Come volevasi dimostrare. Super gara dei disabili di CASERTA capoluogo nelle mani del clan dei casalesi. Ricorda direttore De Biasio quando lo scrivevamo ogni giorno?

16 Dicembre 2021 - 13:26

Nel 2018 scrivemmo almeno una decina di articoli e ci recammo sul posto a scattare foto della sede localizzata dietro all’ospedale civile. Nonostante le nostre denunce, le nostre esortazioni, l’Asl andò avanti. Ora è assolutamente necessario pubblicare i nomi dei componenti di quella commissione aggiudicatrice

 

CASERTA – (g.g.) Correva l’anno 2018, al timone dell’Asl di Caserta c’era una delle tante persone che, noi riteniamo non abbiano svolto la propria funzione, per giunta remuneratissima, nell’interesse dei cittadini e del corretto e mai anti economico utilizzo delle pubbliche risorse.

Mario De Biasio si muoveva utilizzando anche la copertura politica di Gennaro Oliviero, che nella scorsa consiliatura era “solo” consigliere regionale, mentre oggi è asceso al rango di presidente dell’assemblea elettiva più importante della Campania.

Non siamo ancora riusciti a trovare nel nostro archivio la serie di articoli con i quali lanciavamo un forte allarme di fronte all’esito della gara d’appalto per la gestione dei servizi socio sanitari con telemonitoraggio sanitario dei pazienti ed attività alberghiere in modalità global service presso la Residenza Sanitaria Assistita e del Centro Diurno per disabili di Caserta.

Impegnammo molte energie e andammo anche a fotografare questa sede che si trovava e riteniamo si trovi ancora alle spalle dell’ospedale civile, in direzione rioni, non lontano da un’altra sede al centro di mille polemiche, quella della Napoletana Gas. Andammo all’attacco perchè, scorrendo le visure camerali, incrociammo quella che i francesi definirebbero la “creme de la creme”: Pasquale Capriglione con il consorzio Nestore, già popolato di prestanome e rispetto al quale lui si era già ritagliato un posto di semplice consulente, ma che in realtà controllava ieri come oggi; Maurizio Zippo, in nome e per conto della cooperativa Proimavera; Gennaro Bortone rappresentante del consorzio Filipendo, per la cooperativa Il volo Orlando diana ex consigliere comunale di San Cipriano, ritenuto dalla Dda vicino a Michele Zagaria che l’avrebbe votato e fatto votare alle comunali. Dulcis in fundo, quello che definimmo “o mast e fest“, cioè Luigi Lagravanese, anche lui di San Cipriano, molto spesso indagato e una volta anche arrestato proprio per le trame relative a presunte cointeressenze tra i servizi lucrosissimi garantiti dagli appalti sociali e il clan dei casalesi.

Da quegli articoli da noi pubblicati sono trascorsi poco più di tre anni. Puntualmente, quella vicenda è andata a finire nell’indagine, condotta dalla Dda e che ha portato alle pesanti perquisizioni ai danni di 20 indagati, durante le giornate di giovedì scorso e la mattinata di venerdì.

Di fronte a quegli articoli, Mario De Biasio, che peraltro non era lontano dalla pensione, per cui era disposto anche a rischiare di più rispetto al solito, non se lo fece, come si suol dire, passare neppure per l’anticamera del cervello. Con la spavalderia e l’arroganza tipica del mandarinato casertano che ha dettato legge gestendo miliardi di euro nei vari enti pubblici e in accordo con politici di riferimento, De Biasio non volle nemmeno svolgere un supplemento di verifica.

Il fatto che Nestore non avesse più l’interdittiva antimafia, che gli era stata appioppata un paio di anni prima e che queste altre cooperative tutte made in Casal di Principe e San Cipriano, stessero nella white list, lo indussero a fare anche in fretta e ad aggiudicare quel ricchissimo bottino che poi eventualmente se a questo decreto di perquisizione, seguirà anche un’ordinanza, vi renderete conto quanti soldi hanno intascato i componenti di questo gruppetto di personcine perbene.

Della serie: si campa anche di soddisfazioni. Scrivemmo che quell’appalto era infiltrato dalla camorra, ora De Biasio, che figuriamoci se se ne fotte della questione morale, dovrebbe inchinarsi davanti al lavoro di CasertaCe perchè la Dda configura già quello che potrebbe diventare di qui a poco un capo di imputazione provvisorio in un’ordinanza: Pasquale Capriglione e Luigi Lagravanese, Maurizio Zippo, Orlando Diana, Gennaro Bortone turbarono quella gara e “se la papparono”.

Ora, se degli imprenditori sono accusati di turbativa d’asta ai sensi dell’articolo 353 del codice penale o del 353 bis, a seconda del modo con cui questa gara è stata truccata, vuol dire necessariamente che nè l’Asl di Caserta, nè la commissione aggiudicatrice c’è stato uno o più persone che hanno fatto in modo che l’appalto fosse attribuito con il trucco ad esponenti vicini al clan dei casalesi. Capito, De Biasio. Lei si dovrebbe vergognare per come commentava al tempo i nostri articoli.

Ovviamente noi non è che possiamo aspettare l’evoluzione di questa indagine. Per puro onor di firma, chiediamo al direttore generale attuale Ferdinando Russo di farci avere i documenti relativi all’intera procedura, dal bando ai verbali di aggiudicazione provvisoria e definitiva, fino al contratto stipulato tra questi galantuomini e l’Asl di Caserta. Ovviamente, non ce li daranno, ma noi abbiamo qualche risorsa per informare i nostri lettori sulla identità dei componenti di quella commissione. Non perchè questi debbano essere necessariamente coinvolti o implicati, ma perchè, se la Dda formula un’accusa, annodata con aggravanti camorristiche, di turbativa d’asta rispetto ad un appalto, è dovere del cronista pubblicare il nome di chi quella gara ha aggiudicato, rimanendo a disposizione, successivamente, con chiunque volesse precisare ed esporre il proprio punto di vista.