Casertano condannato in Cassazione, ma era morto da 5 mesi

14 Febbraio 2022 - 20:45

CASERTA – “La mancanza del soggetto nei cui confronti si esercita l’azione penale si traduce nella mancanza di uno dei presupposti essenziali del processo“. In questo modo si può riassumere la motivazione per cui la corte di Cassazione ha annullato la sentenza di inammissibilità del ricorso e quindi la conferma della condanna ai danni di un casertano, deceduto 5 mesi prima della decisione dei giudici della Suprema Corte.

A.M. aveva ricevuto una decisione a suo sfavore emessa dalla corte di Appello di Napoli, che aveva dichiarato la sua colpevolezza e quindi la condanna nel settembre 2017. Successivamente, l’uomo aveva presentato ricorso presso la corte di Cassazione, i quali giudici avevano dichiarato inammissibile il ricorso nel luglio 2019. È stato il tribunale di Santa Maria Capua Vetere a segnalare come A.M. fosse spirato nel febbraio del 2019, quindi prima della decisione della Corte di legittimità.

Per questo motivo, corte di Cassazione ha revocato la sentenza e ha disposto “l’annullamento senza rinvio per essere i reati estinti per morte dell’imputato”.