Sapete di cosa si occupa l’azienda scelta da Carlo Marino per i buoni spesa Covid? Vende prodotti per l’erezione sessuale. Una truffa

13 Gennaio 2021 - 18:26

CASERTA – L’epidemia Covid era scoppiata da una settimana.
Correva il giorno 9 aprile 2020 quando la Dura Cosmetics Srl integrava il contenuto della propria attività aggiungendovi la produzione di software.

Il giorno 2 aprile, cioè sette giorni prima dell’ingresso negli atti registrati presso la Camera di Commercio di Caserta dell’attività secondaria della Dura Cosmetics, Carlo Marino – nella veste di presidente della sezione campana dell’Anci – annunciava fiero il lancio di una piattaforma digitale che avrebbe consentito agli aventi diritto di spendere presso i supermercati e i negozi di alimentari disponibili a farlo, i buoni spesa Covid 19, ovvero quel sostegno economico fornito alle famiglie disagiate.

‘’Una software house ha sviluppato e brevettato, in tempi record, un sistema di controllo e di gestione dei buoni spesa a 360°, togliendo così i Comuni dagli affanni.
La piattaforma web elimina a monte possibili comportamenti truffaldini, gestendo in maniera integrata l’intero ciclo di emissione e incasso dei ticket.
ANCI Campania ha ritenuto, quindi, che valesse la pena di sottoporla alla valutazione di tutti i suoi Associati che potranno liberamente aderire ’’.

Presidente Anci Campania
Dott. Carlo Marino

In 7.902 Comuni italiani non ci sarebbe alcun dubbio nel trovare riscontro reale ad una scontata deduzione: se questa impresa svolge attività di costruzione di software avanzati, come prima attività minimo qualche microchip alla Agenzia Spaziale americana lo vende. Se non un microchip, quantomeno della domotica spicciola. Insomma, qualcosa che abbia a che fare con l’innovazione e la tecnologia del ventunesimo secolo.
Ma qui non siamo in uno degli altri 7.902 Comuni italiani, e neppure in uno dei milioni e milioni di Comuni esistenti nel mondo.
Qui siamo a Caserta, e quando incroci una visura del genere, non puoi dare nulla per scontato.

Qui i percorsi non sono mai rettilinei, logici, genuini e trasparenti. Qui di eccellente c’è solo la capacità di collegare la propria esistenza alla pratica quotidiana delle scorciatoie, alla cultura dell’apparamento, dell’inciarmo e di tante altre cose che i nostri lettori leggono in Casertace da anni.

Attività primaria della Dura Cosmetics Srl: vendita di prodotti per l’igiene della casa e della persona via internet.

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Ora cosa c’entri l’igiene della casa con le piattaforme digitali lo sa solamente Carlo Marino e tutti gli altri, purtroppo non pochi, che la pensano come lui.

Finita qui? Eh no. Questo è il pianeta-Caserta, una sorta di grande parco dei divertimenti in cui non c’è limite alla trasgressione.
Entri nel sito, come normale che sia, il sito di Dura SRL, e leggi che vendono un siero ritardante per provare a mettere in sincrono e in empatia il piacere della coppia attraverso un meccanismo sorprendente: una pellicola che avvolge stile Domopack il rispettabilissimo organo sessuale maschile e allo stesso tempo, roba da premio Nobel, non altera la sensibilità e prodigiosamente fa in modo che questa non tracimi in una repentina risoluzione della faccenda; non meglio precisati “integratori sessuali per prestazioni senza eguali”, una polverina che “più la mandi giù, e più ti tira su” (della serie Pfizer non siete nessuno, fate i vaccini Covid perché col Viagra avete finito; infine “Crisalide”, una crema vaginale che “protegge e profuma in modo inconfondibile la parte più intima di te”.

Avete letto bene? Questa “Dura Cosmetics” Srl è stata scelta da Carlo Marino che l’ha proposta, si fa per dire, perché – ricordando quei giorni – tutti i Comuni avevano l’urgenza di muoversi velocemente – .

Logo di un’azienda denominata D.A.C. Srl, di fatto sovrapponibile a Dura Cosmetic: stessa partita Iva, stessa sede legale (via Roma, 114, Caserta) stesso indirizzo Pec.

Di Dac Srl in Italia ne esistono diverse. Nessuna di queste ha a che fare con Caserta, che invece si associa a una denominazione simili ma non uguale a quella proposta nell’iniziativa istituzionale dei buoni spesa: Dac Italia Srl.

Dac è la sigla della denominazione Dura Cosmetics.

Vabbè, voi di Casertace fate sempre i soloni: se hanno esposto questo brand, vuol dire che una cosa è la Dura Cosmetics Srl – soci e amministratori Alfredo Di Bello da Casapulla e Danila Serino da San Nicola La Strada – altra cosa, altra anagrafe commerciale è quella di D.A.C. S.r.l..

Non è così, perché le due società (che di fatto è una sola) hanno stessa partita Iva, stessa sede legale (via Roma, 114, Caserta), stesso indirizzo Pec.

E che eravamo cretini noi, che ci mettevamo a scrivere questo articolo se non avevamo scoperto che sede legale e partita Iva sono le stesse, identiche?

E d’altronde, se questa azienda, che continua evidentemente a svolgere la funzione primaria di vendita di prodotti migliorativi (si spera) del rapporto sessuale, ha inserito il 9 aprile scorso un’attività secondaria che abbraccia anche la realizzazione di software digitali, non c’è dubbio che più di dieci Comuni della provincia di Caserta hanno affidato quattrini pubblici ad un’azienda che formalmente non esiste.

Perché se fosse esistita, avrebbe avuto una partita Iva utilizzabile, al di là della sede che può essere anche la stessa, dato che quest’ultimo è un problema di ordine etico e non giuridico.

Ma la partita Iva no. Già in un negozio giuridico di diritto privato l’uso di un marchio aziendale inesistente o anche esistente che si associa alla Partita Iva di un’altra impresa, è illegale, figuriamoci in un rapporto tra un privato e il settore pubblico dei Comuni.

A questo punto, qualcuno di questi grandi amministratori locali ci favorisca la determina dirigenziale attraverso cui, aderendo alla convenzione proposta dall’Anci, ha chiuso l’accordo con queste due persone.

Dall’altra parte, il contraente privato si è configurato come Dura Cosmetics Srl o come D.A.C. Srl?

Perché se la determina che i vari Comuni casertani e napoletani hanno sottoscritto, contiene il nome di Dura Cosmetics, allora siamo di fronte a una sorta di pubblicità fraudolenta, che investe la sfera di un’etica, rispetto alla quale comunque i Comuni si dovrebbero chiamare fuori; se, invece, le determine in questione contengono la definizione D.A.C. Srl, collegando il negozio alla partita IVA  di un’altra società, allora siamo di fronte ad un reato. Si parte dall’abuso d’ufficio e non si sa fino a dove si arriva.

Per la cronaca, Dac Italia Srl, unica traccia esistente nel panorama delle imprese nazionali riferibile a Caserta, non è ancora formalmente registrata. Dunque, non esiste.

La sua partita Iva, naturalmente, è diversa da quella di Dura Cosmetics Srl.

Se siete riusciti ad arrivare fino a questo punto dell’articolo, ma vi rendete conto in che posto siamo e di che pasta sia fatto Carlo Marino?