ELEZIONI POLITICHE. Ecco chi saranno i capilista di Italia Viva, il nodo di Nicola Caputo e Armandone Cesaro. E Santangelo: “Io candidato PD al maggioritario? Pura fantascienza”

6 Agosto 2022 - 13:44

CASERTA – “Io candidato in quota PD al maggioritario con la coalizione di centrosinistra? Pura fantascienza“. Parole e musica di Enzo Santangelo.

Santangelo è una persona salda. Nel senso che ha perseguito i suoi obiettivi e le sue ambizioni senza modificare il proprio carattere, senza farsi notare più di tanto e senza circondare la propria attività di stelle filanti, ricchi premi e cotillon. Per cui, quando ci hanno raccontato in questi giorni che si sarebbe candidato nel collegio maggioritario di Caserta, comprendente 23 comuni, per il centrosinistra e cioè per la coalizione costituita dal PD, da Azione di Carlo Calenda e da qualche cespuglio della sinistra, abbiamo subito commentato l’informazione ricevuta dicendo al nostro interlocutore che ci sembrava difficile che questa cosa avvenisse.

Se è vero, infatti, che l’appartenenza di Santangelo ad Italia Viva non rappresenta un dogma legato ad un giuramento di sangue o più prosaicamente ad una scelta ideologica, se è vero che Santangelo ha scelto il partito di Renzi perché lo riteneva utile in funzione alla sua candidatura, poi coronata dal successo, in consiglio regionale, è anche vero che con IV comunque in campo, a cercare di costruire una sorta di terzo polo, nonostante la scelta compiuta da Calenda di allearsi con il PD, se Santangelo avesse deciso di correre alle elezioni politiche con un partito diverso da IV, l’avrebbe già dichiarato proprio alla luce di quella sobrietà comportamentale tipica degli uomini asciutti che non hanno bisogno delle iper tattiche per proporsi all’elettorato.

Tra le altre cose, gli avessero offerto un posto nel listino proporzionale, magari Santangelo poteva anche pensarci, ma qui si tratterebbe del collegio maggioritario dove, a meno di clamorose sorprese che, per carità, possono sempre accadere, ma che costituirebbero, però, uno storico ribaltone senza precedenti da quando i sondaggi hanno cominciato a funzionare bene, delle previsioni elettorali che unanimemente, soprattutto dopo la rottura con i 5 Stelle, danno il centrosinistra perdente nei collegi casertani e anche nella maggior parte di quelli campani.

Per cui, la candidatura di Enzo Santangelo farebbe parte di quella strategia, chiamiamola necessità, di Stefano Graziano il quale, se dovesse ottenere il posto di capolista al proporzionale nel collegio plurinominale di Caserta-Benevento, dovrebbe affrontare una campagna elettorale molto complessa, visto che Enrico Letta pur di candidarlo sfascerebbe completamente il partito, allontanando di fatto da esso gente come Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale, e Umberto del Basso De Caro, ex sottosegretario ai Trasporti e leader dem a Benevento e provincia.

Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, Graziano non è rassicuratissimo dai sondaggi che comunque segnalano il PD su quote interessanti, non certo declinanti, cioè sul 23/24% su base nazionale. In Campania e in particolare a Caserta ci sono condizioni particolarissime, a partire dal peso elettorale che Italia Viva potrà esprimere nel momento in cui, come è certo, candiderà Sandra Lonardo Mastella, moglie di Clemente Mastella, a capolista nel collegio plurinominale della Camera di Caserta-Benevento, Armando Cesaro, figlio di Luigi Cesaro A’purpett, in uno dei collegi proporzionali napoletano e Nicola Caputo in quello di Senato che raccoglie le province di Salerno, Caserta, Avellino e Benevento. Candidatura, questa di Caputo, legata probabilmente ad un confronto tra lui e il governatore Vincenzo De Luca in cui il politico teverolese potrebbe chiedere garanzie per la sopravvivenza di assessore regionale all’Agricoltura che, al contrario, De Luca potrebbe non dargli, avendo intenzione, come si apprende da fonti accreditate, di avvicendarlo.

Insomma, nel potenziale bacino di consenso del PD, Italia Viva in Campania e nelle province di Caserta e Benevento in particolare rappresenta un elemento di disturbo, visto che sul territorio è molto più radicato il partito di Renzi, in termini soprattutto di rappresentanze nelle istituzioni regionali, provinciali e comunali, di quanto non lo sia Azione di Carlo Calenda.

Ecco perché Graziano considera ragionevolmente tutt’altro che scontato l’approdo a quel 12/13% che garantirebbe l’elezione a Montecitorio del capolista del collegio plurinominale Caserta-Benevento. Ed ecco perché ha costruito la candidatura al Senato del presidente della Camera di Commercio, Tommaso De Simone, ecco perché, più di Calenda, molto di più del segretario regionale Sommese, è stato lui ad insistere nelle ultime settimane per una candidatura di Giovanni Zannini nel collegio maggioritario ad Aversa.

Con De Simone, Zannini e magari un Santangelo, il centrosinistra avrebbe eletto probabilmente zero senatori e zero deputati nel maggioritario, ma sicuramente il PD avrebbe varcato quella quota discriminante che eviterebbe a Graziano il batticuore del conteggio dei resti nel collegio unico nazionale che, stavolta, in considerazione del fatto che Azione di Calenda supereranno sicuramente la soglia del 3%, diventerebbe per il PD molto più problematica rispetto al 2018, quando i ripescaggi arrisero tutti ai democrats, visto che il partito fu l’unico nella coalizione di cui faceva parte a superare la soglia di sbarramento.