CASERTA. UNO SCHIFO. Ora l’amministrazione Marino-Biondi fa bandi in cui i costi sono maggiori dei ricavi. Vi spieghiamo i trucchetti di quello delle pulizie

27 Settembre 2021 - 19:28

Questo è il primo articolo. Domani ne pubblicheremo un altro e quel punto inseriremo la copia completa del disciplinare. La nostra idea: sono no limits. D’altronde, se nessuno gli dice niente e niente è successo possono osare l’inosabile

CASERTA (g.g.) – Questa volta non è stata posta neanche la tipica foglia di fico, perché come su come vengono organizzate le gare d’appalto farlocche del comune di Caserta potremmo ricevere una cattedra accademica per quante ne abbiamo raccontate. Però, nel meccanismo perverso della configurazione dei costi così come questa viene imposta ai partecipanti andasse addirittura al di là dei ricavi, vabbè, siamo alla sfrontatezza no

limits, alla caduta di ogni freno inibitore.

D’altronde, a Carlo Marino e Franco Biondi nessuno gli ha contestato nulla, per cui la loro esperienza in queste cose si è connotata attraverso un escalation della temerarietà, come in una sorta di gara in cui i protagonisti giocano con il rischio, sapendo che pur camminando su un filo esilissimo sopra un precipizio non cadranno perché non ci sarà nessuno che li lambirà nemmeno di striscio.

Gara d’appalto per il servizio triennale di pulizie e sanificazione ambientale negli immobili del comune di Caserta, dunque cimitero, palazzo Castropignano, caserma Sacchi, eccetera. Aggiudicazione con sarà attribuita quello che ormai è diventato il famigerato metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Importo della base d’asta pari a un milione e 780 mila euro iva esclusa (al 22%), che ripartiti per l’intero arco temporale dei tre anni fa 576 mila euro.

Ora, se la stazione appaltante, così come scrive sul disciplinare ha stimato i costi annui in 594 mila euro, com’è possibile che un’azienda possa rispondere ad una domanda simile, che darebbe l’opportunità di ricavare una cifra comunque inferiore, contando un ribasso decente, rispetto ai costi? Ecco perché hanno perso ogni freno inibitore, perché sanno che tranne questi fessi di CasertaCe, il disciplinare non lo leggerà nessuno. Né polizia, né carabinieri, né guardia di finanza, né procura. Ma allora ci si chiede che cosa l’abbiano fatta a fare questa gara. Prima di tutto perché le offerte devono arrivare entro il 25 ottobre. E dunque quale strumento di promessa elettorale ci può essere migliore di questo?

Sicuramente delle imprese che si occupano di grandi siti si saranno avvicinate e sicuramente avranno ricevuto garanzie matematiche sull’esito dell’asta. Ovviamente si sono avvicinati conoscendo solamente l’intenzione del comune di Caserta di mettere in piedi ‘sta roba, dato che nel momento in cui hanno già letto o leggeranno il disciplinare si andrà a creare una selezione naturale e allora rimarrà probabilmente una sola impresa, magari accompagnata nella sfida concorrenziale da qualcun’altra pro forma, giusto per far vedere che non sia stato deciso tutto prima, anche se con Ecocar Publiservizi non si sono mica vergognati di aggiudicare gli appalti all’unica azienda partecipante.

Altra domanda: e allora questo che vincerà è un fesso? No, non lo è, tutt’altro. Domanda all’autorità giudiziaria e in generale all’autorità inquirente. Avete idea di quanti siano i capitolati d’appalto, che poi hanno dato la stura ai contratti stipulati tra gli enti locali e le imprese aggiudicatarie, rispettati per almeno un 20% delle clausole d’impegno. Secondo noi, zero.

Anni fa pubblicammo tredici puntate di un’inchiesta giornalistica in cui dimostrammo che l’allora consorzio Ecocar, nonostante fosse titolare del servizio di raccolta dei rifiuti, per il quale introitava quasi un milione e trecento mila euro al mese, non aveva realizzato nulla o quasi nulla di ciò che si era impegnato a realizzare quale contraente. Insomma, requisiti la cui accettazione gli aveva consentito di aggiudicarsi l’appalto da 13 milioni di euro in 5 anni diventavano carta straccia, con conseguente riduzione dei costi. E’ successo qualcosa ad Ecocar dinanzi a quelle che erano prove provate di una gravissima inadempienza, che minava dalle basi tutto il processo che aveva portato all’aggiudicazione di quella gara? Zero. Non è successo niente.

E allora pensate che quelli che stanno nel comune di Caserta si facciano problemi nel girarsi dall’altra parte quando un’impresa che si aggiudicherà una gara in cui incredibilmente i costi sono superiori ai ricavi non farà nemmeno il 10% di ciò che si è impegnata a fare, a partire dalle modalità con cui assorbirà il personale già in servizio? E’ lo stesso discorso delle varianti in corso d’opera sugli appalti per lavori pubblici. Io vinco una gara da 10 milioni, poi siccome vengono fuori problemi improvvisi, che ovviamente il comune appaltante riconoscerà e certificherà, faccio due o tre varianti e così non solo recupero il mio ribasso – sicuramente vertiginoso e decisivo per l’aggiudicazione -, ma metto pure un bel po’ di soldi in tasca.

Questo è il modo di lavorare del comune di Caserta. Nei prossimi giorni faremo una breve appendice all’articolo, perché sempre Biondi si è superato nella richiesta di requisiti a dir poco oziosi, fantasiosi, ma che hanno, però, nella loro configurazione, il dono di tagliare fuori tutte le imprese con fatturati meno cospicui ma ugualmente serie. Perché non si può mai sapere: ci può essere sempre qualcuno che dice okay, faccio pure io il ribasso e come si suol dire vi rubo l’idea della diserzione sul fronte dei costi aziendali previsti dal capitolato. A presto.