Buste innocenti o bustarelle per gli appalti Asl di CASERTA. ECCO per quante mani passavano fino ad arrivare a Nicola Ferraro che le portava a casa di Pietropaolo Ferraiuolo

31 Ottobre 2023 - 19:26

Prosegue la nostra lettura dell’informativa. Ma a questo punto, se Rea “topolino” aveva 2milioni di euro in contanti a casa sua, se quelle buste contenevano realmente danaro e non fotocopie di trattati di filosofia, allora dovrà esserci stato sicuramente qualche dirigente della nostra Asl che queste gare e questi affidamenti ha truccato. Eppure, l’unico incontro diretto al momento scoperto è solo quella tra Rea e il direttore generale dell’Asl di Benevento

CASERTA (g.g.) Siamo riusciti a leggere, fino ad ora, circa 65 pagine al lordo delle foto immagini allegate, della informativa, consegnata dai carabinieri della prima sezione del nucleo investigativo, che agisce sotto l’egida del reparto operativo del Comando Provinciale di Caserta. Ciò affermiamo perchè è anche possibile che nelle altre 140 pagine ci siano elementi di contenuto in grado di esaudire le domande, e i dubbi, che la nostra vitalità critica – e per critica noi intendiamo una parola così come questa è declinata nel suo vero senso dai migliori vocabolari – ci fa esprimere nel momento in cui leggiamo i diversi passi della citata informativa.

Le pagine di cui ci siamo occupati stamattina raccontano di un giro, di un vero e proprio valzer di buste, che secondo gli inquirenti potrebbero anche aver contenuto danaro liquido che Nicola Ferraro ha ricevuto e , sempre probabilmente, posto in custodia all’interno dell’abitazione di Pietropaolo

Ferraiuolo, zio di Nicola Ferraro, medico in pensione e in passato sempre in nome e per conto di Ferraro, indicato da Forza Italia nell’anno 2000, primo governo Bassolino, alla carica di vice presidente del consiglio regionale.

A dire il vero i verbali della perquisizione, effettuata nella casa del professionista di Casal di Principe indica che nessuna somma in danaro contante sia stata scoperta, al contrario di fogli contenti appunti sospetti su possibili destinazioni di cifre di danaro di non chiara origine.

Ma il fatto che i quattrini non siano stati trovati non è detto che non ci siano mai stati in quella casa. Nicola Ferraro si muove ancora oggi in maniera molto veloce in quel di Casal di Principe e non è dunque impossibile che quelle buste entrate a casa Ferraiuolo nel luglio scorso abbiano poi trovato una nuova collocazione, o semplicemente siano state svuotate da un utilizzo ulteriore delle presunte banconote da esse contenute.

Le consegne arrivate alla nostra attenzione sono quelle fatta da Antonio Montanino nelle mani del fidatissimo Antonio Moraca. Fidatissimo per Nicola Ferraro. La seconda consegna consiste in una busta, che a Moraca viene invece consegnata da Giuseppe Rea detto topolino, nella cui abitazione i carabinieri hanno trovato una cifra mostruosa di 1milione 874mila 230euro.

Un altro passo significativo incrocia ancora una volta l’ironia da noi espressa all’indomani di un pronunciamento di dissequestro da parte del tribunale del Riesame. Trattasi della ormai famosa cifra di 55mila euro frutto di un bonifico , spedito dallo stesso Giuseppe Rea, sul conto corrente della Pam della coppia D’annunzio- Innocente. In poche parole, i 55mila euro arrivavano su un conto che conteneva pochissimi spiccioli e in sette giorni sette sono scomparsi, facendo crescere il sospetto che questa Pam, specializzata in raccolta pubblicitaria per eventi sia stata, come del resto già sostiene il pubblico ministero presso la Dda di Napoli, Maurizio Giordano, la solita società di carta velina buona solamente a rendere meno leggibili procedure, operazioni, finalizzate a ripulire, a riciclare danaro. Questo è tutto. E qui si sviluppa un nostro dubbio, che potrebbe anche essere semplicemente un qualcosa che manca da stabilire nell’inchiesta ancora in corso: se Antonio Montanino è, con la sua Artemide, una società che si occupa di sanificazione e che, nell’ambito dell’Asl di Caserta o di altre Asl ha conquistato (si fa per dire) appalti, affidamenti in nome per conto di Nicola Ferraro, se lo stesso è successo anche per quanto riguarda Giuseppe Rea o se questi è stato solamente mediatore con le aziende sanitarie, lui e Luigi Bosco, per appalti aggiudicati a imprese amiche o che comunque si erano rivolte a lui e/o a Bosco, non potrà non esserci anche uno o più dirigenti dell’Asl di Caserta che hanno materialmente truccato le procedure di questi appalti e dio questi affidamenti. Ed è questo il tassello che sembra ancora mancare. Un tassello importante che sicuramente c’è, perchè un tizio non può tenere conservati a casa quasi 2milioni di euro in contanti senza che questo rappresenti il fulcro di un meccanismo tangentizio.

Tangentizio attraverso connotazioni che possono essere anche diverse. Perchè un appalto si può truccare in cambio di danaro, di altri beni materiali o anche di contratti che l’imprenditore gratificato stipula con certe società di consulenza, magari con sede in provincia di Napoli, magari nel nord napoletano, magari connesse agli interessi di qualche congiunto del dirigente Asl.

Continuiamo a leggere e speriamo che questa informativa dia a noi di CasertaCe, che la sappiamo lunghissima sulle cose e sulla gente di questa provincia piena di ladri fino all’orlo, qualche elemento che ci consenta di dedurre logicamente e soprattutto fondatamente.