GLI INTRIGHI DEL JAMBO. Scusate la provocazione: ma siamo sicuri che quando c’era Michele Zagaria si facevano più imbrogli di quanti non ne sono stati fatti sotto l’amministratore giudiziario Salvatore Scarpa? Leggete il verminaio che affiora dal ricorso di…

12 Settembre 2023 - 20:44

Eppure, noi di CasertaCe ne avevamo scritto, in questi anni, di articoli sui personaggi che, inopinatamente, avevano assunto cariche di grande delicatezza e di grande prestigio. Ma quello che emerge dall’atto che Luigi Credentino ha depositato presso il Giudice del lavoro del tribunale di Aversa-Napoli Nord, va al di fuori di ogni immaginazione.

TRENTOLA DUCENTA (gianluigi guarino) In 45 punti, contenuti nella prima parte del ricorso presentato al Giudice del lavoro del tribunale di Aversa-Napoli Nord, allo scopo di impugnare il suo licenziamento, da Luigi Credentino, per qualche anno direttore generale di fatto della Cis Meridionale srl, proprietaria del Jambo e sottoposta a sequestro a scopo di confisca, a seguito dell’arcinota retata del dicembre del 2015, viene raccontata una storia che, se fosse vera anche solo per il 50%, farebbe recuperare a noi, che non abbiamo peli sulla lingua, tra lo sconsolato e il demagogico “stavamo meglio, quando stavamo peggio”, o, magari, un’altra frase che spesso utilizziamo, citando una celeberrima scritta comparsa su alcune mura di Roma, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e l’abbattimento del regime fascista, “aridatece er puzzone”.

Fuor di citazione, selezionando solamente le prime 26 ragioni esposte da Luigi Credentino, non possiamo non definire un verminaio la gestione del Jambo, così come questa si è sviluppata attraverso l’amministrazione giudiziaria (si fa per dire) del signor Salvatore

Scarpa.

Un verminaio che sorprende finanche noi di CasertaCe, che su questo Scarpa e sulla sua gestione, non abbiamo fatto alcuno sconto, rispedendo al mittente, con adeguate pernacchie, i tentativi di farci paura, attraverso azioni giudiziarie attivate dal suo sodale e parente acquisito Roberto Pansa, anche sui coinvolto in questa storia.

La denuncia di Credentino è assolutamente inquietante. Intanto, viene chiarito che se il riferimento istituzionale di Scarpa era rappresentato dall’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati, quello di Credentino era, invece, individuato nella figura del giudice del tribunale di Napoli, il Gip Federica Colucci, che nel 2015 firmò l’ordinanza degli arresti e dei sequestri.

E’ la Colucci , infatti, a firmare, nel gennaio del 2019, l’atto con il quale Credentino, che già dal 2016 aveva svolto attività di consulente dell’allora amministratore giudiziario Palumbo, viene assunto a tempo indeterminato e con contratto di lavoro subordinato, ai sensi dell’ex art. 2094 del Codice civile. A Credentino vengono date ampie funzioni: “Implementazione di tutte le attività organizzative, di marketing del centro commerciale con l’individuazione delle strategie e la definizione degli obiettivi a breve e lungo termine, di programmazione e cura della manutenzione ordinaria e straordinaria, di cui al progetto di finanziamento agevolato”. Secondo la ricostruzione fatta nei primi 26 punti del ricorso presentato da Luigi Credentino, questi avrebbe subito, durante l’anno 2018, quando si era palesata la possibilità di una sua assunzione, sancita dal giudice, una serie di comportamenti a dir poco vessatori. In proposito, vengono citati il “dossier Baldieri” e la relazione Pansa. Il primo, commissionato, secondo Credentino, dallo stesso Scarpa e redatto dall’allora addetto stampa, Baldieri; il secondo a firma di quel Roberto Pansa che nel 2018 ottiene le funzioni di gestione tipiche di un direttore generale, perché Scarpa riesce a convincere delle sue qualità il giudice Colucci. Poi si scopre – in verità lo scopre CasertaCe – che Pansa nel 2017 aveva costituito una società, la “Pansa Advisor”, contemporaneamente all’assunzione da parte di Scarpa, della sua funzione di amministratore giudiziario del Jambo. In questa Pansa Advisor, la quota di minoranza viene sottoscritta – ripetiamo, lo scoprimmo noi di CasertaCe – da Angelamaria Scarpa, cugina, evidentemente diretta, di Salvatore Scarpa. Ma non finisce qui, visto che Angelamaria Scarpa è anche la compagna di Pansa, da cui aveva avuto anche un figlio.

Un intrigo familiare che CasertaCe fece fatica a far diventare oggetto di riflessione seria da parte delle istituzioni, ma che oggi emerge pedissequamente nello scenario inquietante, delineato da Luigi Credentino, nel suo ricorso.

Particolarmente impressionato, Credentino rimane al cospetto di un passaggio del dossier Baldieri che non sembra scritto da un addetto stampa, ma da una sorta di giudice divino: “Atti di infedeltà come quelli adottati arbritrariamente dal Crendentino e dall’intero nucleo del cosiddetto supporto tecnico soprattutto nei confronti degli uomini dello Stato armati solo di buona volontà e spirito di abnegazione, meritano non solo una dura condanna, ma soprattutto una durissima sanzione. Si chiede l’immediata risoluzione contrattuale, non di meno l’immediato allontanamento dei sopracitati consulente e del suo staff”.

E’ chiaro che i due dossier hanno l’obiettivo di screditare proprio il Credentino che, però, comincia a rispondere, colpo su colpo, presentando, a sua volta, propri dossier all’autorità giudiziaria. La manovra di far fuori Credentino non riesce, visto che nel successivo gennaio 2019, questi ottiene l’assunzione, in base ad un atto firmato dal giudice, per effetto del quale gli viene concesso anche di inserire nell’organico tre suoi collaboratori: Vincenzo Petrazzuolo, Jennifer Vitagliano e Myriam Vitagliano.

Credentino, dopo aver rivendicato quello che definisce i frutti del suo lavoro, cioè eventi ed attività che avrebbero migliorato nettamente l’immagine del Jambo, uscita sconvolta dalle inchieste giudiziarie, e dopo aver citato le cifre degli utili di esercizio, in netto aumento (+ un milione e mezzo di euro nel 2019, + un milione e 100mila nel 2020, + 900mila nel 2021, a fronte del + 444mila euro del 2016, quando lui non lavorava), narra di minacce e addirittura di brindisi con tanto di champagne con gli operatori della cooperativa di vigilanti J-One, a cui preannuncia il licenziamento di Credentino, reso possibile anche dalla disponibilità di un altro soggetto, Michele Apice, una vecchia conoscenza di CasertaCe, di cui poi torneremo a parlare, il quale passa dai ranghi dell’Agenzia dei Beni sequestrati e confiscati, al libro paga del Jambo. Scarpa sa che il suo incarico non potrà essere rinnovato ulteriormente dall’Agenzia, in quanto questo dura un anno, con proroghe per un massimo complessivo di 5 anni, ma, nel 2023, lavora esclusivamente per tagliare la testa di Credentino, il quale parla di altre assunzioni clientelari, di consulenze date a familiari e, soprattutto, evidenzia il disappunto che arriva addirittura ad un moto di rabbia, da parte del giudice Federica Colucci, la quale parla di atteggiamenti che minano la funzione e la credibilità dell’amministrazione giudiziaria, a partire dalla vicenda della partecipazione di Scarpa ad un evento organizzato nel 2021 dal sindaco e dall’amministrazione comunale di Trentola Ducenta, coinvolta, poi, successivamente e con tanto di arresto del primo cittadino e di altri esponenti di quel governo, che va a casa dopo pochissimo tempo, dalla famosa indagine realizzata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Aversa-Napoli Nord.

Domani e anche nei prossimi giorni continueremo a leggere i contenuti di questo ricorso e abbiamo l’impressione che strabuzzeremo ancora, per diverse volte, i nostri occhi.