CASERTA. Il comune dà l’okay al ripetitore a due passi dall’OSPEDALE, poi cambia idea. E ora Iliad fa ricorso in tribunale. Un nuovo caso Biondi-Stefano Graziano?

7 Febbraio 2023 - 11:25

È un caso che somiglia a tanti altri, a partire da quello della pompa di benzina in zona Iperion. Ma chi ha dato un’autorizzazione tutta sbagliata o chi non ha curato la richiesta della società? Disattenzione e strafottenza portano a conseguenze portano all’amministrazione di Palazzo Castropignano davanti ai giudici

CASERTA – Il comune di Caserta prima fa e poi disfa.

Potremmo spiegare così quello che sta succedendo attorno all’installazione di un ripetitore di rete mobile voluto dalla Iliad e da costruire in via Giorgio La Pira, ovvero a poche centinaia di metri dall’ospedale Sant’Anna e san Sebastiano di Caserta.

Il comune di Caserta aveva dato l’autorizzazione alla costruzione dell’antenna. Poi, però, mentre erano pronti i lavori, le proteste dell’opposizione comunale avevano fatto cambiare idea alla giunta di Carlo Marino che, lo scorso 10 gennaio, ha emesso l’annullamento in autotutela, ovvero, per dirla facile, la cancellazione di un atto da parte della stessa amministrazione, del permesso per la costruzione di questo ripetitore.

Chiaramente a quelli della Iliad non è andata giù la scelta di cancellare l’impianto di telefonia cellulare e per questo motivo, la società di telecomunicazioni ha promosso un ricorso davanti al TAR della Campania per annullare la decisione presa dal comune di Caserta

relativamente alla revoca il permesso al ripetitore.

La Iliad, inoltre, ha richiesto l’annullamento dell’articolo 7, comma 7 del regolamento per l’installazione degli impianti di telefonia cellulare di Caserta, e anche di parti di delibere di Giunta, di consiglio comunale e leggi relative sempre alla costruzione di antenne e ripetitori.

Il comune ha deciso di costituirsi in giudizio in questa vicenda, dove è stata chiamata in causa anche l’Arpac, e ha dato incarico legale all’avvocato comunale Lidia Gallo.

A questo punto, però, sarebbe interessante capire per quale motivo è stata data questa autorizzazione se, così come appare anche dal ricorso presentato dalla Iliad, questo via libera era contrario a leggi cittadine e regolamenti del comune di Caserta.

Dare un’autorizzazione, anche attraverso la mancata risposta, il cosiddetto silenzio assenso, ad una richiesta di costruire di un ripetitore vicino all’ospedale con tale tranquillità, in una maniera così tranciante, non è qualcosa che poi si può risolvere semplicemente con un annullamento in autotutela da parte dell’amministrazione.

E se l’autorizzazione dovesse nascere da un mancato controllo da parte del comune, attraverso lo strumento del silenzio assenso, che consente alle società che richiedono l’autorizzazione di avere il via libera dopo un periodo di tempo in cui l’amministrazione pubblica non risponde, la responsabilità sarebbe ancora più grave a nostro avviso.

Scriviamo ciò perché una situazione simili porterebbe a una sola spiegazione: che per mesi un carteggio, una richiesta relativa a un progetto importante come l’installazione di un ripetitore a pochi passi all’ospedale, è rimasto lettera morta, dimenticato negli uffici del comune di Caserta.

Questa condizione porterà a delle spese, dei problemi, ad altro lavoro sulle spalle dei dipendenti del capoluogo, che già sono in numero decisamente carente rispetto alla pianta organica.

Fermo restando che non è certamente dimostrabile che ci sia un meccanismo consapevole che da un lato concede, dall’altro lato s-concede autorizzazioni e, poi, in questo modo si finisce davanti ai giudici amministrativi, la casistica, i numeri ci portano a raccontare che esiste questa casistica.

Esempio più importante, forse, quello relativo alla pompa di benzina di Stefano Graziano, imprenditore omonimo del parlamentare e suo cugino, installata in zona Iperion.

Forse ci siamo persi qualcosa, ma siamo a un filotto di vittorie per i ricorrenti, per le società che, nei confronti delle revoche del comune capoluogo, hanno presentato ricorso e hanno avuto ragione dinanzi al Tar, come il caso Graziano.

E allora o c’è dell’incapacità da parte dei tecnici del comune di Caserta nel via libera alle autorizzazioni, oppure qualcosa non torna, visto che i dirigenti Franco Biondi o Giovanni Natale sono gente esperta. Quindi, vedere questa pantomima continua, la processione dinanzi al Tar, ci fa ragionare su un metodo utilizzato spesso a Palazzo Castropignano.

Quella che può essere definita una disattenzione, mostra una certa strafottenza da parte di chi, nell’Ufficio Tecnico di palazzo Castropignano, ha gestito la vicenda.