MANIFESTO ELETTORALE. Il dinamico Luigi Bosco “inAzione”, uno slogan che è tutto un programma…

3 Maggio 2023 - 17:21

In città campeggiano i manifesti dell’ex assessore comunale.

CASERTA (pm) Chissà se tra la miriade di insegnamenti universitari esisterà una sociologia o una psicologia del manifesto elettorale. In modo da capire a quale bisogno intimo del candidato risponda o a quale aspetto della sua personalità ricondurlo.

Certo è che, specie per i collegi elettorali molto grandi, interregionali, con facile empirismo si può dire che un profilo autocompiacimento è senz’altro coinvolto. Il politico di turno è sconosciuto ai più e con essi, che non incontrerà mai o giù di lì, non può comunicare che per mezzo di slogan o messaggi aleatori, quelli permessi da un tabellone, per quanto grande possa essere. Dunque l’uomo in questa veste di politico inclina alla fatuità se non alla vanità vera e propria.

E l’errore, in un tale contesto, è sempre in agguato. Capita. Eccome se capita. Lo sanno bene  Giuseppe Conte, che a L’aria che tira, rispondendo a Myrta Merlino sui contrasti con Di Maio, sparava un : ‘La prego, non indulgi in queste letture fuorvianti‘.

E l’ex ministra Barbara Lezzi, che voleva “informare i cittadini a 370 gradi”, dieci gradi in più di quelli che sono del cerchio stando alla geometria, forse perché il popolo merita senz’altro questo ed altro. O il presidente della Camera, Lorenzo

Fontana, che in un recente saluto agli allievi dell’istituto Vittorio Bachelet in visita all’aula parlamentare storpiava il nome del professore ucciso dalle brigate rosse, dimostrando clamorosamente di misconoscerne la figura. E i casi potrebbero continuare.

Dunque, nessuna sorpresa se sul manifesto dell’ex assessore comunale di Caserta Luigi Bosco, che da una settimana circa campeggia in città e dintorni in vista delle prossime elezioni europee del 2024 e a cui dovrebbe candidarsi con Azione, spunti un claim che indica l’esatto opposto di quello che vorrebbe comunicare. Per dichiarare il proprio dinamismo, usa un INAZIONE, che si capisce sia un espediente grafico in sostituzione di IN AZIONE, forse avvertito come più moderno, ma incurante dei contenuti e degli elettori, posto che, almeno in italiano, il termine vuol dire “Il fatto di essere inattivo, inoperoso, per lo più per cause esterne, o per forza maggiore, …”.

La nostra ovvia osservazione sarà passata per petulanza. Ma ci consola il fatto che siamo in tempi in cui la beata ignoranza assume sempre di più valore positivo, immaginando una democrazia senza la costrizione della cultura. Ci avviamo definitivamente a quell’onagrocrazia, il governo dei ciuchi, antevista da Don Benedetto?