GLI IMBROGLI DEL JAMBO. L’amministratore giudiziario Salvatore Scarpa tenuto fino all’ultimo giorno per evitare lo scandalo. Poi allontanato “aumma aumma” con la scusa della scadenza del suo mandato

17 Agosto 2023 - 12:48


Per anni abbiamo scritto tantissimi articoli, enunciando una gestione che per opacità superava di gran lunga quella della camorra. Lo abbiamo scritto e dimostrato senza timori e nonostante ci fosse stato un Ministro degli Interni che era andato a inaugurare una mostra costata una cifra e realizzata dalla compagna di Roberto Fico, poi la storia del parcheggio e di una nuova cooperativa ha rotto lo storico connubio tra Scarpa e Credentino e sono volati i piatti, con la lettera del primo e con le dichiarazioni rilasciate dal secondo alla Guardia di Finanza di Aversa

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TRENTOLA DUCENTA (G.G.) – Quando di mezzo ci sono le istituzioni, le regole del gioco, con buona pace della democrazia dell’uguaglianza, cambiano e diventano più felpate, meno distinguibili, meno riconoscibili.
Perché una cosa è se una figuraccia la fa un ente pubblico di secondo o terzo livello o un soggetto privato, altra cosa è se la fanno soggetti direttamente associati allo Stato, com’è ad esempio l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), dove operano “prefettori”, grandi commis di Stato, gente a cui è stata riconosciuta, con i criteri di valutazione di questo paese, una carriera costellata da meriti che consente ora di ricoprire incarichi da 10 o 15 mila euro al mese.


E figuriamoci se questa agenzia, le sue diramazioni territoriali, come quella napoletana, si è mai posta il problema di leggere con spirito laico e tutte le precauzioni per l’uso possibili e immaginabili, gli articoli di un giornale locale come il nostro.
Sapete cosa fanno questi mandarini?


Magari qualcuno li informa pure che è uscito un articolo importante per loro, ma la prima cosa che chiedono è il nome della testata.
Quindi non leggono l’articolo ma si autoassolvono e si autoesonerano perché magari una notizia e un’indagine giornalistica, prodotte con tutte le qualità tipiche del buon giornalismo, non l’ha scritta Il Mattino, non l’ha mandata in onda il TgR Campania o è sfuggita a quelli di Report.
Sanno bene, i mandarini di cui prima, che per quanto riguarda Il Mattino e il TgR Campania non incontreranno mai rogne, trattandosi di testate giornalistiche dotate di un Dna servile verso ogni potere.


Quanti articoli abbiamo scritto sulla gestione del Jambo di Trentola Ducenta da parte dell’amministratore giudiziario Salvatore Scarpa, nominato a suo tempo da quello stesso Tribunale di Napoli da cui era partita l’ordinanza del dicembre 2015 che produsse la retata, ma soprattutto produsse il dato di fatto che il Jambo fosse una sorta di succursale del super boss dei Casalesi Michele di Zagaria.
Decine di articoli, in cui non ci siamo limitati solo a declinare titoli provocatori, tipo quello affermativo sul fatto che al Jambo si rubava di meno e si facevano meno imbrogli quando c’era la camorra rispetto a quando un amministratore giudiziario dello Stato è andato a governarlo.
Sotto a quei titoli c’erano articoli faticosi, densi di documenti e di riscontri che in un tribunale definirebbero di evidenza probatoria, per anni e anni ignorati dall’Agenzia Anbsc che avrebbe invece dovuto controllare tutto.


Va dato atto alla Compagnia della Guardia di Finanza di Aversa di aver prestato attenzione a quei nostri articoli, che hanno dunque determinato, seppur indirettamente, la rottura di un sistema che si è basato sull’equilibrio raggiunto tra l’amministratore giudiziario Salvatore Scarpa e il suo super consulente “ad ogni cosa” Credentino.
E quando quel sistema ha addirittura provato a mettere le amni sull’enorme area dei parcheggi a pagamento attraverso una cooperativa, l’indagine della Fiamme Gialle è scattata.


Salvatore Scarpa ha provato a scaricare, come scrivemmo in un articolo dedicato alla vicenda (CLICCA QUI), il suo consulente Credentino, accusandolo di tutto e di più in una lettera recapitata probabilmente alla stessa Anbsc e forse anche alla Procura di Napoli.
Ma Credentino non se l’è tenuta e pare abbia vuotato il sacco al cospetto dei finanzieri.


La democrazia dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge e davanti ad ogni ordinamento avrebbe dovuto indurre sin da allora le istituzioni interessate, non solo l’Ansbc ma anche il Tribunale di Napoli a convocare a sé Salvatore Scarpa e a dirgli “caro dottor Scarpa, nessuno di noi la sta accusando di niente, ma ci sono delle indagini in corso sulla sua gestione. Per cui per il bene di quello che lei rappresenta, la invitiamo a fare un passo indietro”.


Ma siccome la nostra non è la democrazia dell’uguaglianza, siccome tutto ciò avrebbe determinato anche una chiamata in causa di quelle istituzioni che Scarpa avevano voluto e tenuto in carica per tanti anni, si è preferita la soluzione felpata: facciamo scadere i termini temporali di questa nomina e poi diciamo che per motivi di carattere tecnico e organizzativo non la rinnoviamo e ci mettiamo un altro al suo posto.
Ed è esattamente quello che è accaduto ultimamente.


Come si suol dire, vattene senza fare casini e magari noi ci andiamo col guanto di velluto e non con quello di ferro,
senza andare a guardare le contabilità, senza contare tutti i soldi che l’amministratore giudiziario ha speso, tipo quelli letteralmente regalati alla compagna dell’allora presidente della Camera Roberto Fico per una mostra su Diego Maradona addirittura inaugurata al Jambo – a nostro avviso le istituzioni e il Ministero dell’Interno dovrebbero vergognarsi di tutto ciò – personalmente dall’allora titolare del Viminale Luciana Lamorgese (CLICCA E LEGGI).


Non ci piace questo Stato che copre e che non sa mettersi in discussione. Non ci piace questo Stato in cui le funzioni e le potestà si esprimono attraverso sensibilità di tipo personale che sovrastano ogni forma di neutralità espressiva.

Mai come adesso occorrerebbe andare a scoperchiare il pentolone, controllando atto per atto la gestione commissariale controllando se sono stati concessi incarichi, consulenze, a familiari o amici di amici. Scarpa prima di andarsene avrebbe fatto un’operazione, una richiesta che tutto sommato ha una sua logica in un meccanismo che di fatto rappresenta una forma di insabbiamento, autoliquidandosi circa 180mila euro, una sorta di premio per la sua evidente produttività.


Pare glieli abbiano fatti restituire, dentro a questa super transazione del silenzio.
Comunque, l’aria che ha tirato sin dal primo momento in cui lo Stato, in nome della legalità, ha cominciato ad amministrare (sì) il Jambo di Trentola è stata sempre la stessa.
E questo epilogo è perfettamente in linea con un percorso scoraggiante e deprimente.