Da oggi chiamatelo “Dottor Spenk”: si laurea nel pomeriggio Sergio Ferraro, elemento di spicco del clan Tavoletta-Ucciero. Sarà sociologo ma la sua storia va ancora presa con le molle

27 Ottobre 2021 - 13:40

In calce all’articolo il comunicato con tutti i dettagli dell’evento e con l’intervista rilasciata dal professore Charlie Barnao, suo relatore e riferimento unico per gli studenti-carcerati dell’università Magna Graecia di Catanzaro

 

VILLA LITERNO (g.g.) Bisogna valutare con equilibrio certe notizie: Sergio Ferraro, oggi 43enne, non è stato ,anzi non è perchè non ci risulta una sua dissociazione formale o addirittura una sua decisione di diventare collaboratore, un nome importante della camorra di Villa Literno. L’ultimo suo arresto risale al 30 luglio 2010, quando un’ordinanza firmata da un gip del tribunale di Napoli e chiesta dall’allora pm presso la Dda Annamaria Lucchetta, disarticolò un nuovo gruppo camorristico, nato sulle ceneri dell’antica e sanguinosissima guerra che all’inizio degli anni 200, insanguinò Villa Literno e non solo, contrapponendo, da un lato la camorra locale delle famiglie Tavoletta-Ucciero, dall’altro il gruppo di Bidognetti.

Questo gruppo era venuto alla luce da forme di rapporti di solidarietà carceraria attraverso cui massimo Ucciero che nella guerra contro i Bidognetti era stato in prima linea, chiuse il conto con il passato di scontro sanguinoso tra camorristi, realizzando un’intesa anche con elementi che avevano sparato dall’altra parte, cioè in nome e per conto di Bidognetti. A questa schiera apparteneva Gaetano Ziello che entrò a far parte dell’organizzazione, la quale riusciva a far partire dal carcere, soprattutto da quello di Melfi, tantissimi pizzini, passati durante i colloqui carcerari, contenenti indicazioni specifiche sugli elenchi delle attività economiche del territorio da sottoporre ad estorsioni senza risparmiare atti intimidatori, qualora fosse risultato necessario.

In quella nuova cellula camorristica, Sergio Ferraro aveva un posto di riguardo dato che la Dda lo considerava un pò come il fondatore della stessa, insieme a Massimo Ucciero, al fratello di quest’ultimo Vincenzo peraltro recentemente arrestato dopo aver ricominciato con le estorsioni a Villa Literno proprio insieme a suo figlio, e il citato Ziello. Ognuno di loro aveva un rango criminale, attestato anche dalla dotazione di soprannomi che sono rimasti nella memoria di chi si è occupato di camorra in quel periodo: Massimo Ucciero capaspaccata, Gaetano Ziello o ziell e Sergio Ferraro detto spenk.

Questo personaggio, un tenero cagnolino, un vero inno alla tolleranza che si innamora di una gattina, oggi pomeriggio si laureerà in Sociologia. I dettagli della notizia li potete leggere nel comunicato che pubblichiamo in calce. A Sergio Ferraro non si può non fare un plauso perchè una laurea in carcere è sempre una cosa difficile a cui arrivare, figuriamoci da una condizione di detenuto per reati gravi di camorra. Detto questo, però, sospendiamo il giudizio sul resto, magari confidando sulla possibilità di poter leggere la tesi che Ferraro discuterà e che sarà imperniata su lui stesso, sulla sua esperienza di camorrista, a cui è seguita l’esperienza di detenuto. Magari lì leggeremo qualche elemento che ci potrà convincere, in maniera indiscutibile, dell’effettivo ravvedimento di Ferraro e quindi di una possibilità reale che lui possa tornare in libertà ovviamente stando lontano dai suoi luoghi d’origine per costruire, a 43 anni una vera e nuova vita.

Gli studi e le conoscenze lo aiutano, dato che più sai, e più ti senti anche un pò ridicolo nella veste di camorrista o mafioso. Però, perchè la premessa diventi conseguenza, ci passa l’esercizio di una valutazione letterale di ciò che Sergio Ferraro spenk ha scritto nella sua tesi di laurea.

QUI SOTTO I PARTICOLARI DELLA NOTIZIA

“Dal clan al carcere. Percorsi estremi e paralleli”: e’ il titolo della tesi di laurea che Sergio Ferraro, 43 anni, gia’ affiliato al clan dei Casalesi, discutera’ oggi nella sala teatro del carcere di Catanzaro. Ferraro, condannato sulla base di oltre 150 capi di imputazione e detenuto da 21 anni, ha raccontato se stesso accendendo i riflettori sul proprio percorso di vita criminale e detentivo, con una consapevolezza facilitata dalla scrittura autobiografica. A renderlo noto e’ il relatore della tesi, il professor Charlie Barnao, docente di Sociologia all’Universita’ Magna Graecia di Catanzaro e delegato del Rettore per il “Polo universitario per studenti detenuti”.

Il metodo dell’autoetnografia – spiega il professore – rientra nell’ambito piu’ generale dell’etnografia. Ma mentre con l’etnografia il ricercatore studia le ‘culture altre’ per comprendere i soggetti al centro della sua ricerca, con l’autoetnografia il ricercatore e’ nel contempo osservatore e osservato, l’autore e il focus della storia. Lavori autoetnografici come questo possono servire a valorizzare fondamentali aspetti della personalita’ che hanno permesso la sopravvivenza in condizioni di vita estrema; cio’ puo’ assumere anche una significativa valenza dal punto di vista educativo e rieducativo. In particolare – prosegue Barnao – nella tesi di Ferraro emergono i principali aspetti della sua personalita’ che gli hanno permesso di sopravvivere in condizioni di vita estreme. Per quest’uomo, cosi’ come per Salvatore Curatolo (altro detenuto, studente in sociologia, che si e’ laureato nel luglio scorso a Catanzaro), studiare in carcere e arrivare alla laurea in sociologia e’ stato uno strumento di emancipazione dalla cultura criminale, e di trasformazione personale verso mondi, culture, modi di pensare, prima sconosciuti“.

“La tesi di Ferraro – conclude Barnao – e’ frutto di un lungo e difficile processo introspettivo di cambiamento. Si e’ trattato di un lavoro che e’ stato possibile realizzare anche grazie alla grande disponibilita’ e collaborazione dell’Amministrazione penitenziaria di Catanzaro, diretta da Angela Paravati, e dell’Universita’ con il suo Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia (Diges) diretto da Geremia Romano“. Quest’ultimo, che e’ anche presidente del Senato accademico, presiedera’ la commissione di laurea.