Nicola Ferraro, dopo i fatti del 2013 gira al largo dall’Asl di Caserta e guarda all’appalto delle pulizie di quella di Salerno. Luigi Bosco e Amedeo Blasotti pappa e ciccia, ma questo per il momento non è reato

16 Ottobre 2023 - 11:32

Emerge qualche indiscrezione dall”informativa dei carabinieri. Alcuni appunti del faccendiere Paolo Onofrio. Ecco cosa hanno trovato nella perquisizioni a Luigi Bosco

CASERTA – (g.g.) Esiste indubbiamente un filone Asl nell’inchiesta attivata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e che ha portato poco più di una settimana fa all’emissione di diversi decreti di perquisizione e all’iscrizione, a questo punto in pratica ufficializzata, di 28 persone.

Nicola Ferraro, imprenditore di Casal di Principe, che un giornale locale come il nostro, non deve neanche più presentare ai suo lettori possedendo, lui, una cifra di riconoscibilità pari a quella che, naturalmente in tutt’altra area professionale, possedeva Pippo Baudo in Italia negli anni 80, conosce fin troppo bene come si fanno i soldi, tanti soldi conquistando appalti nelle aziende sanitarie locali.

Fino al 2013, in un tempo in cui era stato già attraversato dalle prime vicissitudini giudiziarie, Nicola Ferraro, è stato un protagonista anche e soprattutto nell’Asl di Caserta.

Non dobbiamo dimenticare, e certamente noi non lo dimentichiamo, dato che di quell’indagine, così com’è scritto negli atti giudiziari, siamo stati gli artefici, che la più importante iniziativa mai realizzata dalla Dda di Napoli nella messa a fuoco dei rapporti tra i colletti bianchi della camorra e la pubblica amministrazione di Terra di Lavoro è determinata da una rottura degli equilibri relativi agli interessi di Nicola Ferraro quelli orientati, cioè, nella direzione di Casal di Principe e rappresentati come nella veste di prestanome dall’imprenditore di Santa Maria a Vico, Lazzaro Luce, rappresentante sulla carta della multinazionale francese delle pulizie la “Derichebourg

Multiservizi S.p.a” e agli altri interessi concorrenti orientati, stavolta, in direzione Marcianise, di Angelo Grillo, l’imprenditore che successivamente è risultato intraneo al clan Belforte al punto da essersi “guadagnato” un ergastolo in quanto mandante di un omicidio.

CasertaCe si incuneò in questa guerra aperta e ricevette l’informazione, pubblicata dopo mezzo minuto, di una fattura di circa 700mila euro che, in una sola soluzione, il dirigente dell’Asl di allora, Crisci, aveva liquidato ad Angelo Grillo titolare del super appalto delle pulizie.

Quell’indagine coinvolse anche Nicola Ferraro. L’allora pubblico mistero della Dda, Luigi Landolfi, chiese e ottenne l’arresto di imprenditori e politici tra i quali spiccarono i nomi del consigliere regionale in carica, Angelo Polverino e dell’ex sindaco di Caserta Giuseppe Peppe Gasparin.

Dalle prime indiscrezioni, che emergono dalle informative già sigillate dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta, emerge che Nicola Ferraro non ha perso certo la memoria di quanti soldi si possano fare con gli appalti delle Asl. Ma emerge anche il dato di fatto che lui, attraverso le imprese che ha promosso negli ultimissimi anni, si sia avvicinato ad Asl diverse da quelle di Caserta, puntando il mirino su quella di Salerno e forse sulla Napoli 3 che stende la sua competenza territoriale nell’area sud iper urbanizzata di Torre del Greco, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, penisola sorrentina, comuni vesuviani etc.

Andrà stabilito, al di la di queste indiscrezioni che non ci permettono di farlo in questa fase, se ci sia una relazione tra il 62enne napoletano Paolo Onofrio e il mondo delle imprese che Nicola Ferraro provava a gestire sottotraccia. Nello zaino di Onofrio, infatti, sono stati trovati documenti relativi ad un progetto di finanza proprio proposto all’Asl Napoli 3 Sud riguardante al gestione integrata del servizio di sterilizzazione, efficienza tecnologica e noleggio dello strumentario chirurgico oltre ad un foglio con sopra scritti alcuni impegni ed un post-it che conteneva il nome di un professore e di due medici: uno dell’Asl di Caserta e l’altro dell’Asl Napoli 2 Nord.

Ancora più interessante è la copia della delibera trovata nella perquisizione fatta nei confronti di Vincenzo Agizza, una sorta di proto camorrista 76enne che pe un periodo fu tra quelli che contavano di più dentro al clan Nuvoletta di Marano, zio di Domenico Romano che si muoveva in nome e per conto di Nicola Ferraro. Questa delibera riguarda l’affidamento a conclusione della procedura di un mega appalto dei servizi di pulizia e sanificazione nelle strutture sanitarie. Come si può ben capire si tratta di decine e decine, forse centinaia di milioni di euro.

Trovare una prova delle delibere che non può non essere a firma del direttore generale, non significa di per se, nulla. Ma queste sono indiscrezioni che occorre affidare ai nostri colleghi giornalisti di Salerno visto che la prima cosa che faremmo noi se avessimo un giornale da quelle parti sarebbe quella di verificare al biografia datata, magari con una bella visura storica, di chi oggi esercita questo servizio, magari ritornando indietro ai documenti del bando e di chi gli partecipò.

Agizza e Romano sono riconducibili a Nicola Ferraro con più sicurezza visto che ciò lo abbiamo letto all’interno del decreto di perquisizione.

Indiscrezioni concrete non emergono, invece, per quanto riguarda l’Asl di Caserta a differenza di ciò che si è verificato per l’Asl di Benevento coinvolta in un episodio anch’esso raccontato nel decreto di cui sopra.

Ma sull’Asl di Caserta qualcosa possiamo dirvela noi. Non c’è dubbio che l’unico politico di un certo livello, cioè l’ex consigliere regionale Luigi Bosco (gli altri due sono il coordinatore provinciale di Forza Italia, Giuseppe Guida, che è anche sindaco di Arienzo ed è, di fatto, un prestanome politico del Presidente della Provincia Giorgio Magliocca e l’ex sindaco di San Giorgio del Sannio Angelo Ciampi) abbia stabilito, nel tempo un rapporto molto stretto con l’attuale direttore generale dell’Asl Amedeo Blasotti. Una relazione quasi amichevole nata sin dal tempo in cui Blasotti era direttore amministrativo, come possono testimoniare diverse persone, anche tra gli imprenditori, che questa cosa hanno potuto constatare direttamente, anche in qualche occasione conviviale. Ciò di per se non significa nulla. Siamo a conoscenza che i carabinieri abbiano acquisito, ultimamente, diversi documenti nelle diverse sedi dell’Asl, anche in quella del distretto di Caserta nella area ex Saint-Gobain ma più di questo non possiamo affermare e non è detto che queste acquisizioni di documenti non rigurdino inchieste diverse da quelle di cui ci stiamo occupando.

Nell’ufficio di Luigi Bosco è sta acquisita, nella perquisizione recente, una delibera del 27 gennaio 2022 riguardante un avviso riservato a dipendenti già assunti nell’Asl per un concorso per titoli e colloquio relativo a incarichi e funzioni a personale del comparto, che tradotto in parole povere significa infermieri, operatori socio sanitari, tecnici di laboratorio e di radiologia e ostetriche. Una delibera frutto di una proposta per unità operativa complessa risorse umane, guidata, come sanno bene i lettori di CasertaCe da Maria Concetta Cosentino cugina diretta di Nicola Cosentino. Tra i documenti anche una lettera scritta da Luigi Gentile datata 15 febbraio 2022 indirizzata sempre al direttore Asl.