MARCIANISE. Il giostraio e la giostra impazzita: ufficiali le dimissioni dell’ingegnere Fuschetti. Mai vista una roba del genere. In decine sono scappati e la Prefettura cosa fa?

9 Febbraio 2022 - 17:37

Di questa intenzione avevamo già scritto alcune volte e qualche giorno fa in particolare. La domanda che poniamo alle istituzioni d controllo è la seguente: con una quindicina di dirigenti e alti funzionari scappati a gambe levate siamo sicuri che quello di Marcianise non integri uno status di eccezionalità che può indurre un’autorità di governo a dare un’occhiata, pur rispettando il solenne titolo democratico del mandato popolare?

 

 

MARCIANISE – Siamo proprio sicuri che un Comune che in pochi anni perde e acquista decine di dirigenti tra segretari comunali, capi-ripartizione, in una vera e propria giostra attivata dal più grande giostraio di Marcianise, non debba essere argomento di analisi e riflessione da parte di organi di controllo?

Siamo proprio sicuri che il solenne titolo della democrazia rappresentativa costituita, nel caso delle amministrazioni comunali, dall’elezione diretta del sindaco, blocchi o addirittura renda illegittimo anche il più discreto dei sindacati ispettivi che un governo nazionale nei territori realizza attraverso le Prefetture, che servono proprio a questo?

Qualcuno potrebbe rispondere: solo in casi eccezionali. E più eccezionale del caso-Marcianise, divenuto anche e soprattutto un affare di neuropsichiatria, dove lo trovi in Italia, in Europa o nel mondo?

Se vogliamo sgranare il rosario facendo qualche nome, perché sono così tanti che il brodo si allungherebbe fin troppo, di quelli che hanno preceduto Anacleto Fuschetti, dirigente

dell’Area Tecnica che oggi ha reso ufficiali le sue dimissioni (da noi annunciate qualche giorno da con tanto di nome del suo probabilissimo sostituto), ricordiamo che al tempo in cui Velardi è diventato sindaco di Marcianise è stata semidistrutta l’esistenza del suo compagna di scuola Onofrio Tartaglione, un uomo un kamikaze, che seguendo le direttive del sindaco ha rischiato seriamente la galera e oggi, riparato nel Comune di Portico di Caserta, deve affrontare diversi procedimenti giudiziari per reati molto seri, a partire da quello arcinoto dei permessi falsi che vedono imputato anche Velardi.

Dopo Onofrio Tartaglione e dopo la mozione di sfiducia votata dal consiglio comunale, il commissario prefettizio nonché vice-prefetto vicario prefettizio di Caserta Michele Lastella, nominò una segretaria comunale che provò anche a rimanere in carica dopo la vittoria elettorale che Velardi colse, di strettissima misura, nel ballottaggio dell’ottobre 2020, ma dovette scappare letteralmente a gambe levate, confidando a qualche conoscente la sua incredulità, che potremmo riassumere in una sola frase: ma questo veramente è un sindaco? Dai, siamo su Scherzi a Parte.

Sì, è proprio un sindaco, in quanto legittimamente eletto dal 50,8% dei cittadini di Marcianise. Un pensiero speculare percorse la segretaria comunale successiva, Virginia Terranova, che rimase in carica pochi mesi prima di girare i tacchi e andarsene, sostituita da Iacobellis la quale, giusta ragione, si ritiene letteralmente stalkerata – avendolo messo nero su bianco dopo essere stata costretta a mettersi in congedo e a lasciare il Comune.

Per quanto riguarda l’Area Tecnica, buttiamo lì qualche nome: Fulvio Tartaglione, Gennaro Spasiano, Fiorenzo De Cicco, Francesco Giacco.

E ancora, Francesco Saverio Letizia, uno dei più entusiasti sostenitori di Velardi, costretto ad andare via come tutti i suoi predecessori a causa di rapporti quantomeno problematici con il primo cittadino.

E guardate, non sono certo tutti i nomi di coloro che, letteralmente inorriditi, hanno lasciato gli uffici di Piazza Umberto I.

E allora, siamo proprio sicuri che il prefetto di Caserta, il quale – sia detto con il massimo rispetto della sua funzione – sembra aver cominciato il suo mandato inaugurando la pratica dell’astensione sistematica che i prefettizi, di solito, travestono di una malintesa e onestamente impropria prudenza istituzionale, che è tutt’altra cosa e che certo non dovrebbe mai essere inazione.