IL NOME. Da rapinatore a fruttivendolo. La nuova vita del malvivente che ha terrorizzato le gioiellerie del casertano
4 Aprile 2023 - 11:00
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Si era reso protagonista di una serie di rapine Giuseppe Rendola. Alcune nell’area nord di Napoli, da dove il 29enne proviene, essendo originario di Giugliano, altre, invece in provincia di Caserta.
I primi fatti risalgono al settembre del 2015, appena 21enne, quando Rendola, insieme ad un complice, armati di una pistola fecero irruzione presso una gioielleria sita al corso Aldo Moro di Santa Maria Capua Vetere, ed innanzi alla resistenza del gioielliere lo colpirono con il calcio della pistola alla testa, lasciandolo esanime a terra. Razziarono la cassaforte per poi dileguarsi a bordo di una vettura rubata.
E ancora, la rapina alla gioielleria “Zoppi” di Casal di Principe durante la quale uno dei malviventi, a volto scoperto, dopo essere entrato con la scusa di voler acquistare un braccialetto, estraeva la pistola consentendo, in tale modo, l’ingresso nel negozio di altri due complici. Insieme a questi l’uomo asportava preziosi per un valore di circa 8mila euro
Un bottino complessivo di oltre 100mila euro per la banda che, tra i colpi più proficui, vantava quello al supermercato “A casa mia” di Casapulla dove furono asportati oltre 50mila euro in contanti
Rendola era stato condannato complessivamente, in vari procedimenti penali, a 17 anni e 10 mesi di reclusione per aver commesso varie rapine in gioiellerie nell’hinterland napoletano e casertano, porto e detenzione di arma, lesioni aggravate, associazione a delinquere. La pena venne poi ridotta nel 2021 dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, rideterminata in anni 9 e 6 mesi di reclusione.
Nelle scorse ore, poi, Rendola ha ricevuto la misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali dal Tribunale di Sorveglianza di Salerno. Una decisione che gli consentirà l’espiazione della pena residua con attività lavorativa presso un fruttivendolo.