CASERTA. Carlo Marino si ribella anche al Tar e non vuol tirare fuori le carte degli incarichi esterni. Il prefetto costretto a nominare un commissario ad acta

22 Luglio 2023 - 10:08

La decisione di Castaldo è arrivata nei giorni scorsi. Ma il pericolo è che qualche documento particolare sia già sparito. Un’affermazione, questa, non gratuita ma assolutamente verosimile e vi spieghiamo il perché

CASERTA – Con un po’ di additivo energetico dentro, la possiamo chiamare commissaria ad acta. Ma questa vicenda è frutto di un atto assolutamente dovuto che il prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo è stato in pratica quasi costretto a fare, pena l’inadempienza sua dinanzi a una sentenza del Tar Campania, sostanzialmente tombale, che (giustamente) ha obbligato il comune di Caserta a rendere note tutte le carte degli incarichi affidati e che Carlo Marino ha cercato e sta ancora cercando di nascondere, dando la dimostrazione di non essere tranquillo e di temere la loro giusta, doverosa divulgazione pubblica.

Di fronte a questa vittoria totale ottenuta dall’avvocato Luigi Adinolfi che da mesi e mesi lotta per ottenere un obiettivo di trasparenza negatogli in tutti i modi dal comune capoluogo, il sindaco e i suoi collaboratori hanno fatto ancora una volta orecchie da mercante.

E così il prefetto, davanti a quella che è un’imposizione giudiziaria, ha dovuto inviare all’interno delle stanze di Palazzo Castropignano una sua funzionaria che, lo stabiliremo nei prossimi giorni, dovrà assumere la carica di commissaria

ad acta, sempre che trovi tutte le carte degli incarichi e se qualcuna non è stata fatta sparire.

Guardate, se noi ce ne usciamo con queste dichiarazioni è perché il comportamento di questo sindaco e della sua amministrazione le giustificano totalmente. Se uno non ha nulla da nascondere, non dovrebbe avere nessun timore a mostrare gli atti del suo governo.

Se qualcuno, invece, ha da nascondere qualcosa, arriva ad essere addirittura inadempiente dinanzi ad una sentenza dello Stato. E’ dunque lecito, anzi doveroso, ipotizzare che qualcuno di questi atti venga fatto sparire e che, quindi, il commissario ad acta non potrà adempiere alla consegna degli stessi al richiedente, cioè all’avvocato Adinolfi, un cittadino a cui è stato negato un diritto da Marino, al punto di doverselo far riconoscere dal Tar.