ESCLUSIVA ORE 18.10 ECCO CHI E’ il detenuto che secondo il pm ha avuto il telefonino dalla garante (forse innamorata di lui) in cambio di un paio di scarpe Gucci da mille euro

5 Luglio 2023 - 18:13

Di questa vicenda, però, cominciamo a dare qualche particolare frutto di indiscrezioni che però siamo già riusciti a riscontrare convenientemente anche attraverso i racconti del collega Geo Nocchetti della rai che nel suo servizio andato in onda nel pomeriggio, ha fatto riferimento anche a qualche contenuto del decreto di perquisizione. Il permesso premio, un possibile incontro fuori dal carcere tra i due, una perquisizione nelle zone di Caivano …

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) Qualche particolare in più dalle strettissime maglie del riserbo degli inquirenti comincia a filtrare sulla vicenda che ha coinvolto, in questi giorni Emanuela Belcuore, 40 anni, dal 2020 Garante provinciale a Caserta dei detenuti, per volontà formale dell’amministrazione provinciale a cui tocca questa nomina, formalizzata, come già abbiamo scritto stamattina dal Presidente Giorgio Magliocca su proposta dell’allora vice presidente Pasquale Crisci, arrestato nell’ambito di un indagine della Dda sui rapporti tra i politici di Santa Maria a Vico e la camorra più o meno locale.

Della questione delle scarpe Gucci si è già detto: secondo l’ipotesi accusatoria che chiaramente dovrà obbligatoriamente trovare conferma e riscontro, Emanuela Belcuore avrebbe ricevuto questo prezioso regalo da un congiunto diretto del detenuto a cui la Belcuore avrebbe consegnato furtivamente, durante un colloquio riservato in carcere, un telefonino cellulare ed una sim card intestata ad un cittadino straniero, seguendo poi con grande partecipazione emotiva e operativa le sorti di questo detenuto, il quale sarebbe stato avvertito in anticipo delle perquisizioni ordinarie e straordinarie, realizzate dal personale del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in modo da poter il cellulare illegalmente utilizzato.

Fin qui il riassunto delle puntate precedenti e delle cose già emerse a partire da stamattina quando CasertaCe ha dato in esclusiva la notizia della perquisizione e dunque della notifica dell’iscrizione nel registro degli indagati, a carico della Belcuore.

Allora, di nuovo c’è che siamo riusciti a capire finalmente chi sia il detenuto che sarebbe coinvolto nella vicenda. Un cognome lo avevamo già stamattina, ma proprio perché si tratta di un Borrata, chi ha scritto di cronaca nera e giudiziaria negli ultimi 20 anni qui da noi, chi ha scritto delle trame criminali del clan dei casalesi, sa che di detenuti con questo cognome ce ne sono diversi e dunque è molto facile sbagliare o confondersi. Per cui abbiamo dovuto approfondire bene e siamo riusciti finalmente a stabilire che trattasi di Mario Borrata il quale è in carcere da 13 anni per l’omicidio del giovane Pietro Capone avvenuto il 14 ottobre 2010 in piazza Marconi ad Aversa dove Borrata lo colpì con alcuni fatali fendenti alla gola e per il quale, nell’ottobre del 2011, il gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Stefania Amodeo, lo condannò all’ergastolo ciò nonostante il fatto che quel processo si tenne con il rito abbreviato e che questo implica, il più delle volte la concessione dello sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Ma evidentemente quel fatto di sangue fu tanto grave da indurre il gup a sancire, in accoglimento delle richieste del pubblico ministero Giorgia De Ponte, il carcere a vita per l’allora 19enne Mario Borrata, sostenute anche dalle parti civili costituite, cioè da Roberta Pizzo moglie della vittima e anche dai genitori del giovane assassinato.

Mario Borrata non ha mai svolto attività camorristica, e d’altronde, neanche avrebbe potuto svolgere un ruolo attivo nel clan dei casalesi visto che in carcere è entrato a 19 anni cioè dal momento in cui, inseguito da un’auto della polizia del commissariato di Capua, la sua minicar fu fermata e lui fu ammanettato con diverse macchie di sangue addosso e altre impresse anche all’ interno dell’ abitacolo del suo veicolo. Le dinamiche dell’omicidio danno però l’idea di una certa mentalità che magari Mario Borrata aveva assorbito in famiglia. Suo zio Francesco Borrata era stato arrestato negli anni precedenti ad epilogo di una maxi operazione delle forze dell’ordine in quel di San Nicola la Strada quando, insieme ad un altro esponente del clan Bidognetti, cioè Massimiliano Miele fu sorpreso mentre trasportava 35 kg di eroina. Da tempo, questa famiglia originaria di Casal di Principe si è trasferita a San Marcellino in Corso Europa, la strada che immette poi nella città di Aversa.

L’ergastolo arrivò perchè il giudice di primo grado dichiarò Mario Borrata colpevole, non solo del reato di omicidio premeditato aggravato da motivi abietti ma anche del reato di violenza sessuale proprio ai danni di Roberta Pizzo (palpeggiamenti) cioè della moglie della sua vittima. Una ragazza al tempo 21enne che avrebbe rifiutato le avance del Borrata tenendole però nascoste al marito per evitare ulteriori conseguenze. Nascoste non a lungo perché Capone venne comunque a conoscenza della situazione e decise di incontrare ed affrontare Borrata nel pomeriggio di quel 14 ottobre.

Sui rapporti tra la garante e il detenuto sarebbero emersi, come abbiamo scritto all’inizio, anche altri particolari che definiscono dinamiche ulteriori. Il giovane oggi 30enne aveva ottenuto un permesso premio che gli aveva consentito di lasciare il carcere per alcuni giorni. Non si può stabilire ancora se questo permesso sia state attribuito anche grazie a relazioni positive fatte arrivare dal garante al giudice di sorveglianza. Come non si può ancora stabilire – ma su questo gli inquirenti stanno indagando – se durante questo permesso premio Mario Borrata ed Emanuela Belcuore si siano o meno incontrati personalmente visto che tra loro, sempre da quanto risulta dai primi riscontri investigativi pare che fosse iniziata anche una relazione sentimentale, come ha riferito oggi pomeriggio Geo Nocchetti durante l’edizione del Tgr della Campania. Come ultima indiscrezione filtrata sempre negli ambienti degli avvocati che la sanno sempre molto lunga pare che una perquisizione sia stata realizzata anche dalle parti di Caivano ad una persona affettivamente vicina a Mario Borrata.

Queste le ultime novità, ci “rileggiamo” in occasione dei prossimi aggiornamenti.