La Reggia di CASERTA, a corto di custodi, sopperisce con i volontari per tenere aperto. Mah, boh!

12 Febbraio 2023 - 18:20

La grave carenza di personale è un dato di fatto acquisito da tempo, a cui né Mauro Felicori prima né Tiziana Maffei oggi hanno saputo mettere mano

Caserta (pm) – La carenza del personale di vigilanza della Reggia è un dato di fatto acquisito da tempo, a cui né Mauro Felicori prima né Tiziana Maffei oggi hanno saputo mettere mano, nonostante la sua gravità e l’urgenza che pone e quantunque il museo goda di un’ampia autonomia gestionale ed economico-finanziaria.

E’ vero che, come viene eccepito a giustificazione, tale deficit è generalizzato e si registra a livello nazionale come effetto di una inadeguata programmazione ministeriale dei concorsi che dovrebbero garantire il mantenimento delle dotazioni organiche, ma si potrebbe incidere localmente, a livello del museo, con scelte maggiormente oculate. Come ricorrere con maggiore ampiezza al personale ALES, ossia quello appartenente alla società  in house del Ministero della Cultura -Arte Lavoro e Servizi s.p.a.  preposta a compiti ausiliari e di supporto di tale dicastero, o  non distogliendo dal proprio impiego il personale di custodia preponendolo ad altri compiti burocratici come invece avviene.

Sta di fatto che nella giornata festiva di oggi, a stretto rigore, considerato l’esiguo numero di dipendenti di vigilanza presenti in servizio, la Reggia

avrebbe dovuto chiudere alle visite buona parte degli appartamenti reali e del parco.

In effetti, nella mattinata erano presenti per la sorveglianza del bosco, delle fontane e del giardino inglese appena due dipendenti titolari, affiancati da qualche  unità del servizio mobile in bicicletta della società di vigilanza privata ingaggiata per alcuni mesi.

L’opera Ex Voto che nel 2018 subì il furto di una delle figurine che la componevano. L’allora direttore Felicori promise una rigorosa inchiesta interna. Da allora si è dato alla politica, è diventato assessore regionale, ma del fatto non si è saputo più nulla.

Agli appartamenti del piano reale, il numero degli addetti alla vigilanza è risultato talmente esiguo che, per scongiurare la chiusura delle stanze, la direzione museale ha deciso di integrare, per quanto possibile, i servizi di sorveglianza mediante cinque giovani volontari dell’associazione nazionale carabinieri.

Quanto questo sia ammesso e consentito sotto il profilo delle regole e dell’opportunità, trattandosi pur sempre di persone estranee all’amministrazione museale onerate di compiti che implicano profili di responsabilità non indifferenti, non sapremmo dire. Ma a noi  non sembra affatto normale. Certo è  che, dopo il noto furto dall’opera Ex Voto di Christian Boltanski della collezione Tarrae Motus, sul piano giudiziale, nel procedimento penale scaturitone e tuttora in corso, si sta ponendo specificamente la questione del rispetto o meno delle norme e dei regolamenti di disciplina del servizio di vigilanza nella Reggia all’origine della sottrazione.

E senza voler pensare ai tanti atti vandalici che vengono compiuti da qualche tempo da gruppi ambientalisti all’interno di musei o contro sedi istituzionali, scelti sempre in relazione alla loro notorietà, tra i quali la Reggia ben può annoverarsi. Se, similmente, qui dovessero essere imbrattati di vernice pareti ed oggetti d’arte di una delle stanze vigilate da questi volontari chi risponderebbe del fatto?

Si può affidare la sicurezza di uno dei maggiori monumenti del Paese alla improvvisazione ed al caso?

Alcuni casi di vandalismo contro opere d’arte avvenuti nei mesi scorsi ad opera di gruppi di ecologisti