ASL E LADRONI. I tentacoli della famiglia Stabile. “Panzarotto” socio occulto di Carizzone. Fiume di danaro a due strutture

12 Aprile 2021 - 13:05

Il giudice ha spiegato con chiarezza perche Antonio Stabile, figlio di Salvatore, patron del sindacato Fials, comandava nel Dipartimento di Salute Mentale a prescindere dal ruolo minimo di co.co.co. che esercitava

 

AVERSA(g.g.) Direttamente connessi alle valutazioni che il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Aversa Maria Gabriella Iagulli, firmataria dell’ordinanza relativa agli arresti Asl di Carizzone e compagnia, sono gli episodi contenuti all’interno del capo di imputazione provvisorio numero 3.

Abbiamo già scritto, in uno dei nostri precedenti articoli, che il gip ha escluso l’esistenza di una stabile associazione a delinquere tra gli indagati, negando dunque l’arresto per questo particolare e gravissimo reato regolato dall’articolo 416 del codice penale. Questo vale per il capo di imputazione numero 1, per il numero 2 e il numero 3. Dunque, i vari Carizzone, Ferrantino, Della Ventura, Michele Schiavone e Antonio Stabile non hanno messo in piedi, secondo il gip, associazioni a delinquere. Detto questo, tutto il resto dell’impianto accusatorio, oggetto della richiesta, formulata al tribunale di Aversa-Napoli nord, dalla Procura della Repubblica, precisamente dal pubblico ministero Giovanni Corona, è valutato dal giudice come pienamente valido e soprattutto meritevole dell’applicazione delle misure cautelari limitative della libertà personale, che, aggiungiamo noi, ripetendolo per l’ennesima volta, hanno retto perfettamente al vaglio del tribunale del Riesame di Napoli.

Fatta la dovuta premessa perchè noi siamo dei garantisti che solo la “lotamma” di questa provincia costringe ad assumere posizioni che almeno lessicalmente col garantismo sembrano non c’entrare, abbiamo voluto sottolineare questo aspetto, a riconoscimento dei diritti degli indagati.

Ritornando all’articolo da noi pubblicato sabato mattina (CLIKKA QUI PER LEGGERE) ci siamo soffermati, in quella circostanza, su una osservazione, operata dal gip, nei confronti di Antonio Stabile, detto panzarotto, ma soprattutto figlio di Salvatore Stabile, autentico dominus del sindacato Fials, attraverso il quale negli anni ha condizionato tantissimi aspetti della gestione della sanità in provincia di Caserta e nella zona aversana in particolare, creando un vero e proprio centro di potere economico e politico-clientelare che ha in diversi soggetti, pure indagati in questa ordinanza, primo tra tutti, Raffaele Ferrantino, i suoi interpreti operativi.

Il gip mette nero su bianco un ragionamento rapido e preciso: Antonio Stabile era solo un co.co.co. Conseguentemente il suo potere amministrativo avrebbe dovuto essere limitatissimo. Al contrario, entrava in tutte le partite più importanti, quelle in cui giravano più soldi, quelle in cui erano coinvolte strutture di assistenza, naturalmente iper convenzionate con l’Asl, di cui era socio occulto.

Questa precisa definizione esposta dal gip Iagulli, ci ha indotti a tornare oggi alla formulazione dettagliata del capo di imputazione numero 3, per il quale se è esclusa l’associazione per delinquere, è considerato perfettamente valido e riscontrato tutto ciò che secondo il pm scaturiva da questa associazione e che secondo il gip, invece, rappresentava un reticolato di interessi criminali comuni, coltivati in concorso e dunque con larga profusione dell’articolo 110 del codice penale.

Il capo 3.1 rivela i nomi delle due strutture verso le quali Carizzone insieme al commercialista Scarpa, insieme alla Rampone, insieme a Bonacci, ma soprattutto insieme al citato Antonio stabile, convogliavano ingentissime risorse economiche, sfornando a firma di Carizzone una determina dietro l’altra con cui andavano a coprire l’assistenza di una serie di soggetti i quali transitavano da un presidio sanitario più stretto, alla residenza all’interno di queste strutture.

Il gip lo dice chiaramente: sia la struttura gestita dalla cooperativa Verde Smeraldo, sia quella denominata Rosso Rubino, entrambe localizzate a Gricignano d’Aversa, avevano come soci occulti gli indagati di questo capo, cioè gli appena citati soggetti che in concorso, dunque, commettevano il reato di turbativa d’asta nel momento in cui, senza passare per alcuna procedura di gara, e attraverso affidamenti diretti, convogliarono cifre enormi verso Verse Smeraldo e Rosso Rubino. Di qui, le altre accuse si susseguono a cascata.

Dopo la turbativa d’asta, il trasferimento fraudolento di valori. conseguenza logica del discorso dei soci occulti. I riferimenti formali ed ufficiali della due cooperative erano infatti, Laura Messina per Rosso Rubino e i fratelli Giuseppe e Antonio Morlando per Verde Smeraldo.

Qui, il discorso si dipana in due sentieri differenti. Si inizia con Verde Smeraldo. La contestazione di abuso d’ufficio contenuta nel capo 3.6 infatti riguarda l’ingiusto vantaggio patrimoniale garantito alla compagine dei soci fittizi, cioè a Carizzone, a Stabile, Bonacci e compagnia, di questi affidamenti diretti per un importo totale di ben 535.159,12 euro.

L’operazione non sarebbe stata possibile nei tempi preordinati dal gruppetto di cui sopra. Ciò perchè l’accreditamento a Verde Smeraldo nell’elenco dei co-gestori dell’Asl di Caserta avvenne il 31 maggio 2018 quando la catena di montaggio delle determine di affidamento era già in azione da tempo. Carizzone, Antonio Stabile e gli altri utilizzarono dunque una cooperativa di Acerra, precisamente Gli Angeli, che dobbiamo ritenere fosse accreditata, per rendere apparentemente regolare le determine di affidamento precedenti al 31 maggio. In questo caso il reato di truffa è quantificabile nella cifra di 187.870,20 euro.

Abbiamo già scritto che nell’impianto di questa ordinanza il pm ha sempre inserito in coda alla filiera dei comportamenti illeciti, l’ipotesi di reato di peculato, ai sensi del 314. Il gip al pari di quello che ha fatto con l’associazione a delinquere non l’ha accolto perchè ha qualificato i comportamenti del peculato come parte integrante della truffa, al contrario pienamente realizzata.

Per cui, anche per quanto riguarda questa vicenda di Verde Smeraldo, Carizzone, Bonacci, Scarpa, ma soprattutto Antonio Stabile sono stati indagati, almeno in partenza, anche per il peculato.

Prosegue poi specularmente la narrazione delle ipotesi di reato relativa agli affidamenti alla coop gemella che, giusto per non determinare sospetti, era stata denominata, con supremo sforzo di fantasia, Rosso Rubino che qualcosa pure c’entra in termini di assonanza e di associazione di idee a Verde Smeraldo. Qui il meccanismo è lo stesso e i reati contestati al manipolo di cui sopra, il medesimo. Cambia solo la cifra.

Il capo 3.11, che contesta l’abuso d’ufficio, quantifica infatti, in 319.549,59 euro l’ingiusto vantaggio frutto degli affidamenti diretti, attraverso determina, di ricovero, cura e riabilitazione di pazienti psichiatrici. Conseguentemente si attiva il reato di truffa in concorso, anche in questo caso a carico di Carizzone, Antonio Stabile Bonacci, Scarpa e la Rampone, in quanto essendo Rosso Rubino nella stessa condizione di Verde Smeraldo, cioè di centro non ancora accredito nell’elenco dei co-gestori dell’Asl, operazione che manco a dirlo avvenne il 31 maggio 2018, nello stesso giorno in cui si perfezionò per Verde Smeraldo, individuarono una cooperativa, stavolta non la stessa di Acerra utilizzata prima, ma Terra Magica di Sessa Aurunca, come destinatario formale, ma non certo sostanziale di 63.972,30 euro pari agli importi erogati attraverso le determine di affidamento diretto, prima della data di accreditamento, cioè prima del 31 maggio 2018.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA