Militare invalido dopo infortunio nella missione in Iraq. Battaglia per risarcimento da oltre 130 mila euro
28 Agosto 2023 - 19:29
CASERTA – Un risarcimento per una cifra di poco superiore ai 130 mila euro come ristoro del danno subito a seguito di un infortunio patito mentre si trovava in Iraq, nell’ottobre 2005, nel Camp Mittica di Tallii.
È quanto ha chiesto ai giudici del Tar Lazio M.M., caporale maggiore scelto dell’11° Reggimento Bersaglieri, Task Force “Alfa”.
Il militare rimase ferito dopo essere caduto su del filo spinato posto in una area riservata al passaggio pedonale, secondo il militare, “a seguito della negligenza nella manutenzione dell’area stessa“.
Un brutto infortunio che aveva provocato all’uomo una frattura articolare epifisi distale radio destro e ferita lacero contusa della regione frontale. M.M. veniva dimesso dall’ospedale una settimana dopo l’incidente e con una prognosi di quaranta giorni di convalescenza. Ad un anno di distanza, poi, il caporale venne sottoposto anche ad un intervento chirurgico.
Sottoposto a visita dalla Commissione Medico Ospedaliera del Centro Militare di Medicina Legale di Caserta,
Un’invalidità, poi, segnalata tra il 21 e il 30 per cento, motivazione per cui il caporale scelto ha richiesto al ministero della Difesa un risarcimento per il danno morale patito nella misura del 30% del danno biologico, ovvero 30.039,30 euro, e per l’invalidità permanente la somma complessiva di 130 mila e 170,30 euro.
Il ministero ha quindi decido di costituirsi contro la richiesta del caporale, portando della documentazione a favore della posizione del dicastero.
Ad esempio, l’attestazione del pagamento di 33 mila euro che il militare, precisamente il suo legale, avrebbe ricevuto. Un assegno che, leggiamo dalla sentenza del Tar, sarebbe stato emesso “a completa e definitiva tacitazione, anche a saldo e transazione, di ogni diritto, ragione e pretesa”; e che, pertanto, M.M. avrebbe preventivamente rinunciato a far valere ulteriori pretese.
Sul filo spinato, detto anche concertina, poi, la testimonianza del del comandante della compagnia della missione in Iraq dimostrerebbe il necessario posizionamento di quel limite nell’area al centro dell’incidente.
Due situazioni che hanno portato la prima sezione del Tar Lazio a ritenere da respingere il ricorso del militare.
Un’ultima nota nella sentenza, infine, segnala che il ricorrente non ha allegato alcun elemento finalizzato a provare (o, quanto meno, a fondatamente presumere) il peggioramento della qualità della vita, inteso in forma autonoma rispetto alla dedotta menomazione all’integrità psico-fisica.