CASERTA. Marcello Iovino ha caldo, gli scoppia la testa, scrive a Marino: “O mi dai l’aria condizionata o io chiudo gli uffici”. C’è da credergli

19 Luglio 2018 - 17:32

CASERTA (g.g.) – Per una volta Marcello Iovino ha ragione e minaccia addirittura la serrata degli uffici comunali. Di solito queste iniziative sono assunte dai dipendenti di rango ordinario e dai sindacati che li rappresentano. Stavolta, invece, a poche mesi dalla pensione, il super dirigente ai Servizi Sociali e all’Ambiente si è voluto concedere una botta di rivendicazionismo di diritti elementari. In pratica, dal 9 luglio doveva partire l’aria condizionata e invece oggi siamo arrivati al 19 e nessun soffio fresco e ristoratore raffredda il cranio scarso crinito di Marcello Iovino.

Vedi, sindaco Marino, che poi la colpa è tua? Non gli hai dato l’aria condizionata e il corpo leggiadro Iovino ha visto alzarsi a tal punto la sua temperatura da offuscarsi i riflessi con la conseguenza di combinare quello che ha combinato, nell’incredibile vicenda, annullata d’imperio, dopo aver visto le offerte presentate, per l’assegnazione del compito di coordinamento dell’ufficio di Piano.

Se la stanza di Iovino fosse stata più fresca sicuramente non sarebbe incorso in questo errore. E’ molto probabile che le signore, abituali frequentatrici del suo ufficio, anche quando questo non era presidiato, essendo tornate, grazie alla nomina diretta realizzata da Iovino, abbiano protestato con lui dicendogli: “Marcello ma ti stai facendo proprio vecchio, non ti fai più rispettare!” Punto nell’orgoglio e con la testa che ormai gli frigge, Iovino ha preso carta e penna e ha sfidato il sindaco: aria condizionata o ti chiudo gli uffici. E questo lo fa, certo che lo fa. Perché uno che dichiara, per giustificare la presenza sine

titulo di due o tre signore nel suo ufficio a maneggiar carte della gara di cui abbiamo parlato, che le suddette potevano tranquillamente stare perché lui le ha autorizzate, beh significa che considera il comune, nella sua espressione materiale, cioè mura, porte infissi, una cosa di sua proprietà, visto che solamente un’idea comicamente privatistica può giustificare la risposta che ha fornito sul caso delle signore ospitate nel palazzo della città e non nel tinello di casa sua a Casaluce.

Per cui, non ci sorprenderebbe che il dirigente, a cui piacciono gli atteggiamenti picareschi, faccia trovare chiusa la caserma Sacchi qualche mattina di questa. Interruzione di pubblico servizio? Va beh rispetto a quello che è successo nella gara dei Servizi Sociali sarebbero semplici quisquilie