INFURIA LA POLEMICA. Comandante polizia municipale nega cibo e acqua ai randagi

9 Luglio 2018 - 07:00

CARINARO (L.d.A)– Comandante polizia municipale, vieta di dare acqua e cibo ai randagi, infuria la polemica, insorge la Lega nazionale difesa degli animali.

Nei giorni scorsi numerosi cittadini hanno pubblicato l’ordinanza, che alleghiamo in calce a questo articolo, affissa in un condominio a firma del Comandante della Municipale, Ferdinando Coppola in cui si vieta assolutamente di dare viveri ai cani randagi della zona.

Nell’ordinanza vi è scritto “si prega tutti i condomini di evitare tassativamente di dare da mangiare agli stessi. Tanto si comunica per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità. Si precisa che tutto il condominio è responsabile dell’eventuale imbrattamento della strada adiacente lo stabile mediante scatolette contenitori di cibo per cani e per questo sanzionabile a norma di legge“.

Una cittadina, che nel proprio condominio ha visto diffidarsi dalla municipale scrive e denuncia questo: Luisa L. I. “Cara Emma G. come la interpreti questa ordinanza da parte del comune di Carinaro e alcuni residenti che ci vietano anche con minacce di non dar da mangiare e da bere ad alcuni cani di quartiere tranquillissimi, ti posso garantire ed assicurare che i cani sostano all’ esterno del condomino e che sono accettati e benvoluti dalla stragrande maggioranza degli abitanti i quali provvedono quotidianamente al loro benessere sia con gli alimenti, con l’acqua e con antiparassitari. I cani sono buonissimi giocano con i bambini e non ti nego che si spaventano appena vedono chi ha tentato più volte di allontanarli con bastonate. E’ giusto che autorità comunali mostrino totale indifferenza e insensibilità verso chi ha necessità di vivere? Ma costoro conoscono le leggi che tutelano gli animali e sanno dei doveri specifici verso di loro? E per finire aggiungo che il malcontento verso questi poveri esseri indifesi è proprio di chi già possiede un cane; CHE VERGOGNA! stiamo contattando Striscia la notizia e l’ufficio legale dei diritti animali”.

La risposta della responsabile dell’ENPA Emma Gatto è stata immediata, “A questo comando della P.M. di Carinaro, voglio solo ricordare, che in altre città di Italia, la Polizia Municipale, .Carabinieri e Polizia di Stato sono sempre attenti e disponibili ad applicare le leggi per la tutela degli animali, contro ogni forma di maltrattamento. Questione di CULTURA E SENSIBILITA’….Inoltre, a codesto comandante, voglio ricordare che, secondo il D.P.R. del 79,il SINDACO E’ RESPONSABILE DEL BENESSERE DI TUTTI GLI ANIMALI DEL PROPRIO TERRITORIO e sarebbe poco gratificante, per il comune di CARINARO, che ha dato i natali al Cardinale ( o Vescovo, non lo so) SEPE, tenga questi comportamenti così mortificanti ed umilianti per lo stesso comune.”

E’ di queste ore la comunicazione ufficiale che la Presidente nazionale di LNDC – Animal Protection, Piera Rosati, ha scritto al Commissario Prefettizio di Carinaro chiedendo se tale iniziativa fosse condivisa dall’amministrazione o se fosse una battaglia personale del vertice della Polizia Municipale.“Non è la prima volta che un’amministrazione comunale cerca di affamare i randagi”, afferma Piera Rosati, “e come al solito non staremo a guardare. Tutti i cani hanno un proprietario e, nello specifico, i cani randagi sono di proprietà del Comune che deve garantire il loro benessere e la loro salute. In questa circostanza, come in tante altre, sono invece i cittadini ad assicurare cibo, acqua e antiparassitari a questi animali mentre un rappresentante dell’Ente vorrebbe vietare loro di alimentarli, andando contro tutte le leggi nazionali e locali a tutela degli animali.” “Affamare i cani non è la soluzione al problema del randagismo, piuttosto può essere la causa di una denuncia per maltrattamento e abbandono. Le uniche soluzioni al randagismo sono maggiori controlli sui cani di proprietà da parte proprio della Polizia Municipale, per verificare che siano regolarmente registrati all’anagrafe canina, e la sterilizzazione dei cani senza proprietario – e quindi del Comune – affinché non si riproducano. Idealmente, sarebbe anche opportuno incentivare la sterilizzazione dei cani padronali in modo da evitare cucciolate indesiderate”, conclude Rosati.

Ora tutti attendono che chi di competenza ritratti e ritiri tale provvedimento che mette a repentaglio l’incolumità di numerosi animali randagi. La civiltà di un Paese si misura da come si rispettano creature indifese e innocenti.