TOKYO 2020. E’ oro anche nella staffetta 4×100: l’Italia sul tetto del mondo. Tortu punzecchia gli inglesi: “It’s coming to Rome… again!”
6 Agosto 2021 - 19:41
NAZIONALE – Il capolavoro di una Olimpiade incredibile per l’atletica italiana e non solo arriva nella notte di Tokyo. I quattro cavalieri azzurri in corsia 8 alle 22.50 si guardano, si scrutano anche a distanza, ognuno dalla sua posizione sull’ovale dello stadio Nazionale. Basta un cenno, Lorenzo Patta, primo staffettista, parte, e da lì non li ferma più nessuno. Perfetto il primo cambio, Jacobs divora i cento metri come il giorno della sua finale Olimpica, passa il testimone a Desalu che lo anticipa e parte, il cambio è perfetto come la seconda curva. Tocca a Tortu, il velocista parte indietro rispetto agli inglesi ma non ce nè per nessuno, il recupero è strepitoso come il ‘tuffo’ finale (‘mi tuffo sempre, forse ho sbagliato sport’ dice Tortu scherzando) che consegna gli azzurri nell’Olimpo per un solo centesimo ai danni dell’Inghilterra, ancora una volta, dopo il calcio. “It’s coming to Rome di nuovo”, dice sorridendo Tortu dopo la gara.
La forza di un gruppo, come quello di Mancini regala all’Italia un’altra gioia, incredibile, immensa, storica. I quattro moschettieri, ‘tutti per uno e uno per tutti’, raggiungono un obiettivo che sembrava impossibile, ma adesso è realtà: campioni olimpici in staffetta. “Prima di entrare in pista, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che potevamo fare qualcosa di incredibile”, ha detto Jacobs. E’ medaglia d’ORO nella 4×100 metri per gli azzurri a Tokyo con il sensazionale record italiano di 37.50, quasi mezzo secondo in meno del 37.95 da primato in batteria, secondi di sempre in Europa e quinti di ogni epoca al mondo. E’ gioia e lacrime come quelle di Filippo Tortu a fine gara, è uno sventolare di bandiere, e parte in sottofondo ‘Notti Magiche’.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiama Giovanni Malagò per congratularsi con lui per le imprese degli azzurri, non solo della staffetta, ma per una Olimpiade da record. E il presidente della Federatletica ringrazia anche se “ho perso le parole, cinque ori sono un’impresa epica. Una spedizione di cui vado orgoglioso, si sono migliorati quasi tutti e chi non l’ha fatto è perché aveva problemi fisici”.