CAPUA. Ci risiamo co’ ‘sto Modugno. Il rimborso impossibile dei biglietti di una lotteria di più di due anni fa e la necessità di fare solo una cosa: il rendiconto dei soldi incassati

1 Aprile 2022 - 12:55

Figuriamoci se una roba partita nel febbraio 2020, con l’allora sindaco Luca Branco a fare la parte di Sofia Loren al grido di “accattatavill” e di cui non si parla più dal 1 dicembre 2020 possa essere chiusa oggi pensando che le persone che a suo tempo comprarono il biglietto lo abbiano conservato. La verità è che Modugno e i componenti del comitato dovrebbero dire quanti soldi sono stati incassati e se questi non ci sono più mettere mano in tasca utilizzando i fondi per scopi sociali riguardanti la città di Capua

 

 

 

CAPUA(g.g.) Ma voi pensate seriamente che CasertaCe trascorra il suo tempo e le notti di chi ci lavora all’interno, per pensare e per rimuginare  sulle sorti della mega lotteria, indetta e lanciata all’inizio di febbraio del 2020 dal famoso comitato “Capua&…20”, un nome su cui ci sarebbe da fare qualche battuta che però evitiamo solo per non allungare più di tanto il brodo? E pensate pure  che  le giornate di CasertaCe e di chi ci lavora siano impegnate a sforzare le loro meningi per raccontare la vita e le opere del signor Raffaele Modugno o di suo figlio Gianmaria? Se qualcuno lo pensa, è completamente fuori strada. Di per sé, infatti, degli eventi riguardanti il comitato “Capua &…20” e di quelli che segnano l’esistenza della famiglia Modugno, nun’

ce ne po’ fregà de meno. Il sottoscritto e tutti quelli che lavorano per CasertaCe non conoscono di persona i Modugno appena citati, con loro non hanno mai parlato, né al telefono, né attraverso una chat e né si prevedono contatti diretti o indiretti nei prossimi tre mila anni. Ovviamente ci riferiamo a contatti diretti o indiretti di tipo personale, attinenti ad una scelta individuale di aprire una conversazione o di intrattenere un rapporto privato con i suddetti.

Diverso e auspicabile sarebbe, invece, il discorso relativo a possibili rapporti ufficiali, diciamo così, istituzionali, grazie ai quali Raffaele Modugno e il figliolo, così come li abbiamo invitati a fare più volte, esprimano delle opinioni sui nostri articoli con regole di confronto condivise, ma ortodossamente, all’interno del perimetro espositivo di CasertaCe. Un confronto che fino ad oggi è stato rifiutato, al punto da farci ritenere che poco i Modugno abbiano da dire sui rilievi posti da questo giornale sul loro agire su questioni di interesse pubblico, le uniche che interessano a questo giornale. Se dunque stamattina torniamo a citare un Modugno, nella specie Raffaele Modugno, è solo e solamente perchè, (e vi garantiamo avremmo evitato volentieri) ci sono arrivate sul nostro indirizzo di posta elettronica e sulle nostre messaggerie altre segnalazioni, le ennesime, riguardanti l’ormai famigerata lotteria dei 50mila biglietti, quella, per l’appunto, organizzata dal comitato “Capua &…20” di cui Raffaele Modugno è stato uno dei fondatori ed è stato (o lo è ancora, perchè quest’ultima cosa non si capisce e non ci è assolutamente chiara) e di cui ci siamo occupati già in un paio di articoli pubblicati qualche mese fa.

Quando si affronta una questione complicata, complessa, intricata e intrigata, lo sforzo che bisogna fare è quello di provare a semplificarne il racconto.

All’inizio del febbraio 2020, la città di Capua, come ebbe a dichiarare testualmente Raffaele Modugno in una intervista rilasciata al blog di Adolfo Villani, ex Consigliere Regionale, ex Segretario Provinciale di Democratici di Sinistra e oggi ritornato in auge come candidato sindaco di una coalizione di centro sinistra alle prossime elezioni comunali che si svolgeranno il 12 e il 13 giugno prossimi, con eventuale coda di ballottaggio fissata per il 26 e il 27 giugno, la città aveva subito una improvvisa “esplosione di idee”.

Questo sarebbe accaduto a seguito della costituzione del comitato “Capua…&20” nel quale già si riconosceva la leadership  presidenziale del Modugno. Avendo recuperato oggi, a poco più di due anni di distanza, questa notizia di cronaca, che di cronaca è in quanto  un’esplosione è sempre un’esplosione, abbiamo cominciato anche a dubitare del fatto che l’epocale pandemia del Covid non sia stata innescata,  durante quel febbraio, dal famigerato laboratorio cinese di Whuan bensì dall’inopinato mescolamento tra i fumi di questa esplosione di ingegni e di materia grigia fino ad allora repressa  sfortunatamente mescolatisi con le emissioni della storica industria chimica Pierrel.

Insomma, cose grosse. Perchè scherzi a parte, quell’intervista, concessa da Modugno al blog di Adolfo Villani, costituì una sorta di atto di nascita del comitato, che non era una cosa fatta così per passare il tempo, ma raccoglieva, come poi sarebbe stato dimostrato dagli avvenimenti successivi, le speranze e le attese liberali ma fino a un certo punto considerando anche quella “&” commerciale utilizzata per il logo, dell’imprenditore Raffaele Modugno, della professionista di Sant’Angelo in Formis, signora OMISSIS, non scriviamo il nome altrimenti questa ricomincia a scassare le scatole, nonchè di altri costituenti.

Volontariato, ma anche in questo caso, fino a un certo punto. In quell’intervista e anche in qualche comunicato pubblicato nei giorni successivi, veniva tutto sommato, dato un senso a quella “&” commerciale dato che si capiva bene che la ragion d’essere (poi Modugno lo avrebbe dichiarato testualmente) del comitato “Capua&…20” era stata rappresentata dalle garanzie presunte, fornite dall’ amministrazione comunale, capitanata al tempo da Luca Branco, su una sorta di partnership, grazie alla quale, inutile girarci intorno, il comitato di Raffaele Modugno sarebbe diventato una sorta di braccio operativo, di propaggine diretta della stessa amministrazione comunale nel settore degli eventi culturali, degli spettacoli, e di robe simili.

Sempre il comitato, pur non asserendolo chiaramente, riteneva che, in via diretta o in via indiretta, l’amministrazione comunale avrebbe dato anche un sostegno anche di tipo economico all’attività messa in opera.

Nei mesi successivi, un po’ alla San Pietro nel giardino degli ulivi il Comune si mostrò sorpreso, quasi stranito affermando di non sapere nulla di questo comitato e di sue eventuali iniziative messe in campo in partnership con l’amministrazione cittadina. Della serie: Lei, sindaco Branco, ha mai  sentito parlare del comitato “Capua &…20”,  “Capua &…20” chi?

Eppure, sempre durante il famoso mese di febbraio che potremmo definire l ‘1 a.c. che sta per avanti Covid, allora sindaco  Luca Branco, insieme all’allora consigliere di maggioranza Michele Giugno, il quale, portandoci un po’ più avanti nella metafora quaresimale (don Gianni Branco ci capirà senz’altro) sarebbe diventato, firmando dal notaio, il suo Giuda, postò in Facebook un divertente video. In verità autorizzò la pubblicazione del video dato che questo comparve nella pagina “Carnevale di Capua 2020 134esima edizione.”

Branco e Giugno, citando testualmente la battuta che Sofia Loren, parafrasando se stessa, cioè donna Sofia Cocozza detta la smargiassa di “Pane, Amore e Fantasia”, pronunciava nello spot di un famoso prosciutto cotto invitavano,  al grido di “accattatavill” tutti i capuani ad acquistare i biglietti della lotteria organizzata dal comitato “Capua &…20” (Clicca e guarda

)

Per cui, sempre rimanendo a parole ben collegate ai contesti temporali, Luca Branco, nei mesi successivi, cominciò a fare il pesce in barile, che oggi è proprio la giornata buona per dirla questa cosa. I rapporti tra il comitato e il Comune diventarono tesi, l’irruzione del Covid sulla scena provocò la sospensione di quel Carnevale, fatto che avvenne però solo nell’ultimo giorno, e nei mesi successivi il lockdown  azzerò ogni attività. Attenzione, però: non è che la pandemia rappresentò l’atto di resa del comitato, visto e considerato  che “Capua &…20” organizzò e tenne dall’8 al 13 settembre 2020 la manifestazione “Cinque serate a settembre”. Durante quel settembre, Raffaele Modugno conservava ancora la carica di presidente. Ma il mese successivo, in una lettera aperta, anche piuttosto polemica, il comitato “Capua &…20” annunciava il suo auto scioglimento. Nella lettera aperta in questione veniva anche precisata l’esistenza del passaggio formale, temporalmente collocabile  anche al decimo di secondo precedente del giuridico auto scioglimento: le dimissioni di Raffaele Modugno.

E che fine aveva fatto  la medesima lotteria dei 50mila biglietti corredata da un regolamento, che nei nostri articoli del tempo non valutammo certo come uno strumento correttissimamente collocato quale base normativa di quella lotteria?

A quel punto entrammo in scena noi su sollecitazione di diversi capuani che avevano acquistato uno o più biglietti. Scartabellando un po’ di qua e un po’ di la scoprimmo che la lotteria, con Luca Branco e Michele Giugno testimonial di eccezione, sarebbe dovuta durare quasi un anno con estrazione prevista per il 7 dicembre, altra data importante della tradizione storico religiosa della città di Capua; altra data ipotecata dal comitato il quale, nelle sue esternazioni costitutive,  aveva detto chiaro e tondo che l’affidamento per 4 anni del Carnevale avrebbe rappresentato solo una delle tante tappe di un processo nel quale, come abbiamo scritto prima, “Capua &…20”  sarebbe diventato il braccio operativo dell’amministrazione andando, conseguentemente,  a gestire tutti i momenti più significativi di recupero e di consolidamento della storia, più in generale della cultura e delle tradizioni capuane, di cui la famosa processione della notte dell’Immacolata, (di qui la decisione di chiudere la lotteria e di estrarre i biglietti del 7 dicembre) è uno dei momenti più qualificanti. Ma l’auto proclamato scioglimento di ottobre e i nostri articoli determinarono, resero urgente, ineludibile un annuncio sul destino della lotteria. E questo fu spedito in rete il primo dicembre 2020 cioè solo 6 giorni prima della scadenza dei termini per acquistare i biglietti e che doveva rappresentare anche il giorno dell’estrazione. In quella nota, il comitato, che non usava più la firma di Raffaele Modugno, dando in pratica la conferma che questi non fosse rimasto in carica neppure per l’ordinaria amministrazione e per gli atti di liquidazione  a carico del comitato, proclamò la sospensione a tempo indeterminato della lotteria in applicazione all’articolo XV del regolamento riguardante  le sopravvenute cause di forza maggiore. Enunciazione generica, quest’ultima,  e, per questo,  a nostro avviso non convincente. Insomma,  una sorta di refugium peccatorum, dentro alla quale ci poteva stare tutto ma finì per starci soprattutto la possibilità di poter utilizzare uno strumento pseudo giuridico, cioè il citato regolamento, per compiere azioni, certo non finalizzate alla tutela dei consumatori capuani, cioè di coloro i quali avevano acquistato uno o più biglietti per aggiudicarsi tre premi importanti: una Smart Forfour, una crociera e una bici elettrica. Altri articoli di CasertaCe,  ma nonostante questo da quel 1 dicembre del 2020 cala il silenzio e per quasi un anno e mezzo, che diventano due anni e tre mesi dal momento dell’ “accattatavill” di Branco e di Giugno, la questione lotteria scompare dai radar, alimentando il sospetto che da uno slogan napoletano, stiamo parlando sempre dell’ “accattatavill”, si fosse passato ad un altro slogan partenopeo, cioè al “chi s’è vist’ s’è vist’…”

Un silenzio, mai più assordante di quello calato dal 1 dicembre 2020 in poi, rotto, improvvisamente il 3 marzo scorso.

Ma cosa rappresenta questa data, il 3 marzo, giorno in cui il comitato, risorgendo dalle sue ceneri,  annuncia che al botteghino del Teatro Ricciardi si sarebbe potuto chiedere il rimborso previa presentazione del biglietto, fino alla data del 31 marzo, cioè fino a ieri? Perchè il 3 marzo 2022 e non il 2 febbraio o il 20 maggio, 8 novembre etc… del 2021? Sarà anche una coincidenza però il fatto avviene a tre mesi esatti dalle elezioni comunali e a due mesi esatti dalla presentazione delle liste. E ancora, il fatto avviene quando la gestione diretta del Teatro Ricciardi, da parte di Gianmaria Modugno tra le altre cose fidanzato ufficialmente con la figlia di Luca Branco, proietta questa famiglia in cima alle cronache e agli interessi cittadini così come non era mai successo in passato, quando i Modugno c’erano stati ma non avevano mai voluto essere così centrali, così visibili.

Una serie di coincidenze? Può darsi.  Fatto sta che il Presidente del comitato “Capua &…20” dimessosi irrevocabilmente nell’ottobre 2020 e che non firma, conseguentemente, la sospensione  a tempo indeterminato della lotteria, avvenuta il 1  dicembre 2020, ritorna ad essere una sorta di legale rappresentante del comitato “Capua &…20”.  Un redivivo, visto e considerato che la comunicazione-invito ad andare a ritirare il rimborso al Ricciardi reca la sua firma che non può non essere quella presidenziale del primo comitato “Capua &…20” dato che in questa comunicazione non viene fatto alcun cenno a un procedimento interno al comitato,  per effetto del quale Raffaele Modugno, seppur per un brevissimo periodo, funzionale alla realizzazione dei  rimborsi, riassumeva la carica di guida e dunque di legale rappresentante.

Conclusione: quanti capuani che hanno comprato il biglietto nelle giornate di quel carnevale del 2020, l’hanno conservato a più di due anni di distanza, in modo da ottenere oggi il rimborso? Se la risposta non è “nessuno” poco ci manca. E allora, visto che Raffaele Modugno sembra percorso improvvisamente dal fuoco della trasparenza, dica a noi, ma soprattutto dica ai capuani, perchè fino ad adesso non lo fatto, quante matrici ci sono nei blocchetti dei biglietti. In questo modo si capirà quanti soldi sono finiti nelle casse del comitato e magari si capirà pure, di fronte all’impossibilità di recuperare quell’importo di acquisto da parte di quasi tutti quelli che avevano assecondato l’ “accattatavill” del sindaco cosa ci vogliano fare Modugno e il comitato con quei cento, mille, duemila, tremila o … boh… euro che non potranno essere rimborsati.

Raffaele Modugno ci risponderà? Fino ad oggi non lo ha fatto preferendo il comfort di fogli locali che certo non gli sono avversi e che certo non hanno nemmeno la tempra dell’imparzialità giornalistica.

Speriamo solamente  che a risponderci non sia “quella la”, anzi, a questo punto completiamo la trilogia napoletana citando un Teddy Reno di annata che così canta, interpretando una canzone scritta proprio dal principe De Curtis, nella conosciutissima e sempre verde pellicola “Totò, Peppino e la Malafemmina”