CAMORRA A MARCIANISE. Le fritture di Giovanni Buonanno e il conto che non si paga: “Qua comando ancora io”
22 Aprile 2023 - 13:37
Si tratta di una conversazione captata durante l’indagine che ha portato alla maxi retata nei confronti del clan Belforte di pochi giorni fa
MARCIANISE – Quando si parla di influenza della criminalità, del potere di un clan su un territorio, chiaramente si immagina una mano lunga che copre la gestione economica dei locali e delle attività.
Ma spesso ci sono altri episodi che mostrano quanto determinate persone possano essere libere di muoversi, in totale comando di tutto ciò che gli capita attorno.
Questo emerge da un’intercettazione del 20 marzo di quattro anni fa, compiuta dai carabinieri durante l’indagine, coordinata dalla direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, sul clan Belforte che pochi giorni fa ha portato a decine di arresti a Marcianise.
La conversazione avviene tra Giovanni Buonanno, divenuto collaboratore di giustizia e arrestato nel blitz, e il suo sodale Giovanni Moretta.
Il figlio di Gennaro Bonanno, ras dei Belforte detto Gnocchino, intercettato in auto con Moretta, spiega chiaramente che lui in determinati posti non paga perché “comando sempre io qua, non si deve pagare”.
Buonanno quasi redarguisce Moretta, il quale, invece, si era proposto di saldare il conto.”Ma che devi pagare! Per un antipasto con una frittura…”.
Chissà se la decisione di Moretta di pagare il conto era legata al numero di bevande alcoliche che aveva bevuto, visto che lui stesso si definisce “ubriaco”.
La conversazione captata si conclude con Giovanni Buonanno che spiega che lui comanda ancora a Marcianise, poiché “Mica sono collaboratore di giustizia che me ne sono scappato”.
Frase non esattamente profetica, visto che lo stesso Giovanni Buonanno diventerà collaboratore di giustizia nel 2022.