CONSORZIO DI BONIFICA. Todisco è un bravo ragazzo, ma con le nomine e i soldi sprecati sta facendo come Maisto e i predecessori: l’avvocato de Beaumont e il caso Mataluna che fa tenerezza

15 Dicembre 2021 - 17:14

CASERTA – Noi ci proviamo ad eliminare, così come abbiamo anche spiegato ieri sera in uno degli articoli dedicati alla vicenda Gisec, le asprezze retoriche, l’accentuazione nominalistica che di solito utilizziamo nei nostri articoli, non risparmiando poco o nulla a chi ricopre incarichi istituzionali e che, invece di difendere la seria e buona gestione in funzione degli interessi dei contribuenti, ne fa strage quotidiana per alimentare i propri amici ma soprattutto, diciamocelo, per abbeverare direttamente o indirettamente le diverse ditte della politica locale perennemente a fauci aperte.
Ieri sera e anche stamattina ci abbiamo provato con il presidente della provincia Giorgio Magliocca.
Ma non ci siamo riusciti.
E non ci siamo riusciti perché questa roba che si autodefinisce politica ce l’ha con noi; perché mentre ci abituiamo e facciamo il callo a ogni nefandezza, in modo da poterla trattare con maggiore self control, inventano dispettosamente una nefandezza nuova, più estrema, davanti alla quale rimaniamo sorpresi e non riusciamo ad attivare alcun freno inibitore .

Per cui, a voler essere generosi, diamo del cretino a Magliocca e gli va anche bene, perché se è cretino è inconsapevole di quel che sta combinando, se non lo è allora è consapevole e il suo mondo non può essere considerato lontano da quello che la Dda ha messo, aggiungiamo noi finalmente – meglio tardi che mai – nel proprio mirino, inquisendo per reati di camorra soggetti quali Pasquale Capriglione, il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello, in pratica la struttura portante del sistema di potere di Giovanni Zannini, nel quale si è impelagato, come gli abbiamo detto anche di persona, Magliocca, che potrebbe essere salvato solamente da una formale dichiarazione di incapacità di intendere e volere.

Lo stesso proponimento di autolimitazione dialettica lo vogliamo fare nei confronti del neo-commissario straordinario (altro aggettivo con cui la Regione continua a perculare tutti) del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, che da qualche anno ha assorbito anche quello Aurunco.
Francesco Todisco, dunque, è un bravo ragazzo, nell’accezione della famosissima canzoncina americana celebrativa di addii al celibato e compleanni.
Assodato questo, gli atti che sta compiendo hanno due difetti gravi.
Il primo: non marcano assolutamente alcuna discontinuità metodologica rispetto a quelli compiuti dal variopinto Carlo Maisto, autodefinitosi la “mano lunga della Regione Campania” al tempo in cui Stefano Graziano, sempre uno in grado di promuovere delle prime scelte del diritto, della scienza commerciale ed economica, dei professori universitari quali propri fiduciari negli enti di sottogoverno come aveva già dimostrato con la fantasmagorica nomina di Raffaela Pignetti a capo dell’Asi.

Il secondo: Francesco Todisco non dà alcun segnale di aver letto il testo integrale del breve decreto con il quale il governatore De Luca (mica fesso, lui si mette a posto con la legge) lo ha nominato, attribuendogli l’unico potere di portare avanti la gestione ordinaria, attribuendogli 6 mesi di tempo per convocare formalmente l’assemblea dei consorziati in modo da ricostituire il corso legale di una società il cui funzionamento tecnico è materia del Codice Civile.

Una condizione di regolarità statutaria da raggiungere attraverso il voto democratico di ognuno di questi consorziati, di ognuno dei coltivatori diretti, che del Consorzio rappresentano quello che nella Costituzione è definito con sacralità laica il “popolo sovrano”.
Ci piacerebbe, al riguardo, stimolare una dialettica con Todisco su questi due punti.
Partiamo dal primo e dalla posizione dell’avvocato Francesco de Beaumont, non sappiamo se discendente del famosissimo Luchino Revelli de Beaumont che morì a 97 anni nel suo letto dopo aver fatto di tutto per Gianni Agnelli, da presidente di Fiat France, di Fiat Brasile e di Fiat Argentina, ed essere stato sequestrato a Parigi proprio da alcuni argentini che misteriosamente, poi, lo rilasciarono.
Scusate la digressione, ma ce la siamo concessa per ingentilire una vicenda non certo appartenente alle trame dell’alta finanza degli anni ’70.
L’avvocato de Beaumont da Avellino era stato già ospite di Casertace per un primo incarico di consulenza attribuitogli dal suo conterraneo Francesco Todisco.
5mila euro giusto per gradire.
Scrivemmo: commissario Todisco, gentilmente non cominciamo con la solita ricotteria.
Glielo avremmo detto anche di persona di non esagerare, se ne avessimo avuto la possibilità.
Risposta: un contratto di non meglio precisata consulenza di 3 mesi.
Ok, siccome Todisco non si fida della fauna famelica di quegli uffici, si è portato un uomo di sua fiducia.
Però noi non sappiamo quante ore stia qui questo de Beaumont.

Sappiamo però leggere l’atto deliberativo di incarico n.59 del 5 novembre scorso: 2mila euro netti al mese più oneri di legge, annessi, connessi e, avrebbe detto il Turco Napoletano, “lavatura e stiratura”.
Perché se lavatura si può considerare un rimborso spese, quandanche non definito nel suo tetto massimo e attribuito ad un semplice consulente che per definizione non dovrebbe rappresentare una risorsa stanziale o quotidianamente viaggiante, sicuramente è stiratura con tanto di proverbiale gesto che Totò ha consegnato alla storia della comicità, quello che Todisco definisce “trasferimento”.
Un’indennità che non c’entra col rimborso spese, ma è un’altra cosa.

Direbbe il bravo quandanche illiberale Maurizio Crozza: ‘zzo significa trasferimento?
Che significa non lo sappiamo. Parimenti ci è sconosciuto quanto costerà ai contribuenti, ai consorziati, ai contadini, questo trasferimento dell’avvocato de Beaumont. E quanto costerà questo rimborso spese, visto che né l’una né l’altra voce sono quantificate almeno come tetto massimo, al punto da poter ritenere che se l’avvocato irpino spendesse 10mila euro al mese per la sua attività di consulente, questi gli sarebbero rimborsati tutti.
Avete capito allora perché abbiamo paragonato questa cosa del trasferimento alla stiratura con annesso gesto, che colleghiamo al concetto di fregatura.

Rispetto a questa cosa di de Beaumont ci strappano un sorriso i 900 euro al mese, per 90 giorni, garantiti al mitico Salvatore Mataluna, prima impiegato e poi direttore di banca a Maddaloni, più volte consigliere comunale, assessore e anche candidato a sindaco, sempre in linea di massima collegato alla coalizione di centrodestra.

E qui ci viene da dare un buffetto a quel sant’uomo di Enzo Santangelo, che con grande pazienza continua a militare nello stesso partito di Nicola Caputo, che non l’ha votato alle elezioni regionali, non l’ha fatto votare e ora, in pratica, non gli fa mettere scopa a terra, perché quando ci sono state le nomine importanti da fare, Scabet in primis e ultimamente Gisec, dove addirittura l’assessore regionale teverolese avrebbe voluto riesumare nientedimeno che l’ex sindaco di Villa di Briano Dionigi Magliulo, tutti i giochi li ha gestiti lui, consegnando il buon Santangelo ad un ruolo di mera comparsa, che oggi, grazie evidentemente alle lucidissime strategie del dipendente in comando dello stesso Consorzio di Bonifica, il Clemente Di Rosa detto il Richelieu di Galazia, fa questa operazioncina di Salvatore Mataluna (che onestamente glieli davamo noi questi 900 euro a mese, visto che è in pensino, per farci fare un po’ di contabilità).

Dobbiamo scrivere un altro articolo, nei prossimi giorni perché, non ce ne voglia il bravo ragazzo Todisco, ma noi di Casertace la mosca sotto al naso non ce la facciamo passare.
E se incrociamo il nome di Edoardo Sabbatino come nuovo-vecchio fornitore di servizi del Consorzio, in talebana continuità con il passato, che facciamo, mica ci possiamo girare dall’altra parte?

Magari ci spiega lei, commissario, e trovandosi ci dice anche per quale motivo i 17 milioni di euro di un antico contenzioso con la Regione Campania finiranno su un contro cointestato allo stesso Consorzio e a quei due altri campionissimi e inossidabili De Nardo e Marotta che gestiscono un potere dall’entità incomprensibile o molto ben comprensibile a capo di quell’altra schifezza di Campania Bonifiche, che poi vorremmo capire cosa bonificano dato che dovrebbero iniziare a bonificare se stessi e gli enti che indecentemente gestiscono e continuano a gestire proprio perché si rendono affidabili rispetto a cose come quella dei 17 milioni di euro che andremo ad approfondire.

Il secondo motivo è nei fatti perché tutte le cose che Todisco ha messo in cantiere a tutto lasciano pensare eccetto che, alla scadenza dei 6 mesi lui, nel rispetto del mandato ricevuto, andrà a convocare l’Assemblea.