Maxi truffa da oltre 200mila euro agli anziani. Riunioni in piazza, auto a noleggio e cellulari usa e getta. Così la banda si organizzava ogni mattina

20 Luglio 2023 - 16:27

Le vittime tutti, in nome dell’amore per i nipoti, hanno consegnato ai truffatori, oltre ai soldi, anche gioielli e persino le fedi nuziali

CASERTA – Cellulari usa e getta, con i quali comunicare e inviare le foto del bottino, per evitare che qualcuno si impossessasse di qualche monile invece di condividerlo con i complici, e un “bonus”, di alcune centinaia di euro, per chi commetteva il raggiro. E’ quanto emerso dalle indagini dei carabinieri di Caserta che oggi, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno sgominato una banda di truffatori con base a Napoli che prendeva di mira gli anziani tra Campania e basso Lazio.

OLTRE 50 LE TRUFFE MESSE A SEGNO

Il gruppo individuava le vittime, tra queste una 94enne, una 93enne, una donna di 88 anni e altre decine di nonne e nonni tra le vittime della banda, spesso sole, e le sceglievano soprattutto perché avevano dei nipoti; i truffatori agivano di solito in due, uno contattava telefonicamente la vittima prescelta, usando quasi sempre lo stratagemma del pacco per il nipote da consegnare a casa e per il quale andava pagata una somma; intanto il complice si presentava poco dopo a casa dell’anziana e si faceva pagare in soldi, gioielli, fedi e buoni postali, consegnando un pacco in cui non c’era nulla. Sono state oltre 50 le truffe consumate o tentate.

class="has-text-align-center">LE RIUNIONI IN PIAZZA, AUTO A NOLEGGIO E CELLULARI USA E GETTA

I truffatori – è emerso – si riunivano quasi tutte le mattina in una piazza centrale di Napoli, nella zona dei tribunali, ei
vertici del gruppo, i “capi” impartivano le indicazioni sulle vittime, consegnavano agli esecutori le chiavi dell’auto a noleggio e cellulari usa e getta; e per evitare poi che chi commetteva la truffa potesse mettersi in tasca parte del bottino, i due fratelli consegnavano agli esecutori anche uno smartphone con cui fotografare i gioielli di cui si erano impossessati durante il colpo, per poi confrontarli una volta arrivati ​​a Napoli. Tutti, in nome dell’amore per i nipoti, hanno consegnato ai truffatori, oltre ai soldi, anche gioielli e persino le fedi nuziali.

LE VITTIME PRIVATE ANCHE DELLE FEDI NUZIALI

Questo è l’aspetto più triste della vicenda” ha detto il maresciallo della stazione di Ruviano Michele Fioraio durante la
conferenza stampa tenuta in Procura alla presenza del procuratore aggiunto Carmine Renzulli, del Capo del Reparto
Operativo dei Carabinieri di Caserta Salvatore Sferlazza
, del Comandante della Compagnia di Caserta Pietro Tribuzio.
Qualche anziana si è privata della fede del marito deceduto credendo di aiutare il nipote“, ha aggiunto l’investigatore
dell’Arma.

L’INDAGINE

L’indagine è iniziata nel 2021 sulla base delle modalità investigative predisposte nel 2017, in occasione delle prime indagini sul fenomeno, dall’allora procuratore aggiunto Antonio D’Amato; il magistrato dopo un periodo al Csm (dal 2019 al 2023), è tornato da qualche mese a svolgere lo stesso ruolo di aggiunto alla Procura sammaritana.
L’indagine è stata realizzata dai carabinieri della Compagnia di Caserta e della stazione di Ruviano, comune dell’Alto-Casertano dove avvenne la truffa dai danni di un’anziana da cui è partita l’indagine. Agli arrestati, tutti residenti nel napoletano, tra cui una donna, sono contestati 54 capi di imputazione tra cui l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa agli anziani.

A CAPO DELL’ORGANIZZAZIONE DUE FRATELLI

L’organizzazione aveva i suoi capi promotori a Napoli nei fratelli Antonio e Gennaro Francescone, rispettivamente di 34 e 32 anni, entrambi colpiti dalla misura cautelare in carcere, che proprio dal napoletano gestivano l’intero schema truffaldino insieme al padre, Gabriele Francescone di 56 anni, finito ai domiciliari. Il provento dell’attività illecita è pari a 106 mila euro in contanti nonché monili e preziosi allorquando le vittime non avevano disponibilità economica. Le somme sono state sequestrate. In un caso ad una anziana gli esecutori materiali della truffa con tono suadente riuscirono ad accaparrarsi dei buoni fruttiferi postali del valore di 25.000 euro giacché la donna non aveva denaro contante in casa. Buoni non incassati grazie al tempestivo intervento dei militari.