LA CAMORRA DI MONDRAGONE. Antonio Miraglia “colleziona” condanne: questa a 4 anni per l’estorsione a un commerciante ora è definitiva. E per il pentito Vincenzo Palumbo…
7 Luglio 2023 - 13:07
Lo ha reso noto ieri la Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati difensori del noto pregiudicato, in passato condannato a 18 anni per associazione a delinquere di stampo camorristico per droga, ed anche insieme alla moglie e al fratello, caporal maggiore dell’esercito, per una storia di “pizzini” a lui consegnati quando si trovava agli arresti domiciliari. Stessa sorte anche per il collaboratore di Giustizia Vincenzo Palumbo condannato a 5 anni e mezzo
MONDRAGONE – La cosiddetta fedina penale di Antonio Miraglia, 45 anni, di Mondragone, è lunga ed articolata. Miraglia, infatti, è stato considerato dalla Dda una delle nuove punte di lancia della camorra mondragonese, ricostituitasi in successione rispetto allo storico clan La Torre e alle sue prime filiazioni legate al comando di Gagliardi e dei Fragnoli. Che Antonio Miraglia sia un pezzo da 90 della criminalità organizzata mondragonese è un dato che ha trovato riscontro, non solo nell’attività inquirente della Dda ma soprattutto in una condanna a ben 18 anni di reclusione per il copioso traffico degli stupefacenti gestito in associazione a delinquere da elementi della camorra locale. Traffico di cui Antonio Miraglia era uno dei protagonisti, operando anche quando si trovava agli arresti domiciliari attraverso dei pizzini, consegnatigli da sua moglie, la quale insieme ad Angelo Miraglia, caporal maggiore dell’esercito, fratello di Antonio è stata a sua volta processata a e condannata per questi motivi.
Dunque la condanna divenuta ieri definitiva, di Antonio Miraglia per una vicenda estorsiva rappresenta solo un anello di una lunga catena. Quattro anni di reclusione per l’estorsione perpetrata ai danni di un cittadino di origine straniera che subì un tentativo di spoliazione nel periodo in cui stava per aprire, a Mondragone, un’attività commerciale. La Cassazione, oltre ad aver rigettato il ricorso presentato dai legali di Antonio Miraglia, ha fatto lo stesso con quello proposto dai difensori di Vincenzo Palumbo, il quale ha ricevuto una condanna definitiva a 5 anni e mezzo di reclusione, dunque finanche più dura di quella di Miraglia.
Questo processo era iniziato in primo grado, almeno per quanto riguarda Miraglia, con una doppia imputazione: oltre all’accusa appena menzionata, ce n’ era probabilmente in un differente capo d’ imputazione anche un altra relativa ad una presunta estorsione perpetrata ai danni un broker assicurativo mondragonese che, secondo i pubblici ministeri, al quale sarebbe stato chiesto di non far pagare le polizze rc auto a diversi esponenti del clan. In questo secondo caso, però, i giudici di primo grado assolsero Antonio Miraglia. Ora, non possiamo stabilire quale fu la sentenza di primo grado per l’estorsione al titolare dell’attività commerciale. Non possiamo stabilire cioè, se i giudici del tribunale condannarono o ugualmente assolsero Antonio Miraglia. Quel che è certo, invece, è che la Corte di Appello, per lo specifico capo d’imputazione dell’estorsione alla vittima di origini straniere, lo aveva condannato a 4 anni di reclusione. Pena divenuta, ieri, definitiva e irrevocabile.