Ora non vogliamo andare oltre, anche sapendo più cose di quelle che abbiamo appena scritto nell’articolo. Lo faremo quando esauriremo anche l’ultimo dei riscontri sull’identità dei 7 professionisti indagati, che riteniamo appartengano sia alla categoria degli imprenditori sia a quella dei dirigenti di enti locali. Non era stato difficile al tempo prevedere, in scienza e coscienza e non per semplice ed estemporanea divinazione, che se la Procura avesse trovato il tempo per metterci un po’ di animo e un po’ di cuore, qualcosa sarebbe successo. E se la pm Cozzolino, che ha lavorato a stretto contatto di gomito con gli uomini della Guardia di Finanza della tenenza di Piedimonte Matese, ha ordinato sette perquisizioni, vuol dire che ha già in mano elementi solidi per la formulazione dell’accusa di turbativa d’asta e forse anche di associazione a delinquere. E’ probabile, allora, che le perquisizioni siano state finalizzate a mettere a fuoco gli elementi che potrebbero dar corpo ad un’altra ipotesi di reato, quella che solitamente è connessa alla contestazione di turbativa d’asta.
Non c’è, infatti, turbativa senza che questa sia accompagnata dalla corruzione, che coinvolge da un lato gli imprenditori che la gara vogliono vincere, dell’altro lato i dirigenti comunali che, con buona pace di queste manovrine di depistaggio costituite dalla messa in opera di piccole e grandi centrali di committenza, continuano a dettar legge, redigendo il più delle volte bandi fatti per essere orientati nel momento dell’offerta tecnica, cioè quando la commissione aggiudicatrice si chiude in una stanza e valuta una serie di migliorie tecniche, restate spesso lettera morta, proposte dia partecipanti, attribuendosi grande discrezionalità, ma soprattutto appoggiandosi sui contenuti, già addomesticati a monte, del bando di gara. Questo è il momento decisivo, perché i punteggi dell’offerta tecnica vanno a paralizzare il più delle volte quelle dell’offerta economica, quando le cifre inserite in busta non arridano in prima battuta all’imprenditore che a monte della procedura ha già sistemato tutto. Ma proprio tutto.