Percosse e sevizie al carcere di S. MARIA C.V. Il processo entra nel vivo. E’ iniziato l’esame del capitano dei carabinieri Emanuele Macrì che curò le indagini

8 Marzo 2023 - 19:18

Si tratta dell’ex Comandante della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere oggi al comando di quella di Cagliari. Rinnovata anche l’ istruttoria dopo che il collegio presieduto dal giudice Roberto Donatiello ha provveduto a sostituire uno dei suoi componenti, il giudice d’esame con il nuovo componente giudice Dessi

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Cipa) – Entra nel vivo l’istruttoria dibattimentale del processo che vede al banco degli imputati oltre 100 persone tra agenti della Polizia Penitenziaria, funzionari del DAP e medici. Prima di occupare il banco dei testimoni il Presidente della Corte di Assise dott. Roberto Donatiello comunica un cambio nella composizione della Corte atteso che a seguito del trasferimento del Giudice De Santis è subentrato il Giudice Dessi. Formalmente viene pertanto rinnovata l’istruttoria e si dà avvio alla fase istruttoria vera e propria. Il primo ad essere chiamato a rendere testimonianza è il Capitano Emanuele Macrì, attuale Comandante della Compagnia di Cagliari, all’epoca dei fatti Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere che si è occupata delle indagini e ascoltato dal pubblici ministeri Alessandro Milita nella prima parte dell’esame Si ripercorre tutto quanto successo quei primi giorni di aprile tra proteste dei detenuti e dei familiari per le restrizioni nei colloqui e il rischio di contagio Covid. In diverse occasioni e con diverse domande il P.M. prova ad introdurre nel dibattimento le registrazioni audio tra familiari e detenuti ma trattandosi di persone non identificate e date le legittime eccezioni delle difese, con la necessaria precisazione del Presidente Donatiello che giustamente rileva l’impossibilità di continuare in tal modo l’esame atteso che tali audio potrebbero non essere reali e/o non riconducibili a fatti che si sono svolti nel penitenziario di S.M.C.V., si svolta altrove nel ricostruire come si è arrivati poi alla “mattanza” e come si è arrivati alla delega di indagini del 10.04.2020. Più volte si fa riferimento a cosiddette fonti aperte: post su profili facebook, articoli online sulla mattanza della Settimana Santa, video e file presenti in rete, ma anche le denunce dei familiari, gli screenshot delle videochiamate Si esaminano le chat tra i colleghi e i superiori in cui si parla della difficoltà del periodo in particolare si esaminano tutti i messaggi dei giorni precedenti e successivi all’operazione di servizio del 6 aprile, in alcuni di questi scambi di messagistica si legge “Abbiamo

ristabilito l’ordine e la disciplina….Sette sezioni non se ne è salvato nessuno….Ha avuto la parte sua…. Se cci riprovano li abbattiamo come vitelli….