AL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI CARLO RAUCCI glielo spieghiamo a puntate. Altro che sciocchezzuola, l’ispezione ministeriale al laboratorio della sua fabbrica ha riguardato fatti fondamentali per l’incolumità umana

10 Agosto 2023 - 19:05

In questa prima parte, a cui domani seguirà la seconda e ultima, inquadriamo con calma la cornice normativa che regola la materia delle prove obbligatorie che garantisco un certificato di qualità dei materiali usati nei cantieri. Dopo i disastri e le tragedie degli ultimi anni, il Ministero ha stretto i suoi controlli, scandendo bene quelle che sono le responsabilità dei direttori dei lavori che in questi test di laboratorio, quindi anche del laboratorio di Edil Sigma s.r.l., che vanno realizzati nel rispetto intransigente di tutte le norme trasfuse in una fondamentale circolare ministeriale. Domani, come abbiamo già scritto, la seconda parte

SANTA MARIA CAPUA VETERE (G.G.) – Carlo Raucci, di professione ingegnere e presidente del suo ordine, ci ha accusati in una nota fattaci addirittura recapitare dal suo avvocato, di essere dispensatori di fake news.

In poche parole si è seduto dietro ad una cattedra e ha puntato il suo datato ditone verso di noi.

In un primo momento volevamo semplicemente spernacchiarlo andando a recuperare un po’ di articoli del nostro passato prossimo, che si occupavano di lui al tempo in cui faceva faville come cementificatore, nella “sua” Santa Maria Capua Vetere in una sorta di duo dinamico con l’amicone di sempre Maurizio Mazzotti.

Poi abbiamo pensato che tutto sommato le persone, soprattutto i suoi concittadini, sanno molto bene chi lui sia, per cui era del tutto pleonastico ricordarglielo per l’ennesima volta.

Ci siamo allora concentrati sul fatto partito dal un nostro articolo mansueto e garantista, che più mansueto e garantista non si poteva scrivere.

Questo articolo informava i lettori di un’attività di ispezione amministrativa ad opera del Ministero delle Infrastrutture all’interno del laboratorio della Edil Sigma Srl, società partecipata dallo stesso Carlo Raucci e da un altro ingegnere di reputazione, Nicodemo Petteruti già sindaco di Caserta.

Oltre a questo, l’articolo citato sempre con toni molto misurati e assumendo una posizione dubbiosa intorno alle modalità con cui si stava svolgendo il lavoro degli istruttori ministeriali, dava notizia anche dell’apertura, quale atto dovuto e nulla più, da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere di un fascicolo d’indagine scaturito da un esposto (non certo il primo) presentato dall’ex socio, ora in dissidio, della Edil Sigma Srl Francesco Russo.

Abbiamo sbagliato a scrivere quell’articolo con toni misurati e contenuti controllati, perché, tanto, il malanimo di Carlo Raucci lo ha ripagato con una serie di insulti e di contumelie di cui abbiamo dato conto testuale in un secondo articolo uscito nei giorni successivi (CLICCA E LEGGI).

E allora ci siamo messi a studiare. Oggi possiamo tranquillamente affermare che, se non conosciamo l’esito di questa ispezione ministeriale chiusasi lo scorso 4 agosto, che magari si risolverà positivamente per la Edil Sigma, questa procedura non è stata certo una cosa da poco, diversamente da quello che Carlo Raucci ha scritto nella sua lettera, manco stesse affrontando la lettura di un contatore da parte di un dipendente dell’Enel.

Il laboratorio di un’azienda di costruzioni impegnata anche nelle grandi e medie opere rappresenta, infatti, il cuore della filiera operativa.

Il laboratorio della Edil Sigma è autorizzato ai sensi dell’articolo 20 della legge 1086/71, assorbita dall’articolo 59 del Testo Unico sulle costruzioni, contenuto nel Drp 380/2001. Il tutto diventa pratico e operativo attraverso una fonte attuativa del diritto, la circolare 7617 del 2010 emessa dal Servizio Tecnico Centrale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Questa cornice normativa fa dell’attività dei laboratori di questo tipo di aziende, dunque anche di quello Edil Sigma, un servizio di pubblica utilità.
Entrando nel merito dei concetti, espressi fino ad ora, solamente in termini generali, nel laboratorio non si scherza, perché le prove sui materiali da costruzione sono dei veri e propri test che verificano che i materiali usati in cantiere siano quelli predisposti nel progetto e che garantiscano alla struttura resistenza, stabilità e durabilità.
Se queste prove, dunque, si fanno al di fuori del rigore della cornice normativa allora il rischio è che i materiali della costruzione e le strutture formate dagli stessi non esaudiscano gli standard di sicurezza per la pubblica incolumità.

Di solito è l’impresa edile che assume l’incarico di organizzare e gestire i prelievi sui materiali, come il conglomerato cementizio o su spezzoni di barre d’acciaio.

In effetti già questa procedura non è proprio il massimo di una totale adesione al dettato normativo, visto che, secondo la legge, questo è un compito del direttore dei lavori.

In realtà, questa attività viene svolta, per una sorta di prassi ormai consolidata dal personale dell’impresa costruttrice o il tecnico dell’impianto di betonaggio scelto dalla medesima.

Sempre rimanendo alla prassi consolidata, i prelievi in cantiere non vengono effettuati tranne che per grosse opere pubbliche.

Se la legge non fosse un optional, ci si accorgerebbe che la normativa prevede chiare indicazioni sulle modalità di prelievo e di “stoccaggio” dei materiali fino al momento delle prove di laboratorio. Ma a volte Direttori Lavori “stravaganti o interessati a favorire colleghi e società di centrali di betonaggio” obbligano, vabbè diciamo persuadono l’impresa a gestire la procedura in modo diverso da quanto previsto dalla normativa.

Il risultato è che l’impresa (poco seria) o la centrale di betonaggio, ugualmente poco seria sostituiscano i provini così come questi sono regolati dalla legge, con altri provini più sciuè sciuè al fine di dimostrare di avere un prodotto corrispondente a requisiti richiesti apparentemente rispondenti alla normativa, quando in realtà, nelle opere di costruzione si stanno utilizzando materiali non di grande qualità inferiore. Ad esempio il calcestruzzo annacquato ovvero con cospicue quantità di acqua che fanno diminuire la resistenza del calcestruzzo. Ricorre anche la possibilità che se non viene e rispettata la procedura di prelievo e stoccaggio prevista, il materiale anche se di buona qualità da risultati inferiore.

Il capitolo 11 della citata circolare ministeriale fornisce allo scopo di evitare che possano succedere i fatti che abbiamo appena descritto le seguenti linee direttive: “È compito del Direttore dei Lavori provvedere al campionamento dei materiali e dei prodotti da sottoporre alle prove di accettazione, quindi al confezionamento dei provini, all’esecuzione/estrazione dei saggi, al prelevamento dei campioni, nonché la corretta conservazione e custodia degli stessi fino alla consegna al laboratorio di cui all’articolo 59 del D.P.R. 380/2001 incaricato, che a tal fine rilascia apposito verbale di accettazione. Tali attività possono essere eventualmente eseguite attraverso personale a tal fine formalmente delegato dal Direttore dei Lavori, ferma restando la responsabilità del Direttore dei Lavori stesso…. “

Quindi, il Direttore Lavori può delegare tale attività, ma riteniamo dopo aver letto attentamente le norme di base e quelle contenute nella circolare che anche questa rappresenti una soluzione un po’ all’italiana.

Infatti il testo prosegue dicendo che: “Principio generale della Norma è che le prove previste, quali quelle di accettazione in cantiere o quelle di controllo di produzione in stabilimento (quali ad esempio quelle nei centri di trasformazione), siano un reale strumento di controllo e di verifica della qualità della filiera, atte a permettere il miglioramento continuo del processo, eventualmente permettendo, nel caso di esito non positivo, di adottare le idonee azioni correttive…

Non vogliamo fare di tutta l’erba un fascio ma riteniamo sia importante specificare che, vista la responsabilità del Direttore dei Lavori, è fondamentale che questi sia presente durante le fasi dei prelievi dei materiali da sottoporre a prova e il seguendo in questo modo tutta la normativa riguardo alla gestione di tutto il processo. In inosservanza delle norme sono previste delle sanzioni.

La turbata sensibilità nazionale scaturita dalle tragedie, verificatesi in concomitanza di eventi naturali ed accidentali, ha da anni acceso i riflettori sul  tema della sicurezza delle infrastrutture strategiche e delle costruzioni sia pubbliche che private. In particolare gli eventi calamitosi insegnano che le strutture possono essere vulnerabili se mal progettate, realizzate con materiali di scarsa qualità, non soggette a manutenzione ordinaria ed a un monitoraggio programmato.

Nel recente aggiornamento, ai sensi del decreto ministeriale 17 gennaio 2018, si sono confermate, evidenziate ed innovate le responsabilità dei vari organi competenti nel settore delle costruzioni.

Ed è su queste norme, ed è su questo quadro di competenze che si collega alla certificazione sulla qualità dei materiali che si è concentrata l’attività d’ispezione del Ministero delle Infrastrutture al laboratorio di Edil Sigma, di cui Carlo Raucci, riteniamo presidente provinciale dell’ordine degli ingegneri, è il direttore. Gli ispettori ministeriali hanno verificato dunque, cose molto importanti, per cercare di stabilire se le prove di verifica dei materiali, operate da Edil Sigma, se abbiano rispettato rigorosamente procedure e norme  per  garantire al direttore dei lavori e alla proprietà dell’immobile oggetto dei lavori la qualità dei materiali per la sicurezza delle costruzioni sia per opere pubbliche che private.

Domani, 11 agosto, approfondiremo ulteriormente la vicenda. Ripetiamo, noi non sappiamo come sia andata l’ispezione ministeriale. E tutto sommato non è fondamentale stabilirlo. Ma siccome l’ingegnere Carlo Raucci ha affermato che le nostre erano Fake News e quello del Ministero era quasi un controllo di routine, noi dimostreremo, non a lui, visto che lui lo sa bene, che quest’attività di controllo ha riguardato cose serissime, cruciali, per garantire la qualità di un’azienda che, costruendo immobili, è direttamente implicata con la materia fondamentale dell’incolumità degli uomini e delle donne, dei bambini e delle bambine che in quelle case abitano e/o lungo quelle strade circolano in auto o a piedi.