Quando il genero di Cicciotto e’ Mezzanotte e Ivanohe sognavano in auto la scarcerazione di Gianluca Bidognetti e di Emanuele Schiavone. E ad Emilio Martinelli: “Se termina il lattuccio finisce con le pezze al culo”

26 Ottobre 2023 - 19:51

Una lunga conversazione tra Vincenzo D’Angelo e l’ultimo genito di Francesco Schiavone Sandokan con il primo a dire tutto il mare del mondo del figlio di Erico Martinelli. L’ultimo rampollo di Sandokan sobbalza sul sedile di fronte alla frase: “faccio famiglia a parte”. E vi spieghiamo il perchè

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) Metti un pomeriggio insieme, in auto, Vincenzo D’Angelo marito di Teresa Bidognetti e dunque genero di Francesco Bidognetti detto “Cicciotto” e, Ivanohe ultimo genito di Francesco Schiavone Sandokan che assume questo nome particolare probabilmente in un momento in cui la madre Giuseppina Nappa, che qualche libro e qualche giornale lo ha letto, mostrava qualche predilezione per l’epopea nord europea.

Un nome un po’ complicato che Vincenzo D’Angelo semplifica e italianizza in Ivano. Tempo fa un incontro come questo avrebbe rappresentato un fatto di grande interesse investigativo e di eguale incidenza giornalistica. Bidognetti e Schiavone insieme che parlano di camorra, di organizzazione, di assetti. Oggi, invece, in tempi di decadenza, di polvere di stelle, questa conversazione conta molto meno. Serve però a farci capire che Ivano o Ivanohe Schiavone fa da spalla al disappunto che diventa in qualche circostanza rabbioso, mostrato da Vincenzo D’Angelo nei confronti di Emilio Martinelli.

Ne dice tutto il male del mondo. E’ chiaro che il retaggio di quella lite tra bambini, tra il figlio del titolare del bar Guida, cioè di Attilio Guida e il figlio di Katia Bidognetti sorella di Teresa e quindi cognata di D’Angelo ha lasciato il segno. Quella frase di Guida junior (“Voi non valete più niente”) agisce come una scudisciata sulla pelle di D’Angelo. Se lo dice il bambino, vuol dire che l’ha sentita da un adulto, che l’ha sentita da suo padre Attilio o da suo zio Nicola Guida. Come, noi siamo i Bidognetti, il più scarso di noi ha 4 ergastoli e voi, insignificanti titolari di un bar, vi permettete di dire questo? Ma ancor di più agisce sulla psicologia di D’Angelo l’indifferenza, della seria “per favore non farmi perdere tempo” con cui Emilio Martinelli accoglie la richiesta di chiarimento formulatagli dallo stesso D’Angelo nei confronti di Attilio Guida, che di Martinelli è pur sempre lo zio.

E allora in quell’auto volano parole grosse: “questo sanciprianese di merda” dice in prima battuta, allontanandosi con Ivano Schiavone dalla zona dell’ingresso del bar Guida. Vincenzo D’Angelo addita proprio Attilio Guida che aveva offerto ad entrambi un caffè, rifiutato, ma l’affermazione è rivolta al nipote di Attilio Guida cioè ad Emilio Martinelli. Il concetto del sanciprianese ritorna di frequente nella chiacchierata tra i due. Ivano Schiavone pensa di Emilio Martinelli anche peggio di quanto ritenga il suo interlocutore. “Si è proprio nu ‘ scem finito” e D’Angelo: “uno scemo finito …le bufale, quello solo le bufale…quelli bufali sono, che sono …ma chi sei? …Queste quattro bufale che tuo nonno gli lasciò…sta facendo lo scemo quello …Eh …adesso vorresti fare il…se non arriva il lattuccio tu stai con le pezze al culo…” Chiaro il riferimento alle proprietà nel settore dell’allevamento bufalino di Nunzia Del Villano, moglie di Enrico Martinelli e madre di Emilio Martinelli.

C’è una frase pronunciata da D’Angelo che fa sobbalzare Ivanohe Schiavone: “io sono un’altra famiglia disse… ” il racconto diventa una sorta di attentato alla storia della famiglia Martinelli ed evoca in qualche modo quella sorta di reimpostazione degli equilibri del clan dei casalesi, che abbiamo incrociato nelle conversazioni, tutte sanciprianesi, tra Oreste Reccia e lo stesso Emilio Martinelli, con il primo a dire al secondo che il tempo della nascita di un cartello solo sanciprianese era maturo, dato che “quelli di casale ci hanno completamente abbandonati”

La reazione di Ivanohe Schiavone è repentina: “Ah e che famiglia sarebbe la sua?” A quel punto D’Angelo rincara la dose: “Ivanhoe io non te lo sto dicendo perché ti voglio armare la mano, capiscimi…”

Insomma, Emilio Martinelli destabilizza i pensieri di Vincenzo D’Angelo e di Ivanohe Schiavone. Il primo, siamo nell’agosto del 2020, ha come riferimento, la speranza di una rinascita della camorra trionfante, il tempo che all’epoca non sembrava lunghissimo, che avrebbe separato Gianluca Bidognetti fratello diretto di sua moglie, dall’uscita dal carcere e racconta la reazione che Gianluca Bidognetti avrebbe avuto al cospetto di una lettera scrittagli da Emilio Martinelli che si lamentava del fatto che suo cognato, cioè lo stesso Vincenzo D’Angelo, gli avesse risposto male. Di questa circostanza Bidognetti junior avrebbe chiesto conto a D’Angelo, determinando un ulteriore spaccatura dei rapporti tra questi e Martinelli al punto che D’Angelo dice che se proprio vuol inviare una tuta in carcere a Gianluca Bidognetti, farebbe bene Martinelli, a mandarla attraverso Carlo D’Angiolella, suo cognato, in quanto marito di Katia Bidognetti. E molte speranze, dall’altro lato riponeva Ivanohe Schiavone nella scarcerazione del fratello Emanuele. Ed effettivamente questa, nel tempo in cui si svolge la conversazione sembrava realmente prossima al punto che CasertaCe scrisse un articolo, piuttosto allarmato, disegnando scenari inquietanti collegati proprio alla scarcerazione di entrambi i rampolli più attivi e decisi dei super boss Francesco Bidognetti e Francesco Schiavone. Poi le cose sono andate in maniera diversa. Ma al tempo di questa conversazione intercettata la speranza di Vincenzo D’Angerlo e quella di Ivanohe Schiavone erano largamente fondate. Nel dettaglio, Ivano Schiavone, pur dichiarando che su fratello Emanuele che lui incrociava nelle videochiamate era diventato insopportabile, prevedeva, di fronte alla tensione e all’agitazione che si coglievano in giro in vista della sua scarcerazione che Emanuele sarebbe tornato per modificare sostanzialmente gli equilibri criminali, con il pericolo, aggiungiamo noi, di atti violenti che visto il personaggio non si potevano escludere a priori.

Capitolo pentiti: su questo Vincenzo D’Angelo e Ivanohe Schiavone non possono fare altro che leccarsi le ferite parlando del pentimento di Raffaele Bidognetti detto “puffo” figlio di primo letto di Cicciotto e Mezzanotte. L’ultimogenito di Sandokan, con quel macigno rappresentato dal pentimento del fratello Nicola, non può che giocare in difesa.

Io per esempio non giudico nemmeno mio fratello Nicola e non giudico nemmeno a Raffaele (Bidognetti) o qualche altro cristiano che…ma non per qualcosa, dico no perché adesso é capitato ora nella famiglia mia… ma sai perché non lo giudico?…Perché conoscendo i retroscena di tutto quello che poi é successo voglio dire…di come si sono evolute le cose, tutti i cristiani che hanno fatto asso piglia tutto, di tutte le cose che sono scomparse, di tutte le mali azioni che uno ha subito, di tutte queste cose qua…dico ma vaffanculo”

Fin qui le intercettazioni datate, ripetiamo, agosto 2020. In esse si coglie un elemento disgregatorio almeno enunciato, nello storico rapporto tra la famiglia Martinelli e il gruppo degli Schiavone.