CASERTA. Carlo Marino chiede ai consiglieri di attestare un debito fuori bilancio da quasi 300 mila euro, “nascosto” per un anno e mezzo. E l’assessora alle Finanze Martino? Una bella donna

19 Luglio 2022 - 13:51

Una storia del 2010 che ha dentro di sé tutti i fattori del fallimento amministrativo del comune capoluogo. Sprovvedutezza, ignoranza e un totale disinteresse per le norme. Nel febbraio 2021 la società (fallita) della monnezza Defiam ha ricevuto 296 mila euro, più spese legali, senza che questo pagamento venisse messo nero su bianco nei bilanci – Consuntivo e Preventivo – del 2021. Ora viene chiesto ai consigliere il riconoscimento, con la Corte dei conti che in tre mesi si vedrà recapitare il bilancio finale e un documento che sostanzialmente lo sbugiarda. Quella bella donna che risponde al nome dell’assessora al Bilancio Martino assente in giunta al momento della votazione

 

L’assessora Gerardina Martino? Una bella donna.

 

CASERTA (g.g.) – Probabilmente tutto nasce da uno di quegli affidamenti, da uno di quei giochi di prestigio attuati dalla cucina degli orrori del comune di Caserta. Vi ricordate gli incarichi alle ditte che si occupavano di smaltimento di porzioni specifiche dei rifiuti tratti dai conferimenti dei cittadini del capoluogo. Una valanga di quattrini gestita dal mattatore, l’allora dirigente Carmine Sorbo, con procedure spicciative e immancabilmente già decise nel loro esito, prima che venissero avviate, neoindagato assieme ai suoi storici amici Ubaldo e Luigi Caprio, voraci divoratori di altri appalti ancor più lucrosi al tempo di Sorbo.

Di quella scuola, di quel modello “trasparentissimo” di gestione della cosa pubblica, quando Sorbo andò in pensione e cominciò, non a caso, a lavorare da consulente per i Caprio, fu erede Franco Biondi, l’attuale dirigente a tutto e di cui si ricorda le mirabili performances con Gesia e Sorgeko della famiglia Sorbo proprio nella gestione del conferimento dei rifiuti umidi prodotti nel capoluogo.

La storia di oggi, quella che andrete a leggere da qui in poi, è l’ennesima dimostrazione della gestione non oculata, disinteressata da parte di quelli che, negli anni, hanno avuto il controllo dell’amministrazione. Una sprovvedutezza lampante che ha fatto sì che un debito, un problema normale per qualsiasi amministrazione, diventasse un caso enorme, una situazione che può portare a conseguenze serie anche per i consiglieri comunali che si troveranno a votare nelle prossime settimane un debito fuori bilancio scaturito da una fattura di oltre dieci anni fa.

All’inizio dell’anno scorso, il comune di Caserta riceve un atto di pignoramento sul conto corrente della Tesoreria del valore di circa 296 mila euro.  Il motivo non è stato chiarito per un bel po’ dall’amministrazione del sindaco Carlo Marino e, tra le altre cose, anche il Collegio dei revisori dei conti del capoluogo, guidato dal presidente Giuseppe Fattopace, non ha sottolineato la presenza di questo debito da inserire nel Bilancio 2021. I mesi passano e nel frattempo viene approvato sia il bilancio Preventivo che quello Consuntivo relativi al 2021 in consiglio comunale, senza che questa cifra venisse inserita, senza che nessuna procedura relativa all’attestazione di un debito fuori bilancio venisse operata dal governo del capoluogo.

In questi giorni, con la delibera di giunta comunale 134 del 13 luglio, è stato svelato l’arcano. Questi 296 mila euro, questa somma pignorata è figlia di una lunghissima diatriba con la società (fallita) Defiam, che richiedeva il pagamento di fatture non pagate relative agli anni 2010 e 2011, per il servizio prestato riguardante il conferimento della frazione relativa alla raccolta differenziata biodegradabile. Monnezza, ancora monnezza.

Dopo il primo dissesto finanziario del comune di Caserta, anno 2011, la Defiam aveva richiesto l’immissione nella massa passiva all’Organo straordinario di liquidazione delle fatture non pagate da Palazzo Castropignano, una somma pari a 1 milione e 294 mila euro.

Quelli del primo dissesto, controllando la documentazione, hanno segnalato che, in pratica, quel debito non era affar loro, essendo legato a fondi vincolati. Visto ciò, il comune andava a pagare quasi l’intera somma alla ditta di rifiuti, lasciando fuori – e non si spiega il perché – circa 98 mila euro.

Considerati, però, i due decreti ingiuntivi presentati dalla Defiam contro il comune di Caserta non totalmente soddisfatti, la società nel 2014(!) notificava un atto di precetto, cioè l’intimazione di pagamento che precede qualsiasi esecuzione forzata, per restanti 245 mila euro circa, più interessi e spese. La somma era rimasta incastrata in una querelle in tribunale tra l’ente capoluogo e la società, con i giudici che aveva ordinato la sospensione dell’esecuzione, senza mettere in discussione, però, il diritto della società a ricevere quei soldi, condizione mai messa in dubbio anche dal comune di Caserta.

A mettere un nuovo tassello nella storia, poi, ci ha pensato una nota del ministero dell’Interno, utilizzata dai Revisori dei conti del comune capoluogo, che nel 2016 doveva esaminare la proposta di inserire la richiesta di Defiam quale debito fuori bilancio da parte del comune, non essendoci questa somma nel documento economico-finanziario dell’ente. Per giustificare l’inserimento della cifra all’interno della massa passiva del dissesto, modificando quanto deciso dall’Osl, i Revisori prendono quindi atto della nota ministeriale.

L’inserimento di questa cifra nella massa passiva dell’Osl, però, viene smentita dalla decisione del tribunale di Avellino del dicembre 2020, la quale, confermando l’esistenza del debito, attesta pure che l’ingiunzione di pagamento, l’atto di precetto era ben precedente alla seconda dichiarazione di dissesto e quindi con quella procedura, sostanzialmente, non c’entrava nulla.

Questi 296 mila euro, quindi, il comune di Caserta li deve pagare alla Defiam. Da questa sentenza, poi, arriva l’atto di pignoramento che all’inizio del 2021 è arrivato al comune di Caserta.

Come detto, di questo debito il comune di Caserta era a conoscenza almeno dal 26 gennaio 2021, cioè dal momento in cui all’avvocato dell’ente, Lidia Gallo, viene notificata l’ordinanza della corte irpina dalla cancelleria. E allora non si capisce con quale criterio logico questo debito, questo pagamento non sia stato inserito nel Bilancio di Previsione, approvato nel giugno 2021 e quello finale, il Consuntivo, approvato lo scorso aprile.

Eppure, la giunta guidata dal sindaco Marino in  queste ore ha attestato la volontà di inserire nel Bilancio Consuntivo questo debito fuori bilancio da 296 mila euro. Com’è possibile inserire un debito fuori bilancio in un Consuntivo che sostanzialmente tu hai già approvato? E’ un controsenso. Anche (e soprattutto) perché questo pagamento da effettuare era cosa nota almeno dal gennaio 2021.

In pratica, il consiglio comunale di Caserta ha approvato un Consuntivo fasullo, in bilancio zoppo in cui non sono stati inseriti debiti esistenti. E parliamo di una somma che il comune ha già liquidato nel febbraio 2021, oltre un anno e mezzo fa, senza che questa voce venisse inserita in nessun documento economico dell’ente, né nel Preventivo 2021, né nel Consuntivo 2021.

Ora, come detto, Marino, l’assessore Carmela Mucherino, in qualità di assessore all’Ecologia, e senza la firma e la presenza in giunta dell’assessore al Bilancio, l’ectoplasmatica Gerardina Martino, sulla quale, oltre a farle i complimenti per il suo stile, la sua eleganza, la sua bellezza, non riusciamo a trovare atti e decisioni minimamente degni di nota, propone alla giunta e successivamente al consiglio comunale di riconoscere quale debito fuori bilancio questi 296 mila euro.

In pratica, si ammette che questo era un pagamento da inserire nel Bilancio 2021, solo che viene attestato 3 mesi dopo l’approvazione del Consuntivo e il successivo invio alla Ragioneria Generale dello Stato. Un invio fasullo, zoppo, monco, visto che mancano 296 mila euro.

E allora una domanda ai Revisori dei conti e al loro presidente Fattopace dobbiamo farla: e voi dov’eravate? Che stavate facendo, cosa stavate guardando mentre un debito esistente, fattuale, concretizzato da una sentenza di un tribunale veniva semplicemente omesso nei documenti economici finanziari del comune di Caserta? Avete spalleggiato un’operazione di nascondino amministrativo, della quale ora il sindaco chiede il riconoscimento al consiglio comunale?

E sarà interessante leggere e capire ciò che dirà sulla questione la Corte dei conti, che dopo aver letto pochi mesi fa un Consuntivo, tra qualche settimana si troverà davanti l’attestazione di un debito fuori bilancio dimenticato nei due precedenti documenti di bilancio, Preventivo e Consuntivo 2021 e già pagato, senza la presenza di una voce di spesa ufficiale, attestata nei bilanci, dedicata a questa somma.

E scriviamo questo perché se esiste un pagamento, come emerge dagli allegati della delibera che trovate in calcio all’articolo, questo dovrebbe trovare riscontro nei bilanci. Perché la legge prevede chiaramente che ogni capitolo di spesa, ogni pagamento effettuato dal comune deve essere messo nero su bianco. Ma se questo deve essere dichiarato quale debito fuori bilancio, come è possibile che sia stato già pagato un anno e mezzo fa? Allora i casi sono: o la liquidazione di pagamento è legata a un successivo documento ufficiale del comune di Caserta, con la quale si dà il via libera al pagamento, oppure questo pagamento è illegittimo.

E la possibilità che la Corte ne chieda conto all’amministrazione comunale, alla giunta e ai consiglieri non è certo improbabile.

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