LE INTERCETTAZIONI. Parola per parola, ecco come Sergio Orsi, il figlio Adolfo e il mediatore contrattavano le mazzette per i colletti bianchi del Cira. E salta fuori un ristorante da 3 milioni di euro

2 Maggio 2022 - 19:10

Entriamo nel vivo degli elementi che hanno costituito i gravi indizi di colpevolezza, per effetto dei quali l’imprenditore di Casal di Principe, che sembra esserci ricascato, dopo aver già scontato una condanna di diversi anni, voleva rientrare nei giri grossi, rispetto ai quali questi primi affidamenti dovevano rappresentare solo un punto di partenza per mettere radici nella struttura aerospaziale di Capua

 

 

CASAL DI PRINCIPE/CAPUA – Siamo entrati nel vivo delle intercettazioni realizzate con un Trojan informato inserito nel cellulare di Sergio Orsi.

Infatti, il colloquio tra quest’ultimo, il figlio Adolfo e il 77enne Antonio Fago (che Orsi definisce “il vecchio”), mediatore delle mazzette da consegnare ai dirigenti dell’Ufficio Tecnico del Cira di Capua, Carlo Russo e Vincenzo Filomena, toccano la carne viva dell’accordo corruttivo stipulato tra l’imprenditore di Casal di Principe, ritornato in pista dopo aver scontato una condanna definitiva per camorra, e l’ufficio in cui si facevano gli appalti.

Da queste conversazioni non emergono solo particolari specifici riguardanti la logistica degli incontri, delle trattative sulle percentuali delle tangenti, sulla necessità che l’azienda Italiana Multiservizi, costituita nel settembre 2020, che Sergio e Adolfo Orsi controllavano attraverso Salvatore Orsi, nipote del primo e, conseguentemente, cugino del secondo, ma si legge di un’ambizione dell’antico reuccio dei rifiuti raccolti e smaltiti in tanti Comuni della Provincia di Caserta, di entrare in tutte le partite riguardanti il Cira.

Di fronte alla richiesta, formulatagli da Fago, di parlare con il dirigente dell’Ufficio Tecnico Carlo Russo “in una certa maniera”, Orsi gli dà il via libera e spera che quella garanzia, fornitagli da Fago sulla permeabilità di questi dirigenti rispetto alla pratica corruttiva, possa rappresentare solo un punto di inizio, attraverso la gara dei 40mila euro di cui abbiamo già scritto più volte.

Non casualmente, al riguardo, la conversazione a tre si allarga ad altri progetti targati Cira: “Questa qua di quanti milioni è?” – “Quella del ristorante? 3 milioni”.

Il resto delle intercettazioni, che pubblichiamo, rappresentano un documento interessante perché, al di là dello scheletro degli accordi corruttivi e dei ruoli ricoperti dai vari protagonisti di questa vicenda, già da noi declinati, la lettura della trascrizione rappresenta uno strumento valido per comprendere anche il carattere e il modo con cui Sergio Orsi e il figlio Adolfo e Antonio Fago discutevano di mazzette come se si trattasse di un fatto ovvio, com’è del tutto evidente, almeno davanti ai nostri occhi e dentro ai nostri racconti, che da anni dedichiamo alle nefandezze compiute negli uffici della P.A. locale.

Buona lettura.