PORTICO. Gerardo Massaro alla sbarra con altri 16 per associazione a delinquere, le prossime elezioni vanno attenzionate

27 Aprile 2022 - 17:52

Abbiamo incrociato questo processo e ci siamo resi conto che con 17 imputati è un dibattimento aperto ed importante. E se il Pm e un Gup sono convinti che l’ex sindaco e i suoi presunti accoliti siano poco meno o poco più che dei mariuoli, non significa che questi lo siano veramente, perché è tutto da dimostrare, ma sul piano politico occorre tenere congelato e lontano dalla campagna elettorale questo gruppetto

 

PORTICO DI CASERTA – A maggio riprenderà quello che non è eccessivo definire il maxi processo sul presunto malaffare che avrebbe imperato per anni nelle stanze del Comune di Portico di Caserta.

Ultimamente abbiamo deciso di andare a incrociare quei pochi processi che le Procure locali sono riuscite ad istruire riguardanti fatti connessi a reati (sempre presunti) commessi nella Pubblica Amministrazione contro la Pubblica Amministrazione. I nostri lettori sanno bene che, dipendesse da noi, per tutto quello che abbiamo visto e raccontato negli anni, istruiremmo cinque o sei processi di Norimberga contro centinaia e centinaia di amministratori locali e burocrati dei vari Comuni.

Siccome riteniamo che nemmeno l’1% di chi fa cose strane abbia dovuto affrontare, nemmeno di striscio, il problema di confrontarsi con la legge, una delle poche cose che ci rimane da fare, oltre a quelle che facciamo già, è di valorizzare quei pochi processi aperti, arrivati già alla fase del dibattimento.

Probabilmente, almeno per quel che riguarda il Tribunale di S.Maria C.V., il procedimento che ha portato alla sbarra l’ex sindaco di Portico Gerardo Massaro, suoi assessori, l’ex comandante dei Vigili Urbani, un dirigente, un facente funzioni, è l’evento giudiziario di maggior rilievo per il numero di persone coinvolte, per l’importanza del ruolo da queste ricoperto, anche per l’entità dell’accusa che si muove, in prima battuta, sulle corde dell’articolo 416 del C.P, che prevede il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di uno o più reati.

La convinzione che il Comune di Portico fosse sostanzialmente un’associazione a delinquere, durante il periodo della sindacatura di Gerardo Massaro, non ha mosso solo le azioni del Pm titolare dell’indagine, ma ha anche costituito una struttura accusatoria della cui validità si è dischiarato convinto il Gup che, a suo tempo, rinviò a giudizio, oltre che il già citato Gerardo Massaro, promotore della presunta associazione a delinquere, anche l’assessore Cosimo Cristillo, il geometra dell’Ufficio Tecnico Angelo Piccirillo ( messo a comandare nell’Ufficio Tecnico nonostante fosse un dipendente di categoria C), Alessandra Falcone, in servizio – a differenza di Piccirillo – con la qualifica di categoria D, ma che Massaro aveva fatto nominare dirigente dell’Ufficio Tecnico nonostante il suo diploma magistrale.

Complessivamente gli imputati sono 17 e di sicuro familiarizzeremo con le loro singole identità, agganciandoci alla cronaca viva di questo processo, che intendiamo seguire.

In estrema sintesi, l’associazione a delinquere sarebbe stata costituita allo scopo di compiere più reati che vanno dal falso ideologico, all’abuso d’ufficio, rivelazione di segreti d’ufficio e rifiuto d’atti d’ufficio.

Tutto ciò per realizzare azioni di governo finalizzate a favorire interessi personali dello stesso Gerardo Massaro, che di professione fa l’imprenditore, del fratello Pasquale e di una filiera di altri imprenditori tutti accasati al medesimo obiettivo di far soldi grazie alle potestà di cui Massaro e gli altri principali imputati di questo processo erano titolari.

Di qui a qualche giorno entreremo nel merito dei capi d’imputazione, focalizzando anche lo stato temporale del processo, che si svolge contemporaneamente alla campagna elettorale che porterà, il prossimo 12 giugno, alle elezioni amministrative comunali.

Per carità, nessuno di questi imputati è colpevole, tutti invece sono non colpevoli allo stato delle cose.

Detto questo, però, e considerato anche che la Procura della Repubblica è stata sicuramente garantista, di manica larga, quando di fronte a queste prospettazioni d’accusa non ha chiesto l’emissione di provvedimenti cautelari restrittivi della libertà personale, non si può non considerare, esclusivamente da un punto di vista politico, che essendoci un Pm che rappresenta per Procura la Repubblica Italiana, il quale, a ragione o a torto, questo saranno gli esiti dei processi a stabilirlo, che Gerardo Massaro, Cristillo, il geometra, la diplomata all’istituto magistrale, il comandante dei Vigili, fossero sostanzialmente un manipolo di mariuoli, ed avendo trovato questa tesi dell’accusa avallo in un primo pronunciamento della parte requirente, cioè di un giudice del tribunale che ha firmato il rinvio a giudizio.

Prudenza e opportunità richiedono la massima attenzione.

Sulla carta nessuno può impedire, al riguardo, a Gerardo Massaro, a Cristillo e agli altri, di condurre la prossima campagna elettorale o di interferirvi in qualche modo.

Anzi, togliamoci pure la carta e diciamo che, dal punto di vista giuridico, Massaro potrebbe finanche candidarsi a sindaco.

Detto questo, però, non si può non considerare, da un punto di vista politico, e non da un punto di vista giudiziario, che c’è un Pm o più Pm, che c’è un giudice del tribunale, persuasi del fatto che Gerardo Massaro abbia approfittato e fatto a polpette i suoi doveri di sindaco.

Dunque, i cittadini di Portico non potranno non valutare correttamente questa situazione, perché solo loro possono rappresentare il presidio affinché questo Comune non venga esposto alla scena, tutt’altro che edificante, di vedere una significativa porzione della sua classe dirigente messa alla sbarra con il rischio di vedersi appioppati più anni di galera.